Un western parente stretto del cinema di Mann (Anthony) e Peckinpah. Di Mann per la figura dei due protagonisti (uno dal passato misterioso, l'altro con un futuro incerto a causa del malvagio di turno che soffia ai due cowboys la mandria che
trasportavano oltre il confine). Di Peckinpah sopratutto per la resa dei conti finale, spettacolare e selvaggia come non se ne vedono al cinema di questi tempi. Dedicato alla memoria di
Michael Jeter, scomparso poco dopo la fine delle riprese.
MEMORABILE: La sparatoria finale, degna del miglior Peckinpah.
Ottimo film che ha permesso a Costner di tornare a vette mai raggiunte come regista ed interprete dai tempi di Balla coi lupi. Come nel suo celebrato capolavoro, anche in Open Range, Costner costruisce un memorabile western rielaborato con la sensibilità moderna. Ampi spazi, bellissimi contesti naturali (ottimamente fotografati) e nello stesso tempo particolare attenzione alla definizione psicologica dei personaggi e un tocco molto delicato per raccontare la parte sentimentale della storia. Notevole.
L'incipit del film dove in una carellata su una vallata spettacolare, in sella al suo cavallo, appare Duvall che scruta un cielo minaccioso, promette cose che saranno mantenute fino alla parola fine. Un bel western classico girato come si deve che, una volta di più, ci racconta come sia nato quel grande paese dove, poco più di cent'anni fa, la legge era ancora del più forte "cattivo" ma anche del più coraggioso "buono". Ben interpretato e molto curato, una fotografia super. La sparatoria finale è molto realistica, anche nel suono degli spari.
Costner sente un grande affetto ed un grande senso di debito con il genere che gli ha dato fama mondiale e non tradisce il suo amore per il polveroso west in questa pellicola dal respiro classico dei film di frontiera. Personaggi realistici per una storia dura e ruvida, che vede il buon Kevin, affiancato al mitico Duvall, alla guida di un cast stellare. Da riscoprire.
Ormai viene realizzato a malapena un western all'anno, ma è il caso di dire "pochi, ma buoni". Costner costruisce una pellicola dall'aspetto classico con una chiave di lettura moderna sul mito della frontiera, soffermandosi sulla caratterizzazione psicologica dei personaggi e sulla potenza scenografica delle ambientazioni, valorizzate da una fotografia eccellente. La storia di giustizia e vendetta dà vita ad una serie di conflitti che si risolveranno in una violenta sparatoria finale, il cui realismo è degno di Peckinpah.
Buon ritorno al western di Costner, che stavolta invece di ballare coi lupi lo fa con tutti gli ingredienti tipici del western classico, riproponendoli in modo pacato ma ugualmente interessante. Il film si compiace della sua classicità con un'impostazione di ampio respiro che ne rimarca la componente riflessiva, anche se ciò alla lunga lo rende meno avvincente.
Un grandissimo western, che ha l'ampio respiro dei classici anni 50 e 60, i colori caldi e profondi di una fotografia davvero bella e l'epicità di personaggi che già dopo pochi minuti ci sono simpatici. Eccellente Duvall, ben spalleggiato da Costner (ottimo anche in sede di regia) e da un cast davvero azzeccato (chi se l'aspettava Albus Silente così incisivo come cattivo). Da non perdere.
Ottimo film, firmato da Kostner, che permette di riassaporare il western classico con i suoi ingredienti. Non ci sono quindi novità da segnalare, ma tutto è svolto nel migliore dei modi, tanto che alla fine il risultato è ragguardevole. Regia invisibile,
bella sceneggiatura, ritmo elevato, buone prove degli attori, gran bel finale. Chi ama il genere farebbe bene a recuperarlo.
Buon western che propone un'efficace atmosfera e valide interpretazioni, anche se lo schematismo della trama e l'abbondanza di buoni sentimenti rischiano di indispettire chi guarda. Il tutto viene però riscattato da un duello finale tosto e iperrealista. Lunghetto come durata, sforbiciare qua e là avrebbe aiutato.
Dopo l'affresco storico di Balla coi lupi Costner torna dietro la macchina da presa con un western. Stavolta la storia non è nient'altro che un omaggio ai grandi maestri del genere: John Ford e, per la sparatoria finale, Sam Peckinpah. La confezione è un po' pomposa e il ritmo ne risente, ma il prodotto finale è apprezzabile. Inutile dire che, in quanto a recitazione, Duvall sorpassa di gran lunga Costner.
