Pinocchio, ovvero lo spettacolo della Provvidenza - Spettacolo teatrale (1999)

Magistrale messinscena di Carmelo Bene dal classico di Collodi più volte affrontato in carriera, e qui rivisitato in chiave sado-maso (la Fata turchina tiene il burattino incatenato) e minimalista: non c'è azione, non c'è praticamente movimento, l'intera dinamica della rapresentazione è affidata alla folle polifonia, ottenuta con le sovraincisioni e con un impressionante, allucinante tour de force vocale di Bene, che va dal falsetto più isterico e stridulo al basso più cavernoso e oltretombale. Arduo ma incredibile.

Con una scenografia povera e uno spettacolo statico, Carmelo Bene interpreta un Pinocchio legato da una catena, perennemente prigioniero, alternato dalla bravissima Bergamasco che interpreta i restanti personaggi, la maggior parte di loro "burattinizzati", che leggono la loro parte direttamente dal libro di Collodi. Inquietante la messa in scena in penombra, ottima la scelta angosciosa di dare una doppia voce alla fata turchina. Pazzesca l'interpretazione di Carmelo Bene, con cambi di tono di voce surreali. Bellissimi costumi e maschere.

Rispetto al precedente Pinocchio teatrale di Carmelo Bene del 1981, con Lydia Mancinelli nel ruolo della Bambina-Fata, questa versione televisiva del 1999 delude un po'. La cosa più sconcertante è infatti la recitazione in playback che utilizza l'audio della precedente versione teatrale. Rivedendolo più volte cdi si prova a dare una spiegazione, o anche due. Pinocchio è un burattino e Bene, essendo sia l'interprete che il burattinaio, può dare a Pinocchio sia il movimento che la voce registrata. Oppure nel 1999 Bene era già ammalato e la voce purtroppo non era più la stessa...