Aguirre, furore di Dio - Film (1972)

Aguirre, furore di Dio

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

La storia di un’impavida spedizione spagnola guidata prima moralmente poi anche di fatto da Aguirre (un truce Klaus Kinski), che si lancia attraverso la foresta sudamericana alla ricerca del mitico Eldorado. Girato da Werner Herzog quasi fosse un accompagnamento firmato per le splendide musiche dei Popol Vuh, AGUIRRE DER ZORN GOTTES non è certo un film scorrevole: è un viaggio introspettivo tra le acque torbide del Rio delle Amazzoni, è la spietata cronaca di un traghettamento estenuante, la condanna di un comportamento eroico dominato da un insano desiderio di onnipotenza (“L’oro è per i servi”, dice Aguirre, “A me interessa il potere”). Herzog blocca le immagini su lunghi primi piani,...Leggi tutto segue i movimenti di Aguirre sulla zattera fino alla bellissima carrellata circolare che chiude il film, non si cura minimamente di rendere la sua opera avvicinabile anche a coloro i quali vanno al cinema per distrarsi: impone i suoi tempi dilatati, zittisce gli attori per minuti interi, lascia spazio alla natura selvaggia per sottolineare la piccolezza dell'uomo, ma poi torna sulla zattera per farci “vivere” il senso di collasso immanente, per evidenziare ancora la lucida follia di Aguirre e constatarne gli effetti sui corpi distrutti dei suoi uomini, sempre meno convinti dalle sferzate del loro capo ma allo stesso tempo incapaci di reagire. Herzog non lascia speranza ai suoi eroi, li getta in pasto al loro crudele destino con l'occhio cinico del documentarista. Intento mirabile, ma dimentica di montare la sua opera con criterio, finendo per farci assistere impotenti a un'ora e mezza che sembra un giorno, da quanto è pesante. Per chi ha voglia di immergersi in un’esperienza estatica semiallucinatoria è il film giusto, per tutti gli altri rischia di apparire un lavoro pretenzioso ed eterno.

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B. Legnani 8/02/07 14:53 - 5519 commenti

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Straordinario, allucinato. L'incipit, con la fila di uomini che scende da un passo, colloca già "oltre". Kinski domina il film: Herzog lo tallona nel suo fantastico "cupio dissolvi". Apocalypse now gli deve gli assalti dalle sponde, l'incombente vegetazione sul fiume, la canoa fra gli alberi (come gli aerei confitti nella giungla). Ci si bea dei colori e degli spazî, della rovina incombente e dell'immaginifico ritratto del volto di Kinski, che pare uscito dalla tavolozza di Bosch. Capolavoro.
MEMORABILE: I grandi gorghi nel fiume. La fuga del cavallo.

Caesars 8/02/07 16:35 - 3772 commenti

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Film che obbligatoriamente andrebbe gustato al cinema. La fotografia di un ambiente incontaminato come quello della foresta amazzonica ha bisogno del grande schermo per rendere al massimo. Kinski è immenso a rendere autentica la follia del protagonista; bellissima la musica dei Popol Vuh. Difficile e non per tutti i gusti, se riuscirete ad entrarci in sintonia non potrete che giudicarlo un capolavoro.

Pintoccu 6/12/07 21:11 - 3 commenti

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Il finale appare limpido sin dalle prime scene e pertanto l'aspetto peculiare del film non è di certo rappresentato dalla trama, seppur suggestiva, bensì dai colori e dalle ambientazioni. La critica più facile è sicuramente rivolgibile alla sceneggiatura non al passo con le immagini e agli attori secondari (e comparse) poco disinvolti innanzi alla camera (si vedano i primi minuti iniziali dove nelle scene concitate nella foresta alcuni sorridono o guardano in camera).
MEMORABILE: La zattera invasa dalle scimmie.

Il Gobbo 9/12/07 17:41 - 3015 commenti

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Bellissimo, febbrile, invasato come il suo protagonista, qui all'apice del suo (appunto) furore espressivo, di rado così pertinente. Grande uso degli spazi, che fa nettamente premio su qualche lungaggine, qualche imperfezione, del resto insignificanti, perchè è un "one-man movie" con tratti da documentario cammuffato: Kinski è Aguirre! Il finale è di quelli che non si dimenticano.

