Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Nastro d'argento per il miglior soggetto (Manfredi) e miglior sceneggiatura (assieme a Benvenuti e De Bernardi), David di Donatello per la migliore regia e, dulcis in fundo, premio speciale a Cannes per la miglior opera prima (non si è tenuto conto del fatto che Manfredi aveva già diretto un episodio di L’AMORE DIFFICILE). Tanti premi per un film molto personale (Manfredi lo volle fortissimamente) e che rappresenta un momento insolito nella commedia all’italiana, non solo per l'ambientazione rurale (nella campagna romana), ma anche per la scelta di un argomento (l'educazione religiosa) difficile. Gli attori...Leggi tutto (soprattutto il superbo Lionel Stander, padre putativo del protagonista) sono diretti assai abilmente, la sceneggiatura trova riflessioni intelligenti, gli spunti evitano con cura le facili, grevi ironie anticlericali e, su tutto, domina quel tono intimista, trasognato, tipico del Manfredi più “impegnato”. Sembrerebbero quindi ampiamente giustificati i molteplici premi, specie se consideriamo che Manfredi dimostra una padronanza notevolissima e inattesa dei mezzi tecnici (belle inquadrature, panoramiche suggestive, sapienti movimenti di macchina) pur senza voler strafare. E invece il film sconta una totale mancanza di ritmo che genera una noia mortale fin da subito. Ci vogliono ben trenta minuti di estenuanti ricordi infantili prima di vedere il Manfredi attore. Non ci si dica che non potevano essere sintetizzati, visto che il film dura più di due ore (interminabili!). La struttura a flashback (mutuata ancora una volta dal VIALE DEL TRAMONTO di Billy Wilder) è confusa e presto non si capisce chi ricorda cosa. Le risate poi sono praticamente bandite in favore di un'operazione lodevole ma sfibrante!

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B. Legnani 31/01/07 22:08 - 5534 commenti

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Può essere portato come esempio di film che colpisce alla prima visione, ma crolla di schianto, sbalordendo il medesimo spettatore, ad una seconda lettura, quando si rende conto che il vero valore del film è inferiore alla sua celebrità, che è pari alla sua lentezza. All’epoca fu un clamoroso successo. Grande la Borboni.

Galbo 8/01/08 16:58 - 12399 commenti

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Bel film diretto ed interpretato da un Nino Manfredi in grandissima forma. L'opera affronta in modo arguto, e con una sceneggiatura molto ben scritta e curata, il tema del miracolo e dei tabù religiosi, insieme ovviamente ad una riflessione non banale sulla morale cattolica. Il film evoca molte domande, ma evita accuratamente le risposte, lasciando nello spettatore lo stesso senso di smarrimento provato dal protagonista. Tra gli interpreti, oltre al protagonista, ottime le prove di Stander e della Borboni.

Il Gobbo 13/01/08 12:25 - 3015 commenti

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Misteri della fede. Sant'Eusebio, invocato per tutto il film, deve davvero aver fatto il miracolo, al botteghino, perchè a vederlo a distanza di tempo questo fortunato cimento di Manfredi appare di modesta ruscita, disumana pallosità e poco divertente. Certo, mica tutto da buttare via, fior d'attori e attrici e qualche idea. Che palle, tuttavia!

Pigro 24/08/08 09:19 - 9672 commenti

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Sesso e religione, ossessioni di un bambino ‘miracolato’ diventato aiutante in un convento e poi venditore ambulante di indumenti intimi femminili. Un eccellente Nino Manfredi (anche nel ruolo, ben assolto, di sceneggiatore e regista alla sua opera prima) ci guida nel labirinto dei tipici tabù italici alternando garbo e spregiudicatezza, ma senza mai cadere nella volgarità. Ne vien fuori un film piacevole (anche se un po’ lunghino) che ci aiuta a capire molto della cultura popolare nazionale.

Matalo! 25/08/08 23:47 - 1378 commenti

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La sensibilità di Manfredi esce bene da questo particolare film all'epoca davvero popolare, nonostante la spinosità del contenuto assolta dall'attore-regista sempre con tono di commedia ma in maniera sentita. In questione la repressione sessuale dovuta all'educazione (supestizione sarebbe meglio dire) religiosa. Il film si chiude senza risposta per il protagonista, in maniera inquietante. Ottime performances degi attori specie per Lionel Stander la cui raccolta di ritagli di "grazie" è esilarante a dir poco.
MEMORABILE: "Gli cresce la barba per di dentro e more soffocato"; Manfredi che dispiega i santini come tarocchi.

Il Dandi 5/11/10 16:02 - 1917 commenti

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Premetto che non amo farmi del male, tuttavia non ho trovato affatto il film noioso (benché la lunghezza non sia indifferente). Chi si aspetta "solo" una graffiante satira anticlericale si ritrova un secondo film del tutto inaspettato: perché sia nella religione che nel materialismo il povero Manfredi trova solo obblighi, mai un margine di libertà. Tra tutti i colonnelli della risata che hanno tentato il passaggio alla regìa (Sordi, Tognazzi) nessuno ha avuto né le capacità tecniche né la statura intellettuale che Manfredi qui dimostra.
MEMORABILE: Le perle di saggezza del farmacista notturno (Stander), tra cui: "la vita amorosa degli uomini non è un romanzo, ma una raccolta di racconti".

Markus 28/03/12 20:25 - 3690 commenti

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Seconda regia del compianto Nino Manfredi (la prima fu "L'avventura di un soldato", un episodio del film L'amore difficile). Per grazia ricevuta è un bello spaccato dei tabù e delle credenze religiose affrontate nella provincia italiana, ma è anche una fotografia di un Paese che non esiste più. La fede religiosa - con tutti i sui curiosi aspetti soventemente al limite del folkloristico - è affrontata da Manfredi con garbo e intelligenza, regalandoci una pellicola di tutto rispetto (anche se oggi un po' invecchiata).

Giezz 4/05/13 04:07 - 11 commenti

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La religiosità come regola di vita opposta all'ateismo per riuscire finalmente a vivere in un irrisolto dilemma, una volta appurato che la prima si fonda su radici di superstizione e paura e il secondo vacilla alla "resa dei conti". La soluzione salvifica non esiste e il non cercare di fornirla dà forza a un film intelligente, dove la lunghezza descrittiva è funzionale alla messa a fuoco precisa del carattere dei protagonisti. Equilibrato tra demonio e santità, come è giusto che sia.

Motorship 28/06/13 17:25 - 585 commenti

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Ottimo film diretto e interpretato dal compianto Nino Manfredi che tratta con sensibilità ma soprattutto tanta intelligenza il tema dei tabù religiosi di un'Italia ancora preda di credenze, provincialismo e bigottismo. L'obbiettivo in fondo è mettere alla berlina (anche graffiando) tante dicerie sulle grazie e sugli obblighi religiosi forzati che distruggono anziché aiutare il vivere quotidiano. Oltretutto il film ha un'ottima sceneggiatura e la regia di Manfredi è assai presente e solida. Ottima prova del cast, in particolare di Stander.
MEMORABILE: Le perle di saggezza di Stander.

Daidae 22/08/13 02:45 - 3183 commenti

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Niente di che. Troppo lungo, sopratutto nelle ultime parti e con troppi momenti superflui. Manfredi fa come sempre un'ottima parte affiancato da un eccllente Stander. Magari togliendo una mezz'ora riusciva meglio. Decisamente sopravalutato ma comunque passabile.

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Furetto60 18/01/14 14:14 - 1196 commenti

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In un atto dovuto ai suoi luoghi natii, Manfredi dedica la prima parte (lunga e indimenticabile) al paesello coi suoi pettegolezzi, i ritmi atavici e le usanze. Nel film si coniugano temi diversi: superstizione, filosofia, religione, amore, sesso, ironia; uso sapente della mdp e un'ottima fotografia. Tutto sul dialogato, l'azione è superflua, l'interpretazione dell'attore laziale è sottolineata dal suo sorriso che presenta un retrogusto mesto. Due ore che volano dedicate a chi vuole capire.
MEMORABILE: Ha stato S. Eusebio; Le mutandine francesi col pagliaccetto; L'inno al santo.

Daniela 12/02/15 13:46 - 12671 commenti

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La vita dell'orfano Benedetto, "miracolato" da Sant'Eusebio e cresciuto dai frati, è condizionata da un'educazione bigotta dalla quale l'amicizia con un farmacista ateo potrebbe aiutarlo ad emanciparsi... Per il primo lungometraggio come regista, Manfredi sceglie un tema difficile come quello di un rapporto controverso con la religione: ne risulta un'opera originale, abilmente equilibrata fra comicità e dramma, coraggiosa nell'approccio dichiaratamente scettico. Oltre al protagonista, resta impressa la coppia male assortita costituita dall'esuberante Stander e dalla stizzosa Borboni.
MEMORABILE: I miracoli al contrario; La reazione di Benedetto di fronte alla presunta conversione dell'amico/protettore

Saintgifts 16/02/15 17:11 - 4098 commenti

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Prima la zia, poi i frati e infine l'ateo Oreste. La vita di Benedetto è costellata di personaggi e avvenimenti che, più che far maturare esperienze, gli creano sempre più confusione facendo vacillare, ogni volta, solide certezze. Manfredi si fa il film su misura dove far fruttare al meglio le sue espressioni ma dove anche si toccano, senza mediazioni, certe estremità pericolose, prendendo alla lettera insegnamenti dalle più diverse provenienze. Una commedia quindi molto impegnata, dove le banalità sono assenti e i dialoghi interessanti.
MEMORABILE: ...immagina solo per un momento che Dio non esista...

Gabrius79 10/08/15 23:11 - 1427 commenti

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Nino Manfredi ha saputo dirigere e interpretare con garbo e bravura questa commedia popolare con molte frecce al proprio arco, che riescono a centrare spesso il bersaglio ossia il rapporto fra fede e religione. Come comprimari troviamo un ottimo Lionel Stander e una Paola Borboni decisamente in forma che forse avrebbe meritato più spazio. Dolce Delia Boccardo che però resta un po' in ombra. Bene le musiche.

Mco 21/12/16 18:42 - 2328 commenti

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Vita, (quasi) morte e miracoli di Benedetto, un orfanello cresciuto nella più stretta osservanza religiosa prima con la zia e successivamente in un convento. L'occhio regsitico di Manfredi si posa su colui che crede di essere stato miracolato e affronta una lunga disamina dei condizionamenti mentali cui siamo sottoposti sin dai primi anni di vita. La discriminazione umana tra rappresentazione della realtà e realtà stessa segue una metrica narrativa di ottima fattura, impreziosita dalla panoplia di espressioni del protagonista. Da vedere.
MEMORABILE: Il tentativo di suicidio (inizialmente) interrotto da un mezzo su strada.

Giacomovie 13/03/17 13:10 - 1398 commenti

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Mentre Benedetto subisce un delicato intervento, scorrono le vicende della sua vita. Nino Manfredi firma soggetto e regia centrando una lodevole analisi satirica delle credenze popolari sulla religione. Le tentazioni e debolezze umane sono analizzate tramite una scrittura parodistica arguta e un intelligente racconto di come l’educazione nell’infanzia può influenzare l’intera vita. Non si riesce a mantenere il brio della prima parte ma si mantiene la coerenza con ciò che vuole trasmettere. Premio come migliore opera prima a Cannes.

Rocchiola 14/07/19 09:05 - 968 commenti

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Al suo primo lungometraggio come regista Manfredi mostra inaspettate ambizioni d’autore con questa commedia popolare sul rapporto tra fede e ragione, sul contrasto tra spiritualità e psicoanalisi e sulle conseguenze di un’educazione religiosa bigotta. Senza rinunciare alla propria comicità l’attore romano riesce a toccare temi esistenziali con una certa profondità. Anche come regista, pur adottando uno stile naif, si dimostra più competente di altri suoi celebri colleghi passati dietro la macchina da presa. Grande successo di pubblico e critica.
MEMORABILE: I rumori notturni causati dagli amanti della Zia; L’incontro con il farmacista ateo Oreste; Le mutande francesi; “E’ stato un miracolo”.

Zampanò 7/10/20 15:47 - 381 commenti

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Manfredi ebbe l'idea e con umiltà si affidò a Magni, Benvenuti e De Bernardi per renderla come Dio comanda. Gemma così uno dei film italiani più considerevoli su tabù e cattolicesimo. Il fraseggio in flashback lega bene fanciullezza e maturità di un ciociaro bloccato dall'idea del peccato-punizione. L'attore laziale è duttile, sa rimettersi al genio di Stander, "santo ateo". Godibilissimo il racconto dell'infanzia turbata da zie disinibite, frati e angeli custodi barbuti. Condisce la musica di De Angelis, un Ost che non si dimentica più. Il local più local che sapeva farsi globale.
MEMORABILE: Il farmacista anarchico recita l'inno a Satana al sacerdote: "Getta la tonaca Martin Lutero...".

Siska80 10/10/20 16:21 - 3806 commenti

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Un po' come accadeva in Non è vero ma ci credo, un evento fittizio cui si presta fede diventa in qualche modo fonte reale di miracoli: Benedetto (in nomen omen) scambia l'amante della zia per Sant' Eusebio, ne diventa devoto e dal Santo viene più volte salvato... Molto interessante l'argomento religioso trattato con una certa ironia da Manfredi (qui anche regista), il quale però finisce con l'uscire dai binari (mescolando verginità, bigottismo, convivenza) sino a un finale ai limiti del ridicolo.

Paulaster 2/07/21 10:39 - 4425 commenti

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Attraverso un lungo flashback si racconta la vita di Benedetto, orfanello accudito dai frati. Manfredi è esaustivo nell'affrontare temi a lui cari: le origini popolari, l'ateismo e l'influenza religiosa sulla massa. Il preambolo infantile è prolisso, ma dall'entrata in scena del protagonista i dubbi a cui va incontro sono spiegati bene (senza provocazione) e il percorso ellittico chiude perfettamente. Anche a livello registico le soluzioni non sono banali e bisogna dare il merito a Manfredi di aver diretto in maniera equanime gli attori dando importanza anche ai ruoli minori.
MEMORABILE: La serpe; La vendita delle mutandine fuori dalla chiesa; La rinuncia al matrimonio davanti al prete.

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Mattatore 28/07/23 18:04 - 82 commenti

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Audace e solido esordio registico di Manfredi, capace di fungere definitivamente da spartiacque tra la sua produzione prettamente comica sessantiana e le operazioni maggiormente complesse e impegnate dei decenni successivi. Dotato di dialoghi brillanti spogli di qualunque stereotipo, colmo di un sottile, ponderato e mai fragoroso impianto anticlericale, scorrevole nella sua struttura narrativa analettica ma mai farraginosa e interpretato con viscerale e personale intimità, appare come un sovversivo bildungsroman dal cuore magicamente fanciullesco ma dal giudizio fermamente adulto.
MEMORABILE: La metaforica infanzia di Nino; La zia nuda spiata inavvertitamente dall'armadio; Il "miracolo" e la fondamentale processione; Oreste; Il finale.

Cerveza 15/08/23 09:03 - 371 commenti

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Amara farsa che scoperchia certa religiosità fanatica che si nutre di superstizione e ignoranza. L'ansia perenne per un Dio punitivo genera castranti sensi di colpa per un peccato incombente, minando la capacità di scegliere serenamente sé stessi. Benedetto, eterno bambino, non sa che tipo di adulto diventare; in bilico tra il sublimarsi nell’eterea grazia mariana di Giovanna o solidificarsi nel dionisiaco materialismo del padre di lei. Monumentale Manfredi, davanti e dietro la cinepresa; semplicemente perfetti nei loro ruoli Delia Boccardo e Lionel Stander, anche solo per fisicità.
MEMORABILE: Il miracolo; La processione; I frati nelle nicchie; L'album del sadismo divino; La posta sotto il balcone di Immacolata; La morte di Oreste.

Reeves 3/03/24 00:38 - 2226 commenti

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Esordio di Nino Manfredi come regista nel lungometraggio, salutato da un grande successo commerciale e da numerosi premi, anche importanti. Il mondo contadino è raccontato con simpatia anche nel suo primitivo sentimento religioso. Manfredi racconta situazioni che conosce bene e Mariangela Melato è come sempre affascinante e ottima, nel suo ruolo. Se a questo aggiungiamo una canzoncina di grande successo, possiamo ben comprendere l'accoglienza positiva dell'epoca.
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  • Curiosità R.f.e. • 2/09/09 18:05
    Fotocopista - 826 interventi
    Doppiatori italiani:

    *Corrado Gaipa: Lionel Stander
    *Mirella Pace: Véronique Vendell
    *Mario Bardella: Gianni Rizzo
    *Sergio Rossi: Fausto Tozzi
    *Antonio Guidi: Salvatore Campochiaro ?
    *Mirella Pace: [zia di Benedetto]
    *Enzo Liberti: [un frate]
  • Curiosità R.f.e. • 26/10/09 09:47
    Fotocopista - 826 interventi
    Il frate che confessa Manfredi a inizio film e al quale il protagonista fa vedere come si gioca alla "cavallina" non è un vero attore, ma un curioso personaggio, Mister O.K. Ma chi era costui?

    Ecco la risposta [fonte: dal blog "Civis Romanus Sum" - Feste e tradizioni romane: Mister OK e il tuffo del primo gennaio]:

    [per] festeggiare il capodanno, [una] tradizione che da ben 53 anni si ripete a Roma è il tuffo nel Tevere, da Ponte Cavour, il primo giorno dell’anno, alle 12 dopo lo sparo del cannone del Gianicolo. Questo appuntamento, oramai tradizionalmente atteso da una grande folla di romani e turisti, si deve all’italo-belga Rick De Sonay, meglio conosciuto a Roma, come “Mister OK”, perchè prima e dopo ogni tuffo faceva con la mano il segno di "OK" per rassicurare la folla. In questo modo singolare Mister OK voleva salutare il nuovo anno. In effetti, oltre mezzo secolo fa, il Tevere era un fiume ancora non inquinato ed il rapporto che soprattutto i ragazzi avevano con lui era ben diverso da quello che hanno i ragazzi di oggi: il fiume era, subito dopo la guerra, il “mare dei romani” e bande di ragazzi, nelle calde giornate estive, prendevano il bagno proprio nelle sue acque, sotto i ponti e vicino i mulini che, a quei tempi, ne riempivano le sponde. E da un paio d’anni sono stati anche ripristinati i famosi “barconi” che, attrezzati con sabbia, sdraio ed ombrelloni, danno la possibilità ai romani (almeno a quelli più coraggiosi, in verità) di prendere il sole proprio sotto i bastioni di Castel Sant’Angelo. Scomparso oramai da qualche anno il buon Mister OK, che comunque fino ad età avanzata non mancava l’appuntamento annuale con il fiume, la sua eredità è stata raccolta dagli abituali tuffatori Marco Fois, Aldo Corrieri ma soprattutto da Maurizio Palmulli, bagnino 55enne ai cancelli di Castelfusano, che da ben 20 anni esegue il pericoloso tuffo: pericoloso perchè l’acqua del Tevere non è mai troppo profonda da poter garantire la necessaria sicurezza ai tuffatori, per non parlare degli eventuali oggetti o rami che potrebbero trovarsi in acqua. E, non da ultima, la temperatura, sia in acqua che fuori, quasi prossima agli zero gradi... non per niente siamo al primo gennaio.... Eppure da ben oltre cinquanta anni la tradizione sopravvive e, ogni anno, si aggiungono agli abituali temerari tuffatori dei nuovi pazzi, pronti a tuffarsi da oltre 18 metri d’altezza nelle acque gelide e non proprio pulitissime. (gennaio 2008)

    Aggiungo che la voce che si sente nel film è proprio quella di Mister O.K. il quale, essendo d'origine belga, aveva appunto un vago accento e una "r" inconfondibile.
  • Homevideo Geppo • 2/11/09 19:31
    Call center Davinotti - 4285 interventi
    Ecco a voi la rara fascetta Domovideo di "Per grazia ricevuta" direttamente dalla Geppo Collection.

    Ultima modifica: 3/11/09 09:12 da Zender
  • Musiche Lucius • 7/08/12 00:33
    Scrivano - 9051 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, due 45 giri originali:

    [img size=300]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images63/euseb.jpg[/img]

    [img size=300]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images17/nima.jpg[/img]
    Ultima modifica: 10/01/23 07:32 da Zender
  • Musiche Daniela • 12/02/15 15:25
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Manfredi è anche autore, con i fratelli Guido e Maurizio De Angelis, della canzone "Viva Sant'Eusebio" intonata durante la processione dedicata al Santo che lo ha "miracolato".

    Questo l'inizio:

    Quando il sole se n'è andato
    e la notte si fa scura
    senza stelle e senza luna
    c'è una grande luce nel ciel
    Viva Sant'Eusebio, salvatore dell'anima mia
    Viva Sant'Eusebio, salvatore del mio cuor
    Quando infuria la tempesta
    ed il tuono fa paura
    in campagna o fra le mura
    Sant'Eusebio è qui con me
    Sant'Eusebio protettore, tu sei il mio più grande amore
    Viva viva Sant'Eusebio, protettore del mio cuor


    Questo completo qui:
    http://testicanzoni.mtv.it/testi-Nino-Manfredi_123264/testo-W-S.-Eusebio-7463839
  • Homevideo Rocchiola • 14/07/19 09:12
    Call center Davinotti - 1255 interventi
    La prima versione in DVD risale ai primi anni 2000 ed è stata pubblicata dalla Medusa. Lungamente fuori catalogo e ritornato disponibile nel giugno di quest'anno grazie alla ristampa della Mustang che ha usato una copertina simile a quella del VHS sopra menzionato. Il nuovo DVD presenta le medesime caratteristiche dell'edizione precedente con un video discretamente pulito anche se non sempre incisivo, sicuramente migliorabile a livello di definizione. L'audio mono originale scorre senza intoppi. Mi resta comunque un dubbio, il film è sempre stato presentato nel formato televisivo di 1.33 ma mi sembra strano che fosse stato girato con questo aspect ratio nel 1971. Qualcuno ha qualche informazione in merito?