Three... extremes - Film (2004)

Three... extremes
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Titolo originale: Three... extremes
Anno: 2004
Genere: horror (colore)
Note: Aka "Three extremes" o "3 extremes". Sequel di "Three" (2002). Tre episodi: 'Dumplings' (Fruit Chan), 'Cut' (Park Chan-Wook), 'Box' (Miike Takashi)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/11/07 DAL BENEMERITO POL
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Pol 28/11/07 18:48 - 589 commenti

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In breve: "Dumpling" (Chan) è l'episodio più estremo sia per tematiche che per impatto visivo, ma non va oltre nonostante l'argomento si prestasse ad un approfondimento. "Cut" (Chan-Wook) è la vera nota dolente: sembra girato da un'epigono del suo autore con poche e confuse idee; forse il tema "vendetta" è ormai spremuto. Banale ed insensato. "Box" (Miike) è sicuramente il più suggestivo e "poetico", ma niente di memorabile. In generale l'impressione è di operazione fine a se stessa.

Deepred89 28/02/09 20:02 - 3706 commenti

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Horror ad episodi non imperdibile. Ben fatto ma complessivamente poco convincente il primo capitolo (Chan); teso e molto ben realizzato il secondo (Chan-Wook), nonostante qualche virtuosismo di troppo e alcuni passaggi piuttosto discutibili (tra cui il finale); passabile (con qualche riserva) il terzo (Miike), confuso e frammentario ma raffinato ed affascinante. Fotografia mediamente molto buona, così come gli attori. Mediamente siamo nella sufficienza piena, ma senza il secondo episodio risulterebbe una pellcola piuttosto trascurabile.

Greymouser 20/07/10 08:37 - 1458 commenti

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Discreto film ad episodi, caratterizzato soprattutto dalla forza del contributo di Miike, anche se non trovo disprezzabili gli altri due. Ritroviamo le consuete allucinate efferatezze narrative e visive del cinema orientale di genere, rappresentazioni a tinte fortissime delle più aberranti passioni umane, sempre però sostenute da un rimarchevole rigore formale e stilistico. Da vedere.

Trivex 22/07/10 22:07 - 1744 commenti

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Tre episodi dai contenuti agghiaccianti, in ordine decrescente d'effetto. Più delle immagini, non così estreme, sono le storie ad essere "brute", sempre in ordine decrescente. Il primo episodio è osceno, personalmente lo ritengo un abominio da anticristo sulla terra, contro la vita e contro la natura. Il secondo è tosto, il più violento, ma solo miseramente e commercialmente parlando, con la storia "più umana". Il terzo invece non mi è piaciuto, anche se la trappola è claustrofobica, mi aspettavo di più dal maestro di Visitor Q. Ma l'aria manca anche qui...

Stefania 9/04/11 18:13 - 1599 commenti

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L'eterna giovinezza, l'invidia, la vendetta, la gelosia, il senso di colpa, estromessi dalla dimensione razionale e cosciente divengono immagini d'incubo in questa mini-antologia horror. L'episodio di Fruit Chan è il più semplice e drammaticamente efficace nella sua poetica della barbarie... barbarie civilizzata! In "Cut" Park Chan Wook riesplora il tema a lui consueto della vendetta con acuti grotteschi, il terzo episodio è, per me, il migliore: impalpabile, sognante, poco lineare nella narrazione, vanta il finale più inaspettato e straziante.

Mdmaster 12/06/11 20:22 - 802 commenti

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Operazione che non ho trovato troppo sensata, ma vabbè. Fruit Chan parte bene come argomento, ma al di là dello shock non riesce ad andare. Chan-Wook sembra si sia divertito un mondo, quasi me lo immagino lì che ride durante i momenti più grotteschi; stranamente intrigante il suo episodio. Miike conclude bene, con un episodio lucido e privo praticamente di gore, a favore di atmosfera e fotografia. Comunque tre pezzi di buon cinema, anche se nessuno esattamente imperdibile. Bravi gli attori.

Daniela 18/04/15 13:52 - 12662 commenti

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Tre declinazioni dell'horror orientale. Si inizia per una ricetta di bellezza dall'ingrediente segreto (Cina), si prosegue con la vendetta di un povero/brutto/cattivo contro un ricco/bello/buono (Sud Corea), si chiude con una storia circense flambé (Giappone). Tutto impaginato con eleganza e recitato da un buon cast, ma anche schematico, sul filo dell'accademia. Difficile scegliere l'episodio migliore: la buona fattura non evita una sensazione di incompiutezza, come se i rispettivi registi avessero svolto con professionalità ma senza troppa passione i temi loro assegnati.

Hackett 25/08/17 07:57 - 1867 commenti

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Trilogia horror orientale che riprende il concetto del precedente Three. Il primo episodio incuriosisce e stordisce per la brutale e sarcastica critica alla ricerca ossessiva della giovinezza che rappresenta. Nell'episodio centrale il lato ironico prevale un po' troppo e il regista di Oldboy conferma di essere rimasto invischiato nella tematica della rivalsa. L'episodio di Miike è il migliore, pur con momenti lenti ed estremamente compiaciuti, regala poesia ed eleva una pellicola nel complesso non molto convincente.

Anthonyvm 12/05/18 22:26 - 5689 commenti

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Non ottimo ma interessante portmanteau orientale che vede coinvolte tre nazioni e altrettanti registi affermati. Il primo episodio non ha molta trama, presenta più che altro una situazione disgustosa e in questo è molto efficace. Il secondo è una più che canonica storia di vendetta con richiami al Saw di Wan, ma anche se non è originalissimo la cura tecnica e artistica è ai vertici massimi. Il terzo è lynchiano e onirico (il suo ermetismo ne è sia forza sia debolezza) ma comunque molto elegante. Nel complesso c'è di meglio, ma è un buon film.
MEMORABILE: I suoni che si odono durante la masticazione dei "ravioli" nel primo episodio; L'elaborata e intricata trappola nel secondo; L'aria sospesa nel terzo.

Bubobubo 27/09/18 17:01 - 1847 commenti

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Nomi di lusso, risultato modesto. Primo episodio abbastanza standard, anche nel tema (affrontato nel cinema orientale e non solo, a più riprese), ma complessivamente ben confezionato. Delude parecchio Park, con una storia che sembra un reboot grottesco dei filoni principali della sua trilogia della vendetta: alcune buone intuizioni vanificate da un disegno a monte piuttosto inverosimile. Affascinante il contributo di Miike, che sacrifica parte della sua abrasività grafica in favore di un ermetico (ma non ostico) simbolismo circolare. Media...

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Teddy 12/04/23 01:04 - 825 commenti

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Una maledizione, un sogno, una vendetta. La triade asiatica, composto alchemico di ossessioni e perversioni, buffet di venti gelidi e di intensi squarci di luce. Si parte con “Dumplings”, magnetico, inquietante e con un retroscena sociale che mette i brividi. Meno riuscito invece “Cut”, smarrito mediometraggio che punta la sua unica carta vincente sull’estetica. Gran finale con Takashi Miike e il suo austero, diabolico e incantato “Box”. Perfetto l’intero cast.
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