Discussioni su Un sapore di ruggine e ossa - Film (2012)

DISCUSSIONE GENERALE

9 post
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  • Jandileida • 5/06/12 08:46
    Addetto riparazione hardware - 431 interventi
    Zender, ovviamente decidi tu, ma stavolta forse non era meglio lasciarlo in francese il titolo, visto che tanto in Italia lo tradurranno di sicuro e non lasceranno quello in inglese (spero). E poi, detto tra noi, nella lingua dei transalpini suona molto meglio!

    Vedi tu, comunque mi premurerò di avvisarti appena uscirà il titolo italiano.

    Ciao e grazie
  • Zender • 5/06/12 09:14
    Capo scrivano - 47802 interventi
    Più che altro l'avevamo scelta come regola: se esiste un titolo inglese del film scegliamo quello come titolo principale in quanto è quello con cui nella stragrande maggioranza dei casi (almeno qui in Italia) più facilmente si trova. Poi chiaro, appena uscirà in italiano andremo a sostituire quello inglese con quello italiano. E se in Italia dovesse uscire col titolo francese (dubito ma non si sa mai) allora riporteremo il titolo francese come titolo.
  • Jandileida • 21/08/12 21:04
    Addetto riparazione hardware - 431 interventi
    Ecco il titolo italiano:

    Un sapore di ruggine e ossa

    Da quello che ho capito su Filmtv dovrebbe essere al cinema in Italia ora, ma non so.
    Ultima modifica: 21/08/12 21:04 da Jandileida
  • Cotola • 21/08/12 23:36
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Il titolo italiano sarà quello ma la sua uscita
    dovrebbe avvenire il 12 ottobre, ma non si sa mai. Di sicuro ora non è nelle sale. Lo attendo
    con impazienza anche dopo aver letto la tua
    interessante e positiva recensione.
  • Jandileida • 22/08/12 09:38
    Addetto riparazione hardware - 431 interventi
    Grazie Cotola sia per aver integrato le informazioni che per le parole spese sulla mia recensione.

    è un buon film, un pelo sotto a Sulle mie labbra che per me rimane il miglior film di Audiard (con un Cassel extralusso tra l'altro) del quale in un certo senso riprende alcune tematiche. Siamo sul livello del Profeta insomma: cinema di ottimo livello, non plastificato e molto coinvolgente (forse qui si insiste un po' di più su qualche situazione già vista). Il francese non delude mai: dovrei recuperare i primi due lungometraggi.
    Ultima modifica: 22/08/12 09:43 da Jandileida
  • Zender • 22/08/12 09:42
    Capo scrivano - 47802 interventi
    Ok, grazie Jan, segnalazione molto utile.
  • Galbo • 4/10/12 20:08
    Consigliere massimo - 3991 interventi
    il film è da oggi al cinema
  • Capannelle • 22/10/12 21:25
    Scrivano - 3523 interventi
    C'è rimasto poco putroppo.. sigh! Volevo vedermi un'altra prova del promettente Schonarts.
  • Buiomega71 • 2/10/21 10:24
    Consigliere - 26015 interventi
    Puro cinema di pancia quello di Audiard, anche se l'inizio alla fratelli Dardenne (che, guarda caso, co producono il film) faceva temere il peggio (il padre e il ragazzino che vagabondano per strada vivendo di furtarelli e autostop), dove l'autore di Tutti i battiti del mio cuore mixa con abilità neonoir, animali assassini, dramma, grottesco, un pizzico di horror, disabilità, incomunicabilità, disagio, fredezza, rabbia, amore, sudore, carne e sangue, prendendo di mezzo Fight club all'aperto, momenti di sesso disturbante simil Tornando a casa o Balla la mia canzone, fino a un pre finale (sul dorato lago ghiacciato) alla Zona morta.

    Il realismo con cui Audiard ritrae i suoi freak è a volte lancinante, i dialoghi colpiscono duro e vivono di un verismo spontaneo (straordinari quelli tra la Cotillard e il bravo attore massiccio dal cognome impronunciabile) e impreziosito da attimi di sincera visceralità (il primo incontro tra i due fuori dalla discoteca, il sesso occassionale del protagonista, l'attacco sott'acqua dell'orca, la Cotillard che si risveglia nel letto di ospedale rendendosi conto che non ha più le gambe-versione durissima e lancinante dell'intro di Terrore e terrore- e le reclama con disperazione, la Cotillard che striscia a terra con i moncherini, i violenti e sanguinosi incontri di boxe con denti che saltano, il tipo che ci prova con la Cotillard in discoteca al bancone del bar, e quando vede che la donna ha due protesi al posto delle gambe cerca , con imbarazzo, di scusarsi, ricevendo da quest'ultima una reazione rabbiosa e incontrollata "Quella puttana mi ha sfregiato la faccia!", la Cotillard, sempre in discoteca, che guarda, con mestizzia, le altre ragazze ballare in pista ammirando loro le gambe, niente baci sulla bocca fino a chè..., le sgradevoli, e al contempo tenere, scene d'amore tra i due, con lei senza gambe che le monta sopra -con tatuato , su entrambe, "destra", "sinistra"-, la puzza che lui avverte nell'appartamento di lei, con lei che le dice, sulla carrozzina, "Sono io che puzzo", l'esame per farsi innestare le "nuove gambe", i bellissimi momenti in spiaggia, con la Cotillard che vuole nuotare, portata sulle spalle da lui, nella curiosità morbosa dei bagnanti.

    Schegge di cinema vero, sincero, coinvolgente, emozionante, in una storia d'amore sui generis, dove la maestosità delle orche "assassine" è valore aggiunto (struggente il momento in cui la Cotillard , dopo l'incidente, e camminando sui suoi arti meccanici inferiori-non per nulla lui la apostrofa, scherzando, Robocop-torna dalle sue amate orche e ne "guida" una attraverso la vetrata), i sanguinosi pestaggi fanno davvero male, assumendo i tratti di un'oscura dark lady "robotica" quando prende il posto dello "scommettitore" nei combattimenti calndestini.

    A volte Audiard mette un pò troppa carne al fuoco (la parentesi alla Conversazione e le telecamere che spiano illegalmente i dipendenti di un supermercato, dove, a farne le spese, è la burbera sorella del protagonista) e la chiusa finale buonista che fa un pò troppo Rocky è sinceramente fuori contesto e stride fastidiosamente con la ruvidezza che aveva ben impostato Audiard per tutte le due ore.

    Impressionante la Cotillard senza le gambe (dove "non prende il fucile" come Johnny) di una bravura recitativa che mette i brividi, mentre lui mette quasi tenerezza nella sua ingenuità sincera e tamarra, ma capace di slanci emotivi e sensibili da lasciare basiti.

    Di culto il momento in cui la Cotillard fa una cernita degli oggetti che non le servono più insieme ad un'amica, e quando arriva ad un paio di scarpe col tacco esclama "Queste non le metterò più"

    Bellissima la definizione che dà al film Dario Vecchiato, recensendolo sul Nocturno dell'ottobre 2012: "Cronenberg al sapor di mare e neve..."

    Un opera forse imperfetta ma vitale, che evita facili sentimentalismi (a parte forse in dirittura d'arrivo) e che sa parlare con il cuore in mano senza falsi pudori, di un autore personalissimo e ruvido come la carta vetrata (il suo cinema, se proprio, si potrebbe accostare a quello di Jean Jacques Beineix) e diversa rappresentazione sull'impossibilità di essere "normali".


    Ultima modifica: 2/10/21 13:58 da Buiomega71