Quello che si dice un buon western, penalizzato però da un'eccessiva durata, non sempre giustificata, soprattutto verso la metà e dopo lo scontro finale (lì un po' di sana sintesi avrebbe giovato). Resta comunque una pellicola girata con mestiere, i due protagonisti sono in parte e affiatati (i loro scambi verbali sono simpatici e non banali), la tensione qua e là non manca; e il bastardo di turno, con sgherri e sceriffo al soldo, fa il suo sporco dovere. Merita la visione, con una menzione speciale per l'accoppiata sigari e cioccolato fondente.
MEMORABILE: "Lei è una vergogna, sceriffo". "Lo so, sono fatto così"; Gelsomino; Lo scontro finale, con faccia a faccia alternati a sparatorie a media distanza.
Nella sua migliore regia dopo Balla coi lupi, Costner si cimenta con uno dei temi portanti del western classico - la contrapposizione tra mandriani nomadi e latifondisti - avendo l'accortezza di farsi affiancare nel cast da una roccia come Duvall. La prima parte lascia respirare la bellezza delle praterie sconfinate, ben servita dalla fotografia e appena incrinato da un eccesso di didascalismo nei dialoghi, mentre la seconda è appesantita dalla prevedibilità della parentesi sentimentale ma ritrova un piglio energico nella battaglia per le strade del villaggio, epica e brutale.
Meglio di Balla coi lupi. Costern si conferma un inguaribile romantico e alla fine i buoni vincono sempre ma con addosso qualche ombra scura in più. Un western classico, forse un po' ingenuo ma ancora capace di emozionare. Peccato che nel calderone delle molte citazioni, che vanno da Un dollaro di onore fino a Gli spietati a mancare sia solo il grande Peckinpah, il cui tragico individualismo autodistruttivo pare dimenticato dal western moderno. I riferimenti più ovvi sono Hawks e Ford e alla fine più che Eastwood l’ultimo dei classici è proprio lui, il bel Kevin.
MEMORABILE: La sparatoria finale nelle strade cittadine; Il sogghignante killer interpretato da Kim Coates; L'apparizione degli uomini di Baxter incappucciati.
Si lascia apprezzare per la bellezza dei paesaggi e il tocco delicato della regia che cattura le immagini in punta di piedi, quasi a non voler disturbare. Gli elementi che contraddistinguono il genere non mancano, anche se molti luoghi comuni sono stati eliminati e si percepisce la volontà di andare oltre. Duvall ruba la scena a Kostner e il suo personaggio dimostra di non dover invidiare molto a volti celebri che lo hanno preceduto. La resa dei conti è ben girata e cattura l’attenzione, per quanto i due protagonisti siano capaci di schivare pallottole con irreale semplicità.
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DiscussioneDaniela • 17/10/20 12:13 Gran Burattinaio - 5925 interventi
Soggetto dal romanzo omonimo dello scrittore statunitense Lauran Paine, pubblicato nel 1990.
Il film fu dedicato alla memoria di Michael Jeter, noto caratterista americano che era morto a soli 51 anni pochi mesi dopo la fine delle riprese.
HomevideoRocchiola • 26/01/21 08:30 Call center Davinotti - 1236 interventi
Malgrado si tratti di un film abbastanza recente in Italia è uscito solo in DVD distribuito da Medusa. Il prodotto in questione, disponibile anche come special edition a doppio disco con svariati extra, è ormai fuori catalogo e benchè ancora reperibile on-line inizia a costare parecchio. Con un pò di fortuna lo si può anche trovare nelle bancarelle dell'usato. Sinceramente il fatto che non sia mai stato ristampato è abbastanza misterioso. Qualitativamente il video è discreto, presentato nel corretto formato panoramico 2.35 offre immagini pulite anche se migliorabili sotto il profilo della definizione che rimane piuttosto blanda lungo tutta la durata del film soprattutto se lo si visiona su di uno schermo di grandi dimensioni. Buono l'audio italiano 5.1 che presenta una discreta potenza e buona chiarezza. Esiste anche una versione a 3DVD con il film presentato in alta definizione ma non ho mai avuto occasione di visionarla. Chissà, prima o poi, uscirà in bluray !!!