Pigro 23/08/08 09:18 - 9623 commenti

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Folle spedizione di conquistadores su una zattera verso l’Eldorado. Racconto allucinato e sospeso di una crescente ossessione: voler creare la storia a dispetto di Dio. Aguirre (lo spiritato Klaus Kinski) è un novello Capaneo che osa sfidare le regole che non sopporta, gli indios che non vede, la natura che non capisce, per incidere il suo nome nei secoli. In trasparenza vediamo nella sua la nostra folle superbia di uomini che credono di dominare la vita e sono destinati a perire. La forza del film rende perdonabili incongruenze e incertezze.

Matalo! 23/08/08 10:27 - 1378 commenti

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Il capolavoro di Herzog, che gli costò anni di lavoro e una sfida al penultimo sangue col signor Kinski (per dettagli si guardi il documentario "Il mio nemico più caro"). Un delirio che discende come la corrente del Rio delle Amazzoni e porta il protagonista a compiere il suo delirio di onnipotenza. Mereghetti direbbe "non per tutti i gusti" (non lo dice di questo film, ma è una sua frase classica); chi gira per tutti i gusti, comunque, fa la peggior arte possibile. Grandioso.
MEMORABILE: "Mi accoppierò con mia figlia e fonderò una nuova stirpe".

Galbo 26/08/08 07:31 - 12372 commenti

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Il racconto della spedizione di Gonzalo Pizzarro lungo la cordigliera delle Ande rappresenta una delle opere più riuscite di Werner Herzog nonchè una delle sue migliori collaborazioni con l'attore Klaus Kinski che interpreta il protagonista con furore nevrotico che si addice al personaggio, un vero e proprio visionario. Film dalla magnifica fotografia, è girato con intensità e partecipazione anche se dal punto di vista narrativo la sceneggiatura non è sempre impeccabile.

Homesick 2/09/08 18:24 - 5737 commenti

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Quasi una prova generale di Fitzcarraldo, in versione negativa: se nel film dell’82 il titanismo dell’uomo contro la Natura sarà mosso da un intento costruttivo e progressista (diffondere una forma d’arte), qui è esclusivamente finalizzato alla colonizzazione e alla conquista del Potere, secondo i piani del folle superomista Aguirre, reso da uno dei Kinski più carismatici e deliranti. Prevale uno stile documentaristico: foreste intricate, fiumi impetuosi e vette inarrivabili su cui risuonano le musiche cosmiche e sospese nel Tempo dei Popol Vuh.

Herrkinski 7/09/08 22:22 - 8052 commenti

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Forse uno dei migliori del sodalizio Kinski/Herzog. Il film, visivamente di una bellezza assoluta, è diretto con grande stile e può vantare inquadrature incredibilmente suggestive e cariche di pathos, anche grazie alle splendide location. Ma su tutto trionfa la magistrale interpretazione di Kinski, in un ruolo che sembra ricamato apposta per lui: folle, imprevedibile, megalomane, il suo Aguirre resta un'icona indelebile rimasta inalterata negli anni. Le soggettive sul suo volto dall'espressione spiritata, il delirante finale... Un capolavoro.

Schramm 9/09/08 02:24 - 3490 commenti

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More solito, Herzog si riconferma un sopraffino e visionario paesaggista, ma cinematograficamente tarda a convincere. Conseguente e lecito domandarsi che ne sarebbe stato di questo susseguirsi di tableaux naturalistici senza il metafisico apporto dei Popol Vuh. Seducente, lirico, a tratti trascendentale, ma complessivamente una dura scalata.

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Deepred89 19/09/08 13:51 - 3701 commenti

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Più che la classica pellicola d'avventura, un film sulla follia umana e sul tentativo dell'uomo di superare e sconfiggere la natura. Bellissime ambientazioni, azzeccata colonna sonora, varie scene da antologia (quella finale è impagabile) e un Kinski assolutamente straordinario e mai così allucinato. I tempi narrativi spesso sono dilatati, ma la scelta in questo caso si rivela quasi sempre azzeccata. Budget bassissimo e clima sul set tutt'altro che perfetto, ma ciò non ha inficiato più di tanto sul risultato finale.

Bruce 26/01/09 10:10 - 1007 commenti

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Le prime inquadrature, sorrette dalla musica suggestiva dei Popol Vuh, rivelano immediatamente la grandezza dell’opera di Herzog. Centinaia di uomini discendono tra la nebbia le alture Andine, minuscole formiche al cospetto dell’enormità delle Natura. Il folle Kinski/Aguirre assume il comando di quel che resta della spedizione alla ricerca dell’Eldorado che non c’è, seguendo il fiume che scorre, ora impetuoso, ora quasi immobile. Illuminante riferimento per altri capolavori seguenti quali Apocalypse Now e Cannibal Holocaust. Visionario.

