Commedia giovanilistica dove il titolo spiega già quasi tutto. La storia è piuttosto inverosimile ma il film è gradevole e spensierato anche se non poi tanto divertente; ma se non si hanno molte pretese (e per un film come questo non bisogna averle) ci si può rilassare con questo film del 1991 che fu un buon successo ai botteghini.
Mediocre commedia dal titolo promettente ma dagli esiti non felici. Colpa sopratutto di un copione che dopo mezz'ora ha detto tutto, di figurine spacciate per personaggi, di una regia priva di mordente e di un cast tutto sommato anonimo. Insomma un film del tutto trascurabile.
Pellicola americana dei primi anni '90 che ha per protagonisti cinque ragazzi "orfani" di baby sitter e con la madre lontana. Dopo un inizio non disprezzabile per l'atmosfera da "commedia nera", diventa assai convenzionale e banale nel prosieguo con la figlia maggiore che si improvvisa manager. Qui si vira dalle parti della farsa con la sceneggiatura che mostra parecchie lacune, personaggi poco interessanti e prova degli attori non molto ispirata. Evitabile.
Frizzantissima commedia made in USA che inizia con toni neri (la morte della babysitter che dovrebbe curare cinque fratelli la cui madre si è presa una vacanza) per poi sfociare nel classico registro brillante, con una serie di equivoci che non annoiano mai. Merito soprattutto del cast validissimo e della regia particolarmente ispirata. La Applegate è un fiume in piena, ma anche gli altri quattro "fratelli" le tengono testa. Herek in regia diverte e si diverte e i personaggi sono tutti simpaticamente caratterizzati. Da riscoprire.
MEMORABILE: L'atmosfera di inizo anni novanta è veramente un tuffo al cuore.
Una specie di incrocio tra Mamma, ho perso l'aereo e Una donna in carriera, accattivante sulla carta ma un po' troppo ingenuo per il pubblico più adulto. Qualche momento a segno comunque ci va, tipo i litigi stile marito e moglie tra i due fratelli adolescenti, e la Applegate ha indubbiamente una sua presenza scenica. La regia di Herek è un po' piatta, ma se non ci si aspetta troppo il tempo scorre piacevolmente.
C'è un non so che di colposa piacevolezza, di perversamente godibile in questa fiera chiassosa della menzogna, dell'impostura e delle identità millantate, ove tutto si accomoda provvidenzialmente per il meglio e i protagonisti la fan sempre e comunque franca qualsiasi malefatta sia loro imputabile. Frutto di un accortissimo sorteggio truccato di spunti diversi pescati dal bussolotto di Risky business, Mamma ho perso l'aereo (ragazzi in autogestione domiciliare) e Il segreto del mio successo (l'insipiente professàtosi competente), un buffo e arzillo antenato de Il Diavolo veste Prada.
MEMORABILE: La rapida e truffaldina scalata professionale della protagonista a colpi di qui pro quo mostruosi e imbarazzanti botte di fortuna.
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