Discussioni su Corpo celeste - Film (2011)

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Galbo • 15/10/11 15:09
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    a nome di tutti i meridionali (e coloro che vivono in provincia di reggio calabria) ringrazio Rebis per la definizione di "gretta provincia calabrese"
    Ultima modifica: 15/10/11 15:10 da Galbo
  • Zender • 16/10/11 02:51
    Capo scrivano - 47729 interventi
    Beh, un attimo però. Esiste anche la gretta privincia milanese o bolognese, Galbo. La gretta provincia non direi proprio voglia essere offensivo nei confronti dei meridionali, è semplicemente una definizione di una parte della provincia, in questo caso calabrese solo perché il film è ambientato lì. Rebis non ha proprio niente ma niente e niente del razzista, se lo conosci.
  • Galbo • 16/10/11 09:43
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Non metto in dubbio l'onestà della persona, ma l'espressione mi sembra comunque infelice
  • Zender • 16/10/11 10:43
    Capo scrivano - 47729 interventi
    Diciamo che forse può prestare il fianco a equivoci, ma il gretta non è riferito al fatto che sia calabrese quanto al fatto che sia un certo tipo di provincia che esiste ovunque. Il calabrese è una semplice constatazione del luogo. Sentiamo che dice Rebis.
  • Cotola • 16/10/11 11:26
    Consigliere avanzato - 3842 interventi
    Concordo con Zender. E' come quando si dice che
    Germi dipinge perfettamente l'ipocrita e bigotta provincia veneta (e speriamo che il Venerabile Davinotti non mi fulmini). Non ci
    vuole essere offesa verso tutti i veneti.
    D'altronde avendo conosciuto Rebis (seppure per
    poco tempo, purtroppo) metto la mano sul fuoco
    per lui. Chiunque lo conosca anche solo un pelo
    sa che non c'è persona più lontanda dal razzismo di lui.
  • Buiomega71 • 16/10/11 11:29
    Consigliere - 25943 interventi
    Se Rebis è razzista io sono Charles Manson!
    Mai conosciuto persona sensibile, piacevole e amabile come Rebis.
    Quoto in toto Coty.
  • Pigro • 16/10/11 12:07
    Consigliere - 1659 interventi
    Fermo restando che ovviamente Rebis (sia per chi lo conosce personalmente sia per chi lo legge soltanto) non ha alcunché di razzista, posso capire l'annotazione di Galbo. Siamo infatti su un crinale piuttosto delicato, direi. D'altra parte io ho scritto nel mio commento "una squallida Reggio Calabria" e non intendo certo tacciare di squallore la città (che non conosco neanche).
    Il fatto è che sia Rebis che il sottoscritto abbiamo recepito l'indicazione di lettura che ci ha offerto la regista, la quale ci ha calato in un mondo totalmente privo di luce, per così dire, mostrando i soli lati gretti e squallidi di un territorio che certo non può essere limitato a questo: ma che nel film è limitato a questo.
    Ricordo ancora in modo molto forte la sensazione che mi hanno fatto le prime sequenze: un senso di freddo, di squallore, di abiezione morale e culturale che emanava non da singole persone, ma dall'intera comunità antropologico-urbanistica. Le panoramiche su certi palazzi di Reggio danno i brividi per la sensazione di profondo disagio, che si protrae per tutto il film, senza un'ancora di salvezza, e anzi sprofondando sempre più. Da un punto di vista puramente "promozionale" credo che sia uno dei ritratti più respingenti di una città che siano mai stati fatti (sarà contenta la film commission...).
    Ecco perché difendo l'espressione (sia pure equivocabile) di Rebis (e comunque non devo far qui certo il difensore): perché il gretto e lo squallido sono la cifra scelta da Alice Rohrwacher per descrivere quegli ambienti, quelle persone, quel territorio.
  • Galbo • 16/10/11 15:34
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Pigro ebbe a dire:
    Fermo restando che ovviamente Rebis (sia per chi lo conosce personalmente sia per chi lo legge soltanto) non ha alcunché di razzista, posso capire l'annotazione di Galbo. Siamo infatti su un crinale piuttosto delicato, direi. D'altra parte io ho scritto nel mio commento "una squallida Reggio Calabria"

    TU QUOQUE

    A parte gli scherzi, forse non mi sono spiegato.
    Non mi sogno certo di dare del razzista a una persona che non conosco nemmeno e che non ho dubbi sia come viene descritto.
    Ritenevo e ritengo tuttora che la dizione sia piuttosto infelice e le cose possano essere dette in altro modo. Ma si tratta di una mia personalissima considerazione. Libero chiunque di non essere d'accordo ma vorrei rivendicare anche la libertà di pensarla così.
    Ultima modifica: 16/10/11 15:35 da Galbo
  • Rebis • 16/10/11 22:09
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Beh, non saprei da dove cominciare... Intanto grazie a Zender, Cotola, Buio e Pigro (in rigoroso ordine di intervento!) per le loro parole, alle quali rimetto ogni spiegazione per l'equivoco che ho creato. Come dice Pigro credo sia la stessa regista ad aver espresso attraverso le immagini - e in modo piuttosto eloquente - quel tipo di giudizio. Chiaramente non è alla sola provincia calabrese che allude: quella che mette in campo è certo una riflessione che mira a una condizione più generale della nostra Italia degli orrori. Credo che Germi, come dice Cotola, non abbia fatto nulla di diverso con il Veneto (Signore e Signori) e la Sicilia (Sedotta e abbandonata, Divorzio all'Italiana). Non ti nascondo Galbo che quando ho scritto la breve recensione ho tentennato io stesso prima di usare quel termine, consapevole dell'ambiguità, poi ho letto un pò di recensioni in giro e ho visto che la definizione era perlopiù condivisa, per cui, pur indugiando, ho azzardato. Ora non starò certo qui a spiegarti perché e quanto mi è caro il nostro meridione, ma riscontrato che la definizione che ho usato può urtare qualche lettore provvederò a modificarla o cancellarla.
  • Galbo • 17/10/11 05:54
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Grazie del tuo intervento, sei stato più che chiaro, non hai bisogno di cancellare nulla.
  • Raremirko • 27/01/22 22:08
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Discreto film della Rorhwacher, con una brava Caprioli acqua e sapone ed una brava bambina protagonista; è un film che critica molto la mercificazione ed il consumismo della religione, con l'ipocrisia ad essa legate.
    Ha un pò dello stile di Garrone (e c'è pure il Marcello Fonte di Dogman!) ed è una riuscita opere di un'artista interessante.