Stubby 18/03/09 23:53 - 1147 commenti

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Basta visionare i primi minuti della pellicola per rimanere letteralmente a bocca aperta davanti all'imponenza delle immagini sottolineate da musiche solenni. È sicuramente un film da gustare, è un esperienza per lo spettatore: grande fotografia risaltata da luoghi straordinari; Kinski poi è magistrale nei suoi monologhi malati. Grandioso!
MEMORABILE: Il viso di Kinski.

Brainiac 16/08/09 11:07 - 1083 commenti

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Una narrazione fredda applicata ad un nucleo rovente come lo sguardo allucinato di Kinski. La macchina da presa segue le sue movenze sghembe ed è solo a quel punto che ho avuto l'impressione di una compartecipazione del regista bavarese ad un soggetto che ben si sposa col suo taglio solo quando è allegorico. È alla nomina del nuovo imperatore infatti, che la pellicola travalica i confini della narrazione e svela l'intento critico: l'Eldorado non esiste, l'imperatore è un inutile obeso, il nemico è invisibile quindi interiore, la religione una farsa.
MEMORABILE: Il cavallo, abbandonato al suo destino osserva la zattera allontanarsi, immobile.

Pinhead80 18/09/09 16:16 - 4715 commenti

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In questo film l'accoppiata Herzog (alla regia) e Kinski (nel ruolo di Aguirre), raggiungono l'apoteosi. La ricerca dell'Eldorado da parte di Aguirre e della sua spedizione va oltre il fine ultimo della ricchezza, per approdare alla ricerca di un uomo che vuole superare i limiti dell'umano, sino al delirio dell'onnipotenza. L'atmosfera febbricitante e onirica del film dà l'idea della malattia e dell'arroganza dell'uomo che vuole essere alla pari o addirittura considerarsi superiore a Dio.

Daniela 10/01/10 16:17 - 12606 commenti

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Una impresa delirante (il film fu girato fra mille difficoltà economiche, ambientali ed umane) per raccontare un'impresa altrettanto delirante, la ricerca di un luogo immaginario, lungo un fiume che attraversa paesaggi dai contorni mutevoli, attraverso una natura indifferente o ostile, attorniati da un nemico invisibile. Un regista megalomane dirige un attore incline alla pazzia (il labbro percorso da un fremito di disprezzo, gli occhi chiari volti altrove), in una parabola lucida e beffarda sul potere, un capolavoro imperfetto, ipnotico come la musica dei Popol Vuh, da amare senza riserve.
MEMORABILE: La zattera invasa dalle scimmie che ruota su se stessa, mentre Aguirre profetizza la fondazione della sua stirpe e le sue future conquiste.

Capannelle 26/02/10 15:28 - 4394 commenti

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Film particolare che si segnala per l'atmosfera inquietante lentamente tessuta da Herzog e per alcune inquadrature modernamente "allucinate" che aiutano a sottolineare lo stato delirante del protagonista. Efficace nel disegno dei personaggi e delle umane debolezze (bramosia, adulazione, meschinità, remissione) è anche pesante come fruizione. Allucinato sì, memorabile no. ***

Bergelmir 6/06/10 22:42 - 160 commenti

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Una natura incontaminata e minacciosa, pericolosi passaggi sull'acqua, interminabili traversate nelle foreste e una follia autodistruttiva, già presente all'esordio, si fa sempre più strada fino ad un finale altamente simbolico e struggente. È un film di istinti e di atmosfere, di grande e visionaria avventura nel senso che l'"avventura" fu realizzare il film stesso. Non è esente da qualche difetto, ma è di una forza dirompente. Fotografia meravigliosa.

Harrys 12/07/10 14:42 - 687 commenti

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L'incommensurabile pretesto funge da input per quelle ossessioni magnificamente rappresentate. Herzog presta inequivocabilmente fede all'homo homini lupus, riducendo i personaggi ad uno stato quasi disumano, "costringendo" il variegato drappello attoriale ad arrangiarsi in situazioni al limite della querela. L'esaltazione del superomismo trova il corrispettivo carnificato nel formidabile Klaus Kinski, croce e delizia del regista, artefice di una prestazione spaventosamente calzante. Durissimo il colpo inferto alla Santa Romana Chiesa. *****

Luchi78 20/01/11 16:19 - 1521 commenti

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Il fascino della natura incontaminata rende lo spettatore prigioniero, come lo è la truppa di Aguirre in mezzo al fiume circondata dagli Indios. La sensazione trasmessa è diretta, tanto che ci si aspetta un clamoroso colpo di scena da un momento all'altro. Invece si assiste all'annientamento lento e inesorabile dei conquistadores che soccombono uno dopo l'altro: solo la follia del "furore di Dio" sembra non crollare mai. Kinski epico.

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Rambo90 24/10/10 20:15 - 7659 commenti

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Avventuroso viaggio di Herzog attraverso la scoperta di nuovi mondi (El Dorado) e nella follia umana, evidenziata dal protagonista Aguirre. Manca quasi completamente di ritmo, ci sono tempi lunghi, tanti silenzi e non dà mai la sensazione di entrare nel vivo. Però ci sono un Klaus Kinski straordinario, un finale agghiacciante per l'ultimo folle monologo interiore dello stesso protagonista e una buona fotografia. Non è sicuramente accessibile a tutti e non è un capolavoro, ma comunque è un buon film.

Zardoz35 2/12/11 01:48 - 290 commenti

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Il binomio Herzog-Kinski nell'opera sicuramente più riuscita. Anche qui, come in Fitzcarraldo e Nosferatu, al centro di tutto c'è una barca in navigazione, ma mai come in questo film regnano la disperazione, il delirio di onnipotenza, la sfida dell'uomo contro la natura. L'avventuriero che con un pugno di uomini va alla ricerca dell'impossibile è incarnato da un Kinski superlativo e mai più così allucinato. La fotografia è stupenda, la colonna sonora mistica e solenne. Un film da vedere e rivedere più volte, ma non per tutti.

Giùan 3/12/11 13:43 - 4528 commenti

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Primo frutto, meravigliosamente aspro, del sodalizio Herzog-Kinski. Il regista tedesco ci dona lo studio matto e disperato di un folle, la cui patologia è ulcerata dall'ambizione smisurata per il potere. La fascinazione incaccellabile dell'opera nasce proprio dall'addentrarsi senza filtro nella mente insana di Aguirre, la cui furia atona dobbiamo subire, senza tuttavia poter empatizzare con lui. Neanche l'Apocalisse di Coppola riuscirà a rendere l'infernale viaggio conradiano di questo Caronte nella Terra desolata. Into the heart of light the silence.
MEMORABILE: L'inizio: il Machu Pichu col suo torrente in piena, la vetta tra le nubi, il fiume umano che lo percorre; Aguirre: "nessuno di noi arriverà vivo laggiù".

Puppigallo 14/01/12 11:14 - 5250 commenti

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Dovendo analizzare ciò che si vede, senza chiamare in causa il pangermanesimo, o altri riferimenti, si può dire che trattasi di un branco di dementi capeggiati da un idiota invasato ed egocentrico, tutti alle prese con la natura che, unita ai cosiddetti "selvaggi", farà giustamente scempio di loro. Purtroppo, per quanto coinvolgente grazie alla capacità del regista di descrivere il luogo ed evidenziarne i disagi, la pellicola risulta piuttosto elefantiaca. Ma è proprio quando si inizia ad ansimare che in soccorso giunge la discesa nell'oblio dei protagonisti, pompando prezioso ossigeno.
MEMORABILE: La solenne, tronfia e utopica ricerca; L'alzata di mano stile Fantozzi davanti al Megadirettore; Il nero usato come spaventaselvaggi; L'imperatore.

Gaussiana 22/04/12 22:53 - 121 commenti

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Colpisce l'impotenza di questo gruppo di colonizzatori spagnoli con armatura, un cavallo, un pesante cannone e prete annesso, aiutati da schiavi del luogo, contro la vegetazione inestricabile dell'Amazzonia mentre su una zattera cercano El Dorado. Ad ogni tentativo di rinuncia l'astuto e carismatico vicecomandante Aguirre, perpetrando delitti o inducendo a commetterli, li porterà alla distruzione. Lui solo dunque sembra ottenere quello che vuole: esercitare e ostentare il potere sugli uomini tramite il terrore, come un dittatore semidio.

Aguirre88 22/11/12 19:58 - 10 commenti

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Un film sul potere. Il possesso del potere. La ricerca del potere. La morte nella ricerca, l’ossessione della sua mancanza, il desiderio asfissiante della sua conquista. Potere, potere, potere. «L’oro lo lascio agli schiavi» dice Aguirre/Klaus Kinski. Il suo personaggio non esercita violenza, la ordina. Cammina storto, claudicante, sempre al di sopra, mai dentro. Il film è una profonda analisi dei comportamenti umani di fronte al comando. Comportamenti immersi nella più totale follia.

Jurgen77 10/12/12 08:43 - 629 commenti

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Immenso. Kinski ai massimi livelli di psicopaticità! Ambientazioni fantastiche. Herzog ci catapulta nella foresta amazzonica dove, tra luoghi impervi e selvaggi, emerge tutta la brutalità dell'animo umano. Immortali i primi piani su Aguirre (Kinski), che sarà disposto a tutto pur di trovare l'Eldorado. Munitevi di Autan e zanzariera per la visione...

Fauno 19/12/12 17:19 - 2206 commenti

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E vai con la mediocrità! Non Aguirre furor di Dio, ma Aguirre e il pirla sono solo io... Mandare tutti al macello se l'avversario è più forte lo potrei capire, ma andare avanti a oltranza solo per una presunzione gratuita è da Nobel dell'imbecillità. Kinski questo ruolo avrebbe dovuto rifiutarlo, fra l'altro in un film dove non c'è niente, ma proprio niente da salvare, nemmeno il taglio storico, il richiamo a Cortes o le visioni e i discorsi deliranti... giusto quattro gonzi da denunciare alle guardie forestali o alle società animaliste.

Nancy 6/04/13 16:08 - 774 commenti

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Herzog mischia la storia con il mito e prendendo molto da "Cuore di Tenebra" di Conrad (romanzo dal quale Coppola trarrà, qualche anno dopo, non a caso, Apocalypse now!) crea questo personaggio, Aguirre, leader folle e dispotico dell'ingloriosa spedizione verso l'Eldorado. Grazie alle sapienti riprese di taglio documentaristico e a una trama lineare ma ben orchestrata Herzog racconta perfettamente la lotta dell'uomo con la natura selvaggia, facendo ben riconoscere allo spettatore i limiti oltre i quali esiste soltanto la follia. Bravo Kinski.

Enzus79 3/04/13 15:22 - 2863 commenti

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Aguirre può essere definito una sorta di personaggio donchisciottesco, un illuso che cerca di convincere un gruppo di colonizzatori che El Dorado esiste e che si deve far di tutto per raggiungerlo. Storia splendida scritta e diretta da uno dei migliori registi europei (e non solo). Kinski è ottimo nel ruolo.

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Cotola 1/09/13 18:03 - 8998 commenti

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Dieci anni prima di Fitzcarraldo (di cui Aguirre è, sotto molti aspetti, una sorta di fratello maggiore) Herzog firma in modo straordinario una discesa agli inferi dalla forza visiva di devastante e deflagrante potenza. Tantissime le immagini e le scene che si stampano dritte ed indelebili nella memoria: su tutte si veda Kinski attorniato dalle scimmie che “infestano” la zattera. I cromatismi poi sono eccezionali e ricordano le migliori pitture del genere paesaggistico e non solo. Dinanzi a tanta bellezza poco importano piccoli nei. Capolavoro.
MEMORABILE: Il frate: la Chiesa si schiera sempre dalla parte del più forte, per la gloria di Dio. Il finale.

Didda23 8/10/14 14:48 - 2424 commenti

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Nonostante l'opera sia pervasa da un clima particolarissimo, oserei direi quasi magico (anche grazie al gusto herzoghiano per la rappresentazione del paesaggio), si sente la mancanza di una sceneggiatura avvincente che possa mantenere sull'attenti la concentrazione dello spettatore. Aguirre è un personaggio carismatico e Kinski si limita a recitare con la morfologia del suo aspetto. Faccio fatica a trovargli i pregi del capolavoro considerando aspetti come l'eccessiva lentezza, la noia, la ripetitività e i molteplici tempi morti. Per molti un cult, per il sottoscritto un mistero.

Von Leppe 27/10/14 09:08 - 1255 commenti

I gusti di Von Leppe

Un viaggio verso l'oblio seguendo la brama d'oro dei conquistatori spagnoli e quella di potere della loro guida Lope de Aguirre, impersonato perfettamente da Klaus Kinski, forse nella sua interpretazione migliore. Anche Herzog è alle prese con uno dei suoi film più riusciti e suggestivi, tra le montagne e le foreste del Sud America. Ottima la fotografia, che non permette di distogliere lo sguardo dalla pellicola. E per finire la felice scelta di usare le musiche dei Popol Vhu.
MEMORABILE: "Io sono il furore di Dio e Dio è con me".

