Taxidermia - Film (2006)

Taxidermia
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Titolo originale: Taxidermia - Der Ausstopfer
Anno: 2006
Genere: drammatico (colore)
Regia: [3e] György Pálfi

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/11/07 DAL BENEMERITO SCHRAMM
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Schramm 21/11/07 02:51 - 3495 commenti

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Assai a sproposito si sono scomodati raffronti e analogie infelici con Bunuel, Ferreri e Jodorowski per un'opera che non ha tratti surreali né piglio vertiginosamente visionario, se mai un'attenzione verso la figura e l'immagine che può ricondurre (dovendo proprio fare oziosi confronti all'americana) a certo estro jeunetiano. Aspro ed impietoso, durissimo e molto sgradevole, rigoroso e morboso nei confronti della figura (e della sua preparazione), velenoso, non per tutti. E troppo calcolato e studiato a tavolino per essere davvero disturbante.
MEMORABILE: Raccomandazione: personalmente non insostenibile come molti proclamano, ma per uscire indenni dal secondo episodio consiglio la visione a stomaco vuoto.

Undying 17/06/09 22:16 - 3807 commenti

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Viviamo quotidianamente aggrediti da bombardamenti mediatici che ci distraggono dalla realtà delle cose. Il cinico e sempre attivo dio mitologico Thanatos, però, se ne frega dei nostri làzzi e dei nostri rincoglionimenti. Plastiche facciali, seni rifatti, cervelli "lavati": 24 ore su 24 di "beauty center" televisivo. Arriva però il momento di fare i conti con qualcosa che è più vicino di quel che ci vogliono far credere e, per fortuna, qualcuno si prenderà anche allora cura del nostro corpo: svuotandolo, ripulendolo, al pari di una preziosa e (in)utile opera d'arte, plasmata con nervi e carne.

Greymouser 12/12/10 01:00 - 1458 commenti

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Film singolare di fattura ungherese, a cui certo non difetta l'originalità dell'assunto e della trama. Il regista dimostra un gusto ricercato per l'immagine, per la composizione pittorica delle sequenze, per i toni grotteschi delle vicende narrate. Ciò che ne risulta può sembrare in certi casi molto cerebrale, ma a redimere il tutto c'è l'indubbia passione del narratore, che ci porta ad interessarci ad una storia, e senza la quale il film si ridurrebbe a puro e velleitario artificio.

Ford 24/10/12 20:48 - 582 commenti

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Film impazzito e impazzente assolutamente fuori da qualsiasi schema, che racconta tre generazioni ossessionate da temi universali come lo sono sesso, cibo e morte, una sequela di scene fastidiose e difficili per temi e truculenta messa in scena, un po' come se un quadro di Botero prendesse vita e le simpatiche pingui figure ivi raffigurate cominciassero ad ansimare per il poderoso adipe perdendo quel sorriso che la fissità e seraficità dei dipinti ci lasciava cogliere. Un film così assiduamente e precisamente assurdo da far spavento.

Pinhead80 17/01/13 22:00 - 4759 commenti

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Tre generazioni di uomini ungheresi vengono raccontati in maniera grottesca e allucinata da un Pálfi non in vena di scherzi. Sono necessari pochi secondi per renderci conto della singolarità dell'opera. All'interno di questa assurda follia si intravedono (e qui il merito è tutto del regista) sprazzi di lucidità narrativa. Un collage di situazioni al limite, dove tutto alla fin fine sembra ineluttabilmente segnato. Non mancano anche numerosi riferimenti politici. Una chicca da gustare (a stomaco vuoto).

