Inusuale commedia tutta al femminile che nonostante tratti l'argomento prostituzione riesce a non cadere nel becero, mantenedo una certa dignità. Potere alle donne, dicevamo: a parte la protagonista Femi Benussi (bellissima), anche il reparto comico per una volta è comandato da una donna, la simpatica Marisa Merlini, mentre i corrispettivi maschili variano dall'insipido (Gianni Dei) allo stucchevole (il pappone siciliano su tutti). Sicuramente non esilarante, ma simpatico.
Dignitosa commedia. A dispetto del titolo che potrebbe rimandare alle commedie sexy del periodo, zero assoluto di nudi (forse una tetta...) nonostante ci siano la Giordano e la Benussi (e qui qualcuno potrebbe lamentarsi). A me comunque non è dispiaciuto questo. Segnalo che si vede il poster pubblicitario di Roma a mano armata (mentre stavano girando, il film con Merli e Milian era nei cinema).
Lontano (e anche parecchio) causa assenza di contenuti -in senso lato: sia volgari, sia di testo, de facto, linguistico, sia comici- dal lotto di pellicole che rientrano nel filone "Commedia Sexy". Curioso che a firmarlo sia un regista che resterà legato all'estremo (pur poco artisticamente trattato) di cui ricolmano Giallo a Venezia e Patrick vive ancora. Massimo spreco di icone (su tutte la sempre bella Femi Benussi) legate a titoli assurdi per definizione, ma alla resa dei conti -com'è questo il caso- molto contenuti e quasi pudichi.
Tremendo. Girato a Milano in studi poverissimi e in location raccogliticce (Via Padova, la Comasina eccetera), non strappa un sorriso neppure per sbaglio. Sceneggiatura micidiale (Regnoli). Tolto il gruppo Benussi-Merlini-Ucci-le due Giordano, il resto del cast è semplicemente agghiacciante (compreso Caldarelli, poi anima del Gabibbo!). Nel totale disastro riescono comunque a spiccare la simpatica bravura della Merlini e di Ucci, mentre si conferma gradevole il musetto di Daniela Giordano (qui assai miope, esattamente come nella vita). Ma il livello del film resta inesorabilmente infimo.
Bruttissima, noiosa e inutile commedia sexy (anche se i nudi li conti sulle dita di una mano) da un regista conosciuto più che altro per i due gioielli trash Patrick vive ancora e Giallo a Venezia. Ottimo quanto sprecato il cast femminile, mediocre quello maschile (compreso il buon Toni Ucci che qui delude e non poco). Davvero da dimenticare.
Per Landi il passaggio dalla TV al cinema è deleterio e in questa commedia sexy pro legalizzazione del mestiere più antico del mondo si intravedono già la sciatteria e le miserie scenografiche e narrative (vedasi Dei che fa scendere la seriosa Benussi proprio tra le puttane al lavoro) dei pessimi Giallo a Venezia e Patrick vive ancora. Se la Benussi è sempre casta (nei nudi si esibiscono Daniela Giordano e un gruppetto di illustri sconosciute) e la Merlini e Ucci rifanno se stessi, l’unico ad avere una marcia in più è l’iracondo Cajafa, doppiato da un tonitruante Rino Bolognesi.
Penosissima commedia che parte da un assunto persino balzano ma che messo in mano a un regista attento poteva dare un film sopra le righe. Qui si gioca una carta più routinaria tentando di puntare sui protagonisti eliminando praticamente tutti i nudi. Manca proprio la base: Landi se la cavava molto meglio nei Maigret (qui usa per metà film una tremolante e fastidiosa camera a mano) con Cervi e il cast è totalmente allo sbando. Se poi aggiungiamo che le location sono sterili quanto le battute del film, è lapalissiana la vuotezza del tutto.
La volgarità del titolo richiama al cinema sexy anni Settanta, in realtà sminuisce i contenuti viceversa assai casti. Pellicola povera nelle ambientazioni, che gioca tutte le sue chance in una sceneggiatura dotata di qualche venatura sociologica avvalorata dalla verve della Merlini (l'unica che riesce a strappare una risata) e dalla bellezza della Benussi (in una delle non tante occasioni in cui recita con i vestiti addosso). Qualche momento di stanca nella seconda parte, ma complessivamente pellicola non così disprezzabile.
Batton story... Un disastro comico: non fa ridere. Il primo rullo promette una temperatura qualitativa bassa e al limite del sopportabile: le promesse saranno mantenute abbondantemente. Questo oggetto per impenitenti esploratori (io sono tra questi) delle più o meno simpatiche boiate settantiane, sceneggiato da Regnoli e firmato da Landi, lascia il tempo che trova: anche il possibile divertimento del brutto magnetico latita. Benussi e Giordano sono belle e interessanti, Merlini e Ucci professionali, ma è poco per salvare il tutto dal naufragio.
Commedietta che si eleva di un livello soltanto rispetto alla media delle altre di similare budget per l'originalità dello spunto narrativo e per un accenno di satira politica di discreto tenore. Alienanti gli interni e scialbi molti interpreti, degni di citazione Gero "Gabibu" Caldarelli in coppia con una Merlini sempre frizzante. Femi Benussi raramente così protagonista.
MEMORABILE: La riunione programmatica degli sfruttatori.
Tristissimo fin dal titolo e fallimentare sia come commedia sexy (data la scarsità di nudi) sia come tentativo di satira di costume, dato che raramente strappa un sorriso (malgrado la presenza dei sempre professionali Ucci e Merlini e di un Cajafa trucido e sopra le righe). Dispiace constatare il coinvolgimento di un regista come Landi in un’operazione così dozzinale e scialba, che non ha nemmeno la carica trash delle successive collaborazioni col produttore Gabriele Crisanti.
Pellicola dignitosa, se non altro perché incentrata su un'idea non banale, la lotta per la regolarizzazione delle prostitute, in un'epoca di film scollacciati all'insegna della donna oggetto di piacere. Che poi l'opera proceda fra alti e bassi è altro discorso, che però non ne inficia la sostanza. Non manca l'ironia, si ride senza sbellicarsi, con Toni Ucci in difficoltà a reggere ritmi comici dal minutaggio troppo prolungato per le sue doti. Uomini caricaturali, donne intelligenti (Benussi) e simpatiche (Merlini): rivincita delle quote rosa.
Satira sulla prostituzione che non calca mai troppo la mano - almeno per gli standard del cinema 70s - e che si concede pure una certa analisi sociologica e politica d'epoca, a tratti interessante visto a posteriori e con altri 40 e passa anni di politica italiana sul groppone. Più interessante e divertente comunque la prima parte mentre nella seconda si scende definitivamente nella pochade baracconesca, tra vari spogliarelli e altre amenità. Brava come sempre la Merlini, discreta la Benussi, gradite le varie facce note del cinemabis.
Fiacca commedia che tenta la strada della satira di costume sulla prostituzione ma che funziona e diverte assai poco. La storia si snoda abbastanza pigramente, le situazioni che vorrebbero essere divertenti (le riunioni di prostitute e papponi, i travestimenti di Ucci, la riunione tra gli onorevoli) mancano quasi sempre il bersaglio e il film è deludente anche sotto il profilo del voyeurismo (Daniela Giordano a parte). Peccato perché il cast non sarebbe nemmeno così male, ma qui a Landi manca anche quello spirito che ha fatto dei suoi Giallo a venezia e Patrick due cult del trash.
MEMORABILE: I cartelli delle prostitute durante la riunione; Dei che fa scendere la Benussi dall'auto in mezzo alle prostitute.
Un gruppo di prostitute, consigliate da un’insegnante sensibile al problema, si batte per il riconoscimento di basilari diritti, ma i loro protettori non si trovano per niente d’accordo. L’idea non è male e nella prima mezz’ora si ride davvero a crepapelle, poi la trama si sfilaccia e il tutto diventa una fiacca commedia dell’assurdo senza un suo centro di gravità. Un mezzo pallino in più per la bravura di Marisa Merlini, al solito nei panni della romanaccia che più sfegatata non si può.
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Son passati 32 anni dalla realizzazione di Batton Story, film che, diciamolo subito, è assai mediocre.
Però nella zona centrale azzarda una scena che ha un ché di polemico verso le istituzioni politiche del periodo (DC, PSI e PLI): e che, pur essendo tragicamente realistica per l'epoca, non sembra affatto essere stata superata, essendo composta dalla stessa miseria provocata dell'attuale panorama di "onorevoli", costituito da nuovi politici (piduisti), riciclati mastelliani e vecchie ed immortali cancrene: destinate a succhiare il sangue dell'italiano medio, sino a dissanguarlo...
B. Legnani ebbe a dire nella SEZIONE LOCATION: (...) Il vecchietto, prima di firmare, chiede se la raccolta delle firme riguarda l'uccellagione. Ciò per farvi capire il livello della sceneggiatura.
E' l'unica battuta simpatica dell'intero film!
Comunque sì, il tono è da Piero Regnoli...
È molto probabile che il dvd uscito per Surf Video (90m.) sia tagliato, come si intuisce peraltro dal brusco stacco durante la scena dello strip di Daniela Giordano nell’ufficio. Secondo il sito del Cinematografo la versione uscita nelle sale durava 100 m.
Il master proposto nel DVD Surf Video presenta il film nella sua versione integrale. Il film uscì nelle sale con il solo divieto rivolto ai minori di 14 anni e senza subire alcun taglio in censura. Calcolando il metraggio della pellicola (presente nel verbale) si arriva a una durata di 90 minuti a 25 fps (esattamente quella del DVD). L'approssimativa durata (di addirittura 100 minuti) riportata su cinematografo è del tutto errata.