Retribution - Castigo - Film (2006)

Retribution - Castigo
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Titolo originale: Sakebi
Anno: 2006
Genere: horror (colore)
Note: Aka "Castigo". Presentato, fuori concorso, alla 63a Mostra di Venezia ed al Ravenna Nightmare Film Festival (8 ottobre 2006). 4° episodio della serie J-Horror Theatre, prodotta da Taka Ichise, realizzato dopo "Initiation", "Premonition" e "Reincarnation".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 23/12/07 DAL BENEMERITO UNDYING
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Undying 23/12/07 14:32 - 3807 commenti

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Kurosawa si distacca dalla monotonia di Kairo (da molti considerato il suo capolavoro) per narrare le vicissitudini d'una cittadina fantasma, legata a doppio filo con il suo passato e con una spirale di delitti, connotati dalla presenza d'acqua marina. Il detective Noboru (Kôji Yakusho) si ritrova coinvolto nell'indagine di un omicidio (vittima una donna in rosso) ma ogni indizio sembra ricondurre proprio alla sua mano. Gioiello noir, intriso di malinconia e decadenza. L'urlo silenzioso del finale simboleggia la disperazione d'esser dimenticati.

Mdmaster 10/10/10 13:37 - 802 commenti

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Un tentativo più che apprezzabile di andare al di là della solito formula del J-horror, di cui comunque Kurosawa presenta gli elementi basici (un fantasma di una donna dai lunghi capelli, la vendetta, ecc), che però arricchisce con detective story e thriller. Il risultato è altalenante, di sicuro, e a tratti è difficile comprendere quando è realtà e quando immaginazione, ma è di quei film che rimangono sempre affascinanti. E, come quasi tutti i film del regista giapponese, il finale è apocalittico e tremendo.

Daniela 15/12/12 16:02 - 12662 commenti

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Una giovane donna vestita di rosso viene annegata in una pozzanghera. Durante le indagini sul delitto, avvengono altri due omicidi con la stessa modalità, misteriosamente legati anch'essi ad un poliziotto perseguitato dal fantasma della morta... Non un horror vero e proprio quanto una detective story con presenze che si vedono e si toccano, anime morte che non si rassegnano ad essere state dimenticate e non possono lasciare i luoghi in cui hanno vissuto. Desolato come la periferia urbana fatiscente teatro degli eventi, un film non del tutto riuscito ma a tratti fascinoso, inquietante.
MEMORABILE: La crepa nel muro; L'omicidio del medico; Il tuffo della donna nella bacinella.

Buiomega71 9/05/15 00:40 - 2910 commenti

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Profondamente giapponese fin nelle fondamenta, non scevro dei soliti cliché a cui ci ha abituato il J-horror (fantasmi femminili lungocriniti vendicativi e urlanti), ma pervaso da un fascino ipnotico quasi raggelante, tra ambientazioni e atmosfere plumbee e tarkovskijane, ossa umane amorevolmente riposte in una borsa e il detective di Yakusho sdrucito come l'Alain Delon de La prima notte di quiete. Qualche passaggio sfiora il ridicolo involontario (il fantasma della donna in rosso che svolazza), ma Kurosawa immerge il racconto tra incubo e veglia e ammalia. Da vedere a mente lucida.
MEMORABILE: Tutte le apparizioni della donna fantasma, con gli occhi sbarrati e l'urlo acuto e dolente come ne L'australiano; Quel che resta del cadavere di Harue nel fatiscente stanzino.

Rufus68 29/08/18 23:12 - 3842 commenti

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Meno potente di altre opere del regista, riesce lo stesso a incidersi nella mente dello spettatore per l'atmosfera purgatoriale di castigo, colpa (i fantasmi) e ansietà di redenzione di cui è pervaso: una Tokyo plumbea e in disfacimento postindustriale, percorsa da brividi sismici, diviene metafora di tale stato d'animo. Qua e là affiora, tuttavia, una certa maniera e il tentativo di issarsi a un messaggio universale (compiuto in Cure e Kaïro) fallisce. Riuscito a metà.

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  • Homevideo Undying • 24/12/07 15:15
    Risorse umane - 7574 interventi
    La Dolmen Home Video, casa ormai specializzata in titoli di carattere orientale, propone il film di Kurosawa in un'ottima edizione DVD.

    Con video 1.77:1 anamorfico e audio dolby digital 5.1.

    Vano extra sufficiente, con un backstage di oltre 25 minuti, il trailer originale ed una sequenza finale alternativa.

    La qualità audio video è ottima, ed il doppiaggio (accurato e riuscito) risalta sui satelli dell'impianto home theatre.

    E' compresa la traccia audio originale (giapponese 5.1) che può essere seguita con i sottotitoli italiani.

    La label in questione ha, in catalogo, tutti i capitoli della J-Horror tradotti in Italiano (Infection, Premonition e Reincarnation).
  • Discussione Undying • 24/12/07 16:11
    Risorse umane - 7574 interventi
    Forse uno dei migliori titoli della serie giapponese, che brilla per complessità narrativa.
    Non è una semplice storia di fantasmi, anche se le apparizioni della "donna in rosso" appaiono -a tratti e con l'uso sapiente del sonoro- agghiaccianti.
    Da notare che le movenze spettrali del fantasma rimandano, per manifestazione, alla celebre medium presente nell'episodio La Goccia d'Acqua, contenuto nel baviano I Tre Volti della Paura (1963).

    Kurosawa non si limita a creare spavento, ma disorienta (chi è l'assassino? e perché diverse persone, colte da raptus improvvisi, concepiscono delitti all'insegna dell'"acqua marina"?) per via di un sottotesto romantico, ma universale.
    Non è un caso che il finale -incomprensibile per certi aspetti- alluda alla disperazione ed al dolore provocato -più che dalla morte- dall'idea d'esser dimenticati per sempre.

    L'urlo silenzioso (e per questo ancor più inquietante) della fidanzata del detective Noboru, chiude una pellicola celebrale e intrisa di poesia.
    Una poesia che rimanda all'importanza della celebrazione e del ricordo: all'idea che, fino a quando i nostri cari dimorano nella memoria, sono vivi....
    Ultima modifica: 25/12/07 00:13 da Undying
  • Discussione Zender • 24/12/07 17:30
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Ma cos'è che lega le 4 pellicole del ciclo? Cos'hanno in comune Retribution e Infection? E' una divisione data da elementi legati alla produzione o esiste un filo narrativo?
  • Discussione Undying • 25/12/07 20:49
    Risorse umane - 7574 interventi
    In comune hanno solo la produzione (curata da Taka Ichise) e l'appartenenza al ciclo (in totale 6 pellicole, di cui due ancora inedite) J-Horror Theatre.

    Per il resto niente lega questi titoli tra loro, ad iniziare dai registi, per finire ai temi proposti.

    Curioso notare che, in Italia, Infection e Premonition hanno goduto di distribuzione -quasi coincidente nei tempi e modi- nelle sale cinematografiche.

    Reincarnation (a mio parere migliore dei due precedenti) invece è uscito solo in DVD e questo ottimo film di Kurosawa ha lottato prima di essere distribuito (male) nelle nostre sale.
  • Discussione Buiomega71 • 9/05/15 09:22
    Consigliere - 25998 interventi
    NOTTI E NEBBIE DEL GIAPPONE

    La solfa pare sempre quella: fantasmi femminili lungocriniti e vendicativi, che appaiono alle spalle e urlano con gli occhioni spalancati e che non hanno pace finchè non si risolve il misterioso bandolo della matassa.

    Se questi clichè degli horror giappo avevano già frantumato gli zebedei già dopo i tre Ringu, Kurosawa riesce abilmente a trasformare il suo racconto di fantasmi dolenti e soli in qualcosa di diverso

    Primo immerge la storia in un ambientazione cupa, opprimente, plumbea, quasi da postatomico, con non poche atmosfere e umori tarkovskijani (gli squallidi interni delle case, gli acquitrini negli edifici decadenti, gli esterni grigi, brulli e fangosi), poi dà al suo protagonista (il detective Yoshioka) un aria trasandata, sudaticcia, malinconica, sdrucito come l'Alain Delon de La Prima notte di quiete

    L'elemento principale e ancora l'acqua, e l'inizio dell'assassinio della ragazza in rosso, annegata in un fetida pozzanghera in un desolato campo fangoso, e un incipt che già inchioda alla poltrona

    Le apparizioni dello spettro della donna in rosso, che con occhi perennemente sbarrati, fluttua bavianamente e emette un urlo acuto e intenso, pari solo a quello di Alan Bates ne L'australiano e mette più di un brivido

    L'indagine poliziesca pare classica e risaputa, ma c'è di sottofondo un alienazione e un senso di solitudine imperante, che getta uno sguardo nichilista e disperato sul destino di (tutti) i protagonisti

    Un fatiscente manicomio abbandonato che si erge lungo le sponde del porto di Tokyo, ossa umane amorevolmente riposte in una borsa, fantasmi che si sentono soli (come erano soli in vita), morti per solitudine e indifferenza che si vendicano su chi poteva aiutarli e non l'ha fatto, colpendo e vendicandosi negli affetti più cari delle sue "vittime" (un dottore e suo figlio, una segretaria e il suo uomo-omicidio, questo, nella vasca da bagno, non molto dissimile da uno in Freeze Me-un fidanzato e la sua ragazza, il poliziotto stesso...)

    Finale quasi apocalittico (Tokyo deserta con folate di vento, quasi romeriana) e la chiusa finale sul fantasma della ragazza che grida-ma non emette alcun suono-e davvero da pelle d'oca.

    Kurosawa si lascia andare a pacchianate che sfiorano il ridicolo involontario (il fantasma della ragazza che spicca il volo nei cieli di Tokyo che manco Superman) e ad alcune "cravenate" (il fantasma che arriva a picco e risucchia il collega di Yoshioka in una bacinella d'acqua, la donna fantasma che "esce" dalla crepa nel muro), ma riesce a tenere desta l'attenzione e a regalare più di un brivido

    Tra incubo e veglia, scosse di terremoto, solitudine dolorosa e follia, la macchia sul muro, la fotografia in BN, le ossa, Kurosawa si dimostra narratore sopraffino e il suo j-horror risulta, alla fine, una spanna sopra tutti gli altri.

    Da vedere rigorosamente a mente lucida.

    "Io sono morta, dovete morire tutti"
    Ultima modifica: 10/05/15 17:41 da Buiomega71