Discussioni su Le notti di Cabiria - Film (1957)

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Roger • 24/09/12 22:44
    Fotocopista - 2919 interventi
    Ecco il trailer
    http://www.youtube.com/watch?v=YO8PFBmkRSc
  • Roger • 21/10/17 19:06
    Fotocopista - 2919 interventi
    Nella parte dell'uomo con la sacca che rifocilla i diseredati recita Leo Catozzo che curò il montaggio del film

    fonte wikipedia oltre a extra del dvd
  • Buiomega71 • 11/08/20 11:04
    Consigliere - 25934 interventi
    Rassegna estiva: Italian Graffiti d'agosto 

    La pura essenza della perfezione cinematografica e in assoluto uno dei capolavori felliniani più lividi e crudeli, una favoletta amarissima, spietata, lunatica e trasognata, dove il regista riminense parla con il cuore in mano, abbagliando con il suo cinema inconfondibile e pregno delle sue ossessioni (le prostitute matrone e carnose, il vento che soffia, il feticismo per le calzature-gli zoccoletti delle battone i buffi sandaletti di Cabiria, gli zoccoloni sui quali ancheggia grottescamente Wanda- i numeri di cabaret, i volti spettrali e ghignanti della varia fauna umana che popola le notti romane, lo straordinario finale con Cabiria in mezzo ai ragazzi festanti. e lei che piange lacrime amare e accenna ad un aspro sorriso in una grottesca maschera mista a dolore e rassegnatezza).

    Tutto è perfetto in Cabiria, dove il sommo tocca tutte le corde emotive (dalla commedia, al dramma, per lambire il fantastico e il surreale), e un uso ammaliante delle location, che diventano magia, suggestione, incanto, meraviglia.

    Attualissimo per la sua vena di spietatezza (l'incipit con il brutale furto della borsetta e Cabiria gettata a fiume, da un irriconoscibile Franco Fabrizi, e  che rischia di annegare, il pre finale nel bosco che è un concentrato di emozioni palpitanti e picchi di  crudeltà altissimi "Uccidimi...uccidimi...") con in mezzo momenti straordinari di una bellezza visiva e di una potenza narrativa che non ha eguali nel cinema italiano (e non).

    La fugace uscita mondana con Amedeo Nazzari nelle notti pre Dolce vita è un must da custodire nel cuore,  la processione al santuario della Madonna del divino amore è di un anticlericarismo ferocissimo (ecco dove Ken Russell ha preso il pellegrinaggio in chiesa , venerando Marilyn Monroe, di Tommy), la processione notturna in mezzo alle battone, la retata della polizia,  allo spettacolo del mago ipnotizzatore contorniato da un pubblico urlante, sbeffeggiante e cafone (prove generali per Roma, dove pure lo zio Herschell ne prenderà nota per Wizard of gore), nella lancinante e straziante presa in giro della povera Cabiria, che danza e parla con Oscar, una specie di uomo invisibile, dove i suoi sentimenti vengono presi a dileggio sia dall'illusionista perfido che dagli spettatori, l'incontro con il romantico uomo della sua vita, che rivelerà la sua vera faccia di farabutto impostore.

    Nel mentre Cabiria improvvisa mambo, litiga con le sue colleghe (la zuffa con la grottesca puttanona è da antologia), vive nella sua casetta in mezzo a quello che sembra un arido deserto del Nevada ai margini delle luci della città, tra piccole miserie e sogni infranti (da aggiungere la parte intensissima con "l'uomo con il sacco", tra derelitti che sbucano dalle grotte e l'ex prostituta "Bomba atomica", ridotta a larva umana dopo aver vissuto una vita in ricchezza, che pare anticipare certe caricature mostruose del Satyricon).

    Fellini nel capolavoro della prima ora (metto Le notti di Cabiria insieme a Roma, Giulietta degli spiriti, Toby Dammit, La città delle donne, Il casanova, insomma tra quelli che reputo i suoi lavori immortali), dove , come non mai, il grande illusionista tocca anche le corde delle emozioni e delle brutture della vita, con un sorrisetto amarognolo e , al tempo stesso, ottimista.

    Unico, piccolo, neo il personaggio della Masina (comunque immensa) un pò troppo chapliniano e clownesco (ma tipicamente e indissolubilmente felliniano, nell'aggettivo più puro del termine).

    Le notti di Cabiria è tutto un opus meraviglioso, di un'intensità trascinante e coinvolgente, che non assomiglia a nessun altro film (almeno per l'epoca) e dove , la stragrande maggioranza dei "batton movie" a venire ci pescheranno a mani basse.

    E mai, come in questo caso specifico, a Fellini l'appellativo di genio, calza a pennello, perchè , forse, come lui, non c'è nessuno e dove tutti (se non in gran parte) hanno attinto dal suo modo unico di fare cinema.

    Menzione speciale per la carnassa femminile che mette in mostra (donne splendide, capricciose, immense, carnali, esotiche, fumettose, odorose, dove Cabiria ne sembra la versione ridotta-appellata dagli uomini come "nanetta", "paperina", "bassetta"-).

    La quintessenza della meraviglia cinematografica, in tutto il suo felliniano splendore.

    Irrinunciabile e poeticamente struggente.

    E quando Fellini ci azzecca, non ce n'è per nessuno.
    Ultima modifica: 11/08/20 22:09 da Buiomega71