Saintgifts 6/02/15 15:44 - 4098 commenti

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Su quelle zattere e alla fine su quella zattera, c'è l'intera umanità. Tutti sono rappresentati in trasparenza, non c'è nessuna maschera. Il fiume è la vita, che per quanto la si possa (voglia) gestire, sempre là porta, in un modo o nell'altro. Chi decide del destino di tanti? L'uomo o Dio, o nessuno. Sulle sponde c'è un'altra umanità, quella che viene prima, o quella che è rimasta indietro, anche lei destinata a soccombere. Si arriva estenuati, non c'è un attimo di tregua, non c'è una scena di interni, nessuno stacco. Foto e musica in simbiosi.
MEMORABILE: La perfetta tenuta (in tutti i sensi), fino alla fine, delle due donne; Gli inutili documenti stilati sulla zattera.

Minitina80 21/07/16 09:37 - 2976 commenti

I gusti di Minitina80

Herzog dipinge con estremo realismo la bramosia di potere scaturito dal cieco colonialismo spagnolo; in Aguirre immedesima il fallimento dell’uomo disposto ad andare oltre se stesso pur di sentirsi al di sopra della Natura e delle cose. Lo smarrimento progressivo nella giungla avviene di pari passo con quello morale e della ragione. La musica dei Popol Wuh è parte integrante del meraviglioso affresco che avvolge magicamente le immagini di un’eterea brezza. Un'opera spirituale di ineguagliabile grandezza cinematografica.
MEMORABILE: A me non interessa l'oro, l'oro lo lascio ai servi, a me interessa il potere!

Magi94 23/07/17 10:18 - 942 commenti

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Certo per fare un film del genere Herzog doveva assomigliare molto ad Aguirre in quanto a megalomania, ma l'opera ha una potenza epica. Non per tutti (anzi, per pochi) e da guardare quando si è ben svegli, perché sono molti i silenzi e le riprese meravigliose di lunghi tratti di giungla. Eppure è straordinario il racconto del "grande tradimento" di Aguirre, sempre più in fondo nelle profondità della giungla e nell'abisso della follia dell'ambizione umana. Impossibile non vedere l'analogia con Apocalypse now. Kinski da sentire in tedesco.
MEMORABILE: La comparsa della barca in cima all'albero; I monologhi di Aguirre.

Paulaster 9/03/18 12:17 - 4373 commenti

I gusti di Paulaster

Il ribelle Aguirre punta a trovare l’Eldorado ma verrà sopraffatto dalle condizioni ambientali. Girato in condizioni durissime (si notano le espressioni del cast, che non sembra finga affatto) riesce a trasmettere anche il pathos per la decimazione della piccola brigata. Kinski si aggira sul set come uno spirito folle e regala un finale indimenticabile descrivendo la grandezza della natura in raffronto alle limitate possibilità dell’uomo di cercare di dominarla. Brevi momenti in cui sembra più un documentario.
MEMORABILE: Il cavallo buttato nel fiume; Le riprese dalla zattera in mezzo al fiume; Kinski che parla in mdp; Il finale con le decine di scimmie sulla zattera.

Jdelarge 14/05/18 17:56 - 1000 commenti

I gusti di Jdelarge

La forza del film è pressoché tutta nel realismo che Herzog conferisce alla spedizione, sia perché nulla viene accentuato o piegato ai fini della spettacolarizzazione, sia perché la fatica dei protagonisti si può veramente toccare con mano (complice l’impresa stessa di girare in un “set” così angusto). Kinski è il vero mattatore della pellicola e ogni primo piano su di lui è di forte impatto. Estremo, sensazionale per ciò che riesce a far vivere, ma a tratti poco cinematografico.

Rocchiola 24/06/20 11:02 - 952 commenti

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Celebre caposaldo del cinema d’autore tedesco. Girato nel mezzo della giungla amazzonica tra mille difficoltà, è un film decisamente affascinante sotto il profilo puramente visivo. Meno coinvolgente invece sul versante narrativo dove sconta la mancanza di una sceneggiatura vera e propria, risultando spesso lento e informe. Il concetto di cinema totale di Herzog con il suo senso di sfida alla natura selvaggia ha comunque influenzato grandi opere come Apocalypse now e Il salario della paura. Kinski giganteggia silente tra smorfie e sguardi torvi, raggiungendo vette di insana malvagità.
MEMORABILE: La testa mozzata che riesce ancora a pronunciare una parola; La zattera prigioniera del gorgo; Aguirre solo e delirante circondato dalle scimmie.

Zampanò 4/04/20 15:05 - 381 commenti

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Vetta della produzione di Herzog, nel senso che le cime in curriculum sono tante ma questo film ebbe il pregio, con Fitzcarraldo, di parlare a un pubblico non di nicchia senza rinunciare a sé. L'epopea dei conquistadores, affrontata di rado dai grandi registi, trova sfogo più catartico che storico e finanche meta-cinematografico quando Kinski guarda in macchina giudicando gli spettatori indecisi. Giungla dai colori così squillanti (merito della pasta anni 70 della pellicola) da sentirne gli odori.
MEMORABILE: La zattera di Aguirre alla deriva, che sembra il dipinto di Gericault.

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Mickes2 7/05/20 00:46 - 1670 commenti

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Nell’eccezionalità delle componenti in gioco (la tortuosa realizzazione e l’incredibile messinscena, la delirante e allucinata maschera di Kinski) e in perenne relazione tra visionarietà e realismo, tra vero sforzo nelle riprese ed elegia, si dipana uno stupendamente imperfetto (perché non sempre centrato sull’obiettivo) apologo sull’autodistruzione più mordente e cupa. La piccola natura umana contro la grande natura immobile e silenziosa pronta a inghiottire. Più la foresta divora Aguirre, più la follìa lo divora. Ammirevole.
MEMORABILE: La colonna sonora; Il finale.

Leandrino 28/12/20 19:57 - 506 commenti

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Le viscere delle foreste peruviane sono lo scenario prediletto di Herzog, che anticipa di qualche anno i temi e i territori di Fitzcarraldo. Qui la megalomania si traduce in un delirio di onnipotenza e una deriva - letterale e metaforica - che porta all'annientamento. Non c'è la purezza del sogno ma solo la febbre dell'oro: il gigantesco Kinski impersona l'uomo che si crede Dio ma che nulla può contro la vera forza della natura e tutto ciò che la abita. Un capolavoro straniante e spettrale, tra i migliori in assoluto di Werner Herzog, Il regista.

Noodles 6/11/22 18:41 - 2196 commenti

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Uno dei grandi capolavori di Wener Herzog, che gira il film con la sua regia personalissima infarcendolo di trovate narrative interessanti e di salti di sceneggiatura apparentemente poco sensati ma in realtà incastonati perfettamente nel sistema del film. Klaus Kinski, ai vertici della sua folle espressività, è circondato da paesaggi straordinari fotografati con rara maestria. Una storia in realtà semplice ma narrata in maniera sempre convincente e mai banale. Le numerose leggende dietro la pellicola non fanno altro che conferire ulteriore fascino. Da non perdere assolutamente.

Gabigol 11/01/24 17:03 - 569 commenti

I gusti di Gabigol

Opera monumentale, retta da un regista più straordinario delle difficoltà produttive e da un attore più folle del personaggio che interpreta. Se l'accompagnamento musicale dei Popol Vuh trasmette un afflato mistico al percorso, la regia impietosa - quasi documentaristica - di Herzog racconta l'opposto: l'ambizione cieca dell'uomo, che con pervicacia insegue (e ottiene) l'autodistruzione. Il ritmo narrativo, dilatato, dona alla storia un senso di implacabile inesorabilità. Kinski, spiritato e dal passo dinoccolato, ruba la scena solo con gli sguardi. La chiusa è grande cinema,
MEMORABILE: "Sono io il più grande traditore, non ce ne sarà mai uno più grande!”; L'imperatore va in bagno; Inez nella foresta; Il finale.

Kami 22/02/24 17:53 - 96 commenti

I gusti di Kami

Buona la prima! Dalla prima collaborazione fra Herzog e Kinski nasce questo capolavoro, un film in cui gli aspetti fittizi, storici, documentaristici si amalgano alla perfezione. Herzog è un ottimo documentarista e un grande amante della natura, Kinski è un attore di un'espressività unica ed è caratterizzato da una vena di follia che lo rendono perfetto per il ruolo. Un uomo che avanza impietosamente calpestando tutto e tutti per raggiungere il potere e la supremazia. Forse non ci riuscirà, forse cadrà stremato e delirante, ma la via è ormai segnata. Il finale è inquietante.
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  • Curiosità Caesars • 2/09/13 10:59
    Scrivano - 16796 interventi
    Durante la lavorazione del film, Kinski manifestò l'intenzione di abbandonare il set perchè, a suo dire, la troupe era composta da incompetenti. Il regista gli fece cambiare rapidamente idea minacciandolo di ucciderlo, se solo ci avesse provato, con un fucile caricato con due pallottole: una destinata all'attore e la seconda eventualmente ad Herzog stesso.