Kinodrop 25/11/14 20:08 - 2950 commenti

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La subordinazione totale che si "riscatta" con morbose e furiose masturbazioni, le olimpiadi dell'ingozzamento fino all'ossessione e, per contrappeso, lo svuotamento dei corpi altrettanto maniacale. Una scheggia impazzita che alterna la ferocia, il vomito e il sangue a momenti di denuncia politica, risvegliando temi ancestrali. Non facile da vedere e da digerire, anche se dribblando l'orrore si assiste a un qualcosa che scuote l'equilibrio emotivo dello spettatore. Notevolissima la colonna sonora di Amon Tobin.
MEMORABILE: La studiatissima scenografia truculenta dall'inizio alla fine.

Cotola 1/01/15 12:49 - 9043 commenti

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Prescindendo dai discorsi sui simbolismi e dagli scomodi paragoni con registi di rango superiore, va detto che il film ha un suo perché ed una sua potenza. Il regista ha qualità e si vede nel gusto delle inquadrature (ricercate), alcune delle quali sono molto belle. Il primo episodio parte "piano" pur contendendo già la sua bella dose di grottesco e surreale; nel secondo fa la sua comparsa e deflagra il disgusto anche se il più inquietante mi è sembrato il terzo col suo gradivo olezzo di morte. Ma, forse, c'è anche troppa programmaticità per scioccare davvero. Comunque non per anime sensibili.

Pigro 4/08/16 07:40 - 9666 commenti

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Il soldato autoerotomane, il figlio campione di abbuffata, il nipote tassidermista: tre generazioni di esempi estremi di rapporto con gli elementi base della vita e del corpo (sesso, cibo, morte), distorti e autodistruttivi, e tre fasi allegoriche della storia ungherese. Film originalissimo e genialoide, tra grottesco e horror, da vedere a stomaco vuoto per immagini raccapriccianti e vomito e frattaglie a profusione. Ma il gusto dell’eccesso sovrasta l’acume dell’apologo infilando il film nella categoria autocompiaciuta del “famolo strano”.

Bubobubo 21/06/19 10:00 - 1847 commenti

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La d(eviat)inastia Belatony nasce per partenogenesi dalla copula tra frattaglie di maiale e un complessato soldatino che Belatony non è: ne nasce un freak obeso, uomo porcino che dell'abbuffata olimpica fa la sua ragione di vita; il terzo anello è rappresentato da un emaciato tassidermista con più di qualche problema sociale. La metafora politica è acuminata come un ferro rovente: la sgradevolezza di certe rappresentazioni (il secondo episodio) anche. A mancare è però la cura dell'insieme, che rende il film molto meno memorabile del previsto.
MEMORABILE: L'abbuffata di caviale rosso sull'imbarcazione russa.

Sonoalcine 25/02/24 00:06 - 184 commenti

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Un'indagine viscerale e surreale attraverso le (de)generazioni di una famiglia ungherese tra il Secondo conflitto mondiale fino alla Guerra Fredda, esplorando il desiderio, l'ossessione e la trasformazione. Pur tratteggiando un ritratto complesso e spesso disturbante della natura umana. Ha la sua estetica straordinaria e sequenze altamente simboliche. Al centro ci sono i temi molto vicini al popolo ungherese come la fame (che diventa un motore per le azioni dei personaggi), il bolscevismo e la ricerca di significato.
MEMORABILE: La masturbazione esplosiva; La gara di abbuffata; Gli animali imbalsamati.

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  • Discussione Undying • 17/06/09 22:03
    Risorse umane - 7574 interventi
    Sgradevolissima opera circonvicina all'interiorità dell'essere umano, e ciò in senso figurato.

    Coproduzione tra Ungheria, Austria e Francia diretta con certo sprèzzo del buon gusto dal cineasta ungherese György Pálfi.

    Parrebbe ispirata ad un reale museo che espone parti (disarticolate) di umani corpi, già fiat creatore di un film inutile quale Anatomy.

    Non a caso, cito l'opera diretta dal tedesco Stefan Ruzowtzky che è, in qualche maniera, anticipatrice dei contenuti spaventosamente (e vomitevolmente) materici presenti in Taxidermia.

    Pellicola per raffinati degustatori di piatti a base di carne fresