Un giornalista incaricato di stilare un articolo sugli omosessuali rimane coinvolto in un caso di omicidio avvenuto all'interno d'un parco, sede di equivoci incontri. Maldestramente sviluppato su un canovaccio a base di temi argentiani (con Profondo rosso in primis) il film di Campanella -che, per quanto incredibile, peggio farà con Cattive inclinazioni- difetta di un vero senso di regia. I pochi attori vengono mal gestiti e sul versante audio il sonoro è trascurato e disattento, come dimostra l'aggravante d'aver doppiato la grande Alida Valli.
Ultimo vagito del thriller all'italiana, questo "Bugie Rosse" presenta un buon cast (Valli, Flaherty, Scola, Iannuzzo, Hovey), una trama già vista ed una certa superficialità di fondo. Premetto che l'ho visto in lingua spagnola, però non mi sembrava molto ben recitato e gli attori appaiono un po' distaccati. Campanella è autore di una regia sufficiente e senza voli pindarici. Per essere un prodotto fuori-periodo è sufficiente, soprattutto per la voglia di girare un thriller nel 1993...
Assai modesto. Due decenni dopo, il giallo italiano anni '70 emette luce fioca, limitandosi a illuminare iconografia e modus operandi del killer istituzionalizzato da Argento; la suspense invece difetta del tutto, soffocata da una scrittura filmica prevedibile e dalla prepotenza di squallide scene di sesso e morbosità varie, per le quali si addice la fotografia notturna e sordidamente elegante di Mario Vulpiani. Arana, smarrito e quasi sotto sedativi, s'insacca in un ruolo a lui poco consono, la Scola si trucca da moglie infelice e sospettosa e la Valli, sola, fa breccia con un incisivo cameo.
MEMORABILE: La scena supertrash al cinema porno, in cui Arana subisce le avances di una coppia di vecchi coniugi sporcaccioni.
Terribile. Passa anche la voglia di arrivare alla fine per scoprire chi è l'assassino, tanto è lento, tedioso, privo di qualsivoglia suspance e recitato malissimo. Strizza l'occhio in maniera indegna al buon giallo italiano dei tempi che furono risultando un pastrocchio indigesto.
Un film spazzatura; mi chiedo la Valli come sia finita nel cast... L'ambiente degli omosessuali (se di ambiente si vuol parlare) viene dipinto in modo abominevole. Una regia scarsa e una direzione degli attori inesistente. Profondo rosso e Cruising plagiati per un inutile lungometraggio che gioca con le identità e che è del tutto privo di logica e di linearità. Quanta pellicola sprecata...
Giunto ormai al termine della propria parabola all'interno della cinematografia italiana, il thriller conserva tutti i marchi di fabbrica che l'hanno reso famoso, ma appare goffo e imbolsito come un grande attore che, giunto a fine carriera, si specchia nel riflesso della luce di un tempo, ormai divenuta fioca. Pregi e difetti sono i soliti, ma ai secondi si aggiunge un fastidioso senso di fuori moda che non giova affatto perché non viene in alcun modo sollevato dalle capacità (a dire il vero pochine) di regista e attori.
Dico sì a questo film, se non altro per il pregevole cast! Certo la storia fa acqua da tutte le parti, ma io sono riuscito ad intravedere un tentativo di evoluzione, rispetto al precedente film del regista. Ho apprezzato anche il fatto che l'ambiente omosessuale, seppur dipinto in maniera negativa, non sia stato rappresentato macchiettisticamente come spesso capita ai cineasti italiani.
Campanella nasce attore e sceneggiatore agghiacciante che con questo "Bugie Rosse" decide di inventarsi anche regista, regalandoci emozioni a go-go. Cominciamo col dire che la trama è ispirata addirittura a Cruising di William Friedkin e quindi è tutto un delirio di discesa negli inferi dell'omosessualità viziosa. Ovviamente c'è il tema dell'eterosessualità del nostro eroe che, a forza di frequentare omosex, finisce per vacillare (ma non tantissimo). Il film va visto perché è divertentissimo e robustamente squallido e malsano.
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10 gennaio 2018 ore 00:17 (1 giorno, 23 ore fa)
Il cinema a luci rosse “Gattacicova” dove Marco Antonelli (Arana) ha appuntamento con un tipo adescato in chat, che gli rivelerà l'indirizzo dell'abitazione del ragazzo che l’aveva aggredito e derubato al parco, si trovava in Via Indipendenza 6 a Bologna
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Il vero nome del cinema era Imperiale Sarebbe bello aggiungerlo, per chi lo ha frequentato...
Ci ho visto SUSPIRIA, in prima visione mondiale...
Mauro ebbe a dire: tra l'altro c'è un'altro cinema proprio accanto, sull'altro lato del vicolo. C'era anche ai tempi dell'Imperiale?
Sì. Era il cinema Fulgor (si entrava nella traversa da via Indipendenza e lo si trovava sulla sinistra). Era specializzato in cartoni animati. Ci vidi FANTASIA e altri.