    Fonte: testimonianza di Rudi Gutendorf, riportata nel documentario "La palla è bastarda"
  • Discussione B. Legnani • 28/10/14 14:55
    Pianificazione e progetti - 14939 interventi
    Galbo, SCUSA PER IL DISTURBO.
    E' esatto il tuo due e mezzo? Perdona l'intrusione, ma il commento parrebbe sostenere di più.

    b.l.
  • Discussione Didda23 • 28/10/14 15:27
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Leggendo il commento mi era venuto il dubbio pure a me.

    P.s Buono i tuoi 5 pallini mi hanno stupito non poco.
    Faccio davvero fatica a comprendere il motivo di così tanta ammirazione per un film che reputo oltremodo noioso e ripetitivo (che salvo dal monopalla solo per gli ultimi 5 minuti)
  • Discussione B. Legnani • 28/10/14 16:40
    Pianificazione e progetti - 14939 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    P.s Buono i tuoi 5 pallini mi hanno stupito non poco.
    Faccio davvero fatica a comprendere il motivo di così tanta ammirazione per un film che reputo oltremodo noioso e ripetitivo (che salvo dal monopalla solo per gli ultimi 5 minuti)


    L'ho trovato potente come rappresentazione visiva (talora visionaria), come ambientazione misteriosa (talora quasi misterica), come descrizione della spinta umana al fare al di là della ragione. Oltre, va detto, alle interpretazioni ottime e a momenti di magìa (i gorghi, la fuga del cavallo, le frecce dal nulla, la canoa confitta verticalmente, la musica).
    Ciao.
  • Discussione Von Leppe • 28/10/14 18:29
    Call center Davinotti - 1104 interventi
    A me piace proprio il silenzio, le inquadrature dei paesaggi, dei personaggi e il lento incedere verso la fine. Stessa cosa in Nosferatu...
  • Discussione Buiomega71 • 28/10/14 18:42
    Consigliere - 25892 interventi
    Von Leppe ebbe a dire:
    A me piace proprio il silenzio, le inquadrature dei paesaggi, dei personaggi e il lento incedere verso la fine. Stessa cosa in Nosferatu...

    Nosferatu uno dei miei "vampire movie" del cuore in assoluto

    Ma capisco che Herzog possa risultare "difficoltoso" e "indigeribile"

    Io, per esempio, ho fatto fatica a finire Kaspar Hauser, nonostante adori Nosferatu e Woyzeck
  • Discussione Galbo • 28/10/14 19:09
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Galbo, SCUSA PER IL DISTURBO.
    E' esatto il tuo due e mezzo? Perdona l'intrusione, ma il commento parrebbe sostenere di più.

    b.l.


    Mi è saltato un pallino, grazie x la segnalazione....
  • Discussione Matalo! • 24/02/15 11:23
    Call center Davinotti - 614 interventi
    http://www.ocula.it/files/treleani_aguirre_%5B99,025Kb%5D.pdf



    un'interessante analisi del film
  • Homevideo Rocchiola • 30/07/19 15:32
    Call center Davinotti - 1236 interventi
    Ristampato anche recentemente con indicazione "master HD" sul retro copertina. Non so se abbiano utilizzato un nuovo master, ma l'ultima edizione in DVD a cura della RHV è davvero ottima. L'immagine è pulita e dai colori vivi. L'audio mono italiano resta forse l'unica lieve pecca di questa edizione risultando poco incisivo nella parte sonora curata dai magnifici Popol Vuh. Le musiche sono infatti poco potenti rispetto ai dialoghi.
    Ultima modifica: 30/07/19 17:44 da Zender
  • Curiosità Kami • 22/02/24 17:38
    Galoppino - 108 interventi
    Il film è stato originariamente girato in inglese, l'unica lingua che il cast e la troupe multinazionale avevano in comune. Il suono della produzione originale è stato registrato sul posto, ma non utilizzato a causa della sua scarsa qualità. L'intero film è stato successivamente doppiato in tedesco. Werner Herzog sostiene che Klaus Kinski voleva troppi soldi per le sessioni di registrazione, dunque fu doppiato da Gerd Martienzen. Anche il pubblico che ha visto le altre interpretazioni di Kinski spesso non riesce a notare la differenza.

    Fonte: IMDb