Divertente, anche se non irresistibile, avventura newyorkese di Sophia Loren nei panni di una giovane addetta ad un salumificio che sbarca nella grande mela per ricongiungersi al fidanzato, portando come dono di nozze una mortadella speciale confezionata per l'occasione dai colleghi di lavoro. Il film sconta qualche luogo comune, ogni tanto perde il ritmo, ma si fa guardare grazie soprattutto alla indiscutibile verve della protagonista.
La bella Maddalena raggiunge New York per sposare il suo fidanzato da tempo lì trasferitosi. Ma porta con sè una mortadella, che per legge non può entrare in territorio USA... Mediocre commedia diretta con la mano sinistra da Monicelli, più farcita della mortadella di stereotipi, bozzettismo, satira sociale a buon mercato, e punteggiata di atroci canzoni. La coproduzione contorna una Sophia in buona forma di un cast curioso, con Proietti simil-D'Alema, l'insopportabile Devane (doppiato da Salerno) e De Vito e la Sarandon giovani. Così così.
Un Monicelli minore, ma molto molto minore. I personaggi fanno quasi a gara per risultare sgradevoli, con in prima linea quello di Devane, che dovrebbe fare il simpaticone. Prestazioni piatte da parte degli statunitensi, compresi De Vito ed un’opacissima Sarandon (accreditata Sarendon), peraltro agli esordi. Girato anche a Carpi. La Loren di cognome qui fa Ciarrapico (come il fiuggesco seguace del nonno della più celebre nipote della stessa Loren).
La Loren protagonista di una commedia decisamente dimenticabile (e pensare che la regia è affidata a uno dei più grandi registi viventi del cinema italiano: Mario Monicelli). Ci sono pure Danny De Vito e la Sarandon ma il risultato è davvero mediocre. Peccato.
MEMORABILE: La Loren con la mortadella all'aereoporto.
Quando la commedia al'italiana esplodeva in una sarabanda di narcisismi divistici convinta di poter tenere il passo semplicemente facendo fare un assolo alla Loren popolana. Bruttissimo, cretino. Monicelli ha fatto anche di peggio (Facciamo Paradiso) ma resta un dio del cinema, anche con questi passi falsissimi.
Un film bellissimo, non tanto per l'indiscutibile bravura degli attori, Loren in primis, non tanto perché ci ricorda che tutto il mondo è paese (ormai lo sappiamo), ma per la dimostrazione cristallina, tramite la figura di Proietti, dell'incoerenza, del paraculismo e dell'opportunismo più a oltranza, così frequente nel popolo italiano, il quale d'altronde è stato il primo a covarlo e ad esportarlo nei 4 continenti. Sarebbe bello se in tanti lo guardassero, anzichè dar sempre la colpa al governo delle loro disgrazie, così spesso cercate e trovate...
MEMORABILE: Il paradosso del comunista che diventa uno straintegrato stars and stripes, il coraggio della Loren, il dialogo finale a tre, che è da annali del cinema.
Un Monicelli piccolo piccolo che solo negli ultimi minuti, in virtù di un amaro e non scontato finale, riesce a risalire la china di qualche gradino ma non a riscattare un film che trasuda per buona parte del peggiore macchiettismo della commedia all'italiana. Il velleitario tentativo di stare al passo coi tempi, abbozzando il conflitto fra l'America nixoniana "legge e ordine" e quella controculturale e contestataria, non fa che peggiorare le cose. Bella e sensuale come sempre la Loren, mentre su Proietti, Devane & c. è meglio sorvolare.
MEMORABILE: Il monologo del maniaco delle tette grandi nella stazione di polizia dove è stata portata la Loren.
All'inizio sembra una lunghissima pubblicità della ditta Alcisa, con il "salame" mortadella che fa muovere senza senso mezzo mondo e diventa una sciocca questione di principio. Poi arriva la parte politica e anche qui niente di nuovo, non si va in America per continuare a fare i comunisti, lo sanno anche i bambini. La Loren (non è la mia attrice preferita, ma con film come La ciociara devo riconoscere il suo talento) ce la mette tutta, ed è l'unica che salverei dal disastro generale (assieme all'apparizione di una giovane deliziosa Sarandon).
MEMORABILE: Sofia Loren che distrugge il ristorante di un Proietti insopportabile.
Giunta a New York per sposarsi, Maddalena è bloccata nell'aeroporto dalle autorità per via di una mortadella che non può entrare in territorio americano. Modesta e prolissa commedia sulle delusioni sentimentali e politiche (è un caso che l'insopportabile promesso sposo di Maddalena, interpretato da Proietti, assomigli a D'Alema?), che dopo una discreta prima parte diventa stiracchiata e didascalica. Bella e sensuale la Loren protagonista, ma il resto del cast non brilla.
Sebbene la trama si presti a spunti interessanti e se vogliamo anche ad una critica di costume, non si tratta di uno dei film migliori di Mario Monicelli. Il regista si lascia andare a qualche "siparietto" di troppo e banalizza i personaggi con un uso eccessivo di luoghi comuni. Se comunque il film è a tratti godibile, ciò è dovuto alla grande professionalità degli attori italiani mentre rimane piuttosto anonima la prova del cast americano.
Probabilmente il punto più basso della carriera del grande Maestro Monicelli. E non tanto per la critica di costume, tra l'altro sterile, sul trasformismo "de noantri" e sul vero o finto "American dream"; quanto per la sceneggiatura scarsa, per la regia che ogni volta che coinvolge gli attori americani diviene incerta e per una Loren ed un Proietti mai così pesci fuor d'acqua come in questa pellicola. Il risultato? 100 minuti di pura noia dove soltanto un finale decente, questo sì degno del Maestro, sarà meritorio di ricordo. Cassabile.
Uno dei pochi passi falsi di Mario Monicelli. La storia ha un'idea iniziale piuttosto curiosa ma viene dilatata troppo e i personaggi diventano vere e proprie caricature. Anche la Loren e Proietti non riescono a risollevarsi dal piattume del film così come De Vito, Devane e la Sarandon. Prolisso.
Trasferta a NY per Monicelli, che armato di mortadella (gustosa allegoria) testa il sandwich tra commedia italiana e schemi americani. Vi riesce abbastanza, grazie anche alla sagacia di Danny De Vito e soprattutto di William Devane, vera cerniera del connubio Italia-Usa. Piuttosto anonimo invece Proietti, a parte la teatralissima scena dei gesti. Indulge, condanna e domina su tutti ovviamente la Loren, nostro prodotto Dop, che stornella pure i brani preparati dal duo Dalla-Cellamare, autori di una soundtrack da non disprezzare.
MEMORABILE: Maddalena Ciarrapico che distrugge in due minuti un'intera pizzeria.
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DiscussioneRaremirko • 23/04/17 00:46 Call center Davinotti - 3862 interventi
C'è pure Edward Hermann; nei titoli di coda la Sarandon viene indicata come Sarendon XD
DiscussioneFauno • 25/04/17 09:00 Contratto a progetto - 2743 interventi
Gli altri Monicelli non li ho visti, ma se questo è il peggiore allora sarà lui il miglior regista in assoluto. Oppure dovrò togliermi la mortadella dagli occhi.
Fauno ebbe a dire: Gli altri Monicelli non li ho visti, ma se questo è il peggiore allora sarà lui il miglior regista in assoluto. Oppure dovrò togliermi la mortadella dagli occhi.
TOH è MORTA LA NONNA! è peggio di questo.
Non hai mai visto AMICI MIEI?
DiscussioneFauno • 25/04/17 18:24 Contratto a progetto - 2743 interventi
Il primo ho letto la trama e mi rifiuto di vederlo.
Quanto ad Amici miei i primi tre li ho visti, ma sono troppo commedia e troppo poco drammatici, quindi non fan parte del mio genere. Il loro valore è indubbio, ma chissà quando li rivedrò...
Riguardo a La mortadella non c'è solo la Loren al top, ma la disputa a tre fra lei, Proietti e Devane con relativa offesa di quest'ultimo è davvero il contrario di quello che fa Fellini, che elogia come pregio i peggiori difetti degli italiani. Monicelli invece sputtana senza pietà questo schifoso opportunismo ad oltranza, tanto che mette in bocca a Devane la frase "non importa di che nazione sei, so solo che sei un uomo di merda". E questo per me vale ben più di 5 pallini. In più il film fino ad allora non era stato niente male.
Fauno ebbe a dire: Il primo ho letto la trama e mi rifiuto di vederlo.
Ti riferisci a TOH è MORTA LA NONNA, vero?
DiscussioneFauno • 25/04/17 18:53 Contratto a progetto - 2743 interventi
Sì. L'ho riletta anche adesso ma non mi ispirerebbe proprio. Così come Eat it con Paolo Villaggio, che pure è stato invisibile per tantissimo tempo. Ho visto giusto Il terrore ha gli occhi storti perché volevo rivedere Noschese. Son troppo da drammi e vedo solo film che hanno buone opportunità di piacermi o che per lo meno mi incuriosiscono. Comunque La mortadella l'avevo visto nell'anno di edizione e mi ricordavo le due pestate che si becca Devane. A quel tempo ero troppo piccolo per capire il motivo e ne ero rimasto sconvolto...Invece della Loren me n'ero innamorato ne La moglie del prete.
La canzone che Maddalena (Loren) canta strimpellando alla chitarra per raccontare la nascita della sua storia d’amore con Michele (Bruni) fu composta da Lucio Dalla utilizzando in parte come base musicale quella di 4 marzo 1943, uscita lo stesso anno del film (si nota in particolare nel finale della canzone, al minuto 3.20)
Qui le scene della canzone della Loren (tratta dalla versione del film doppiata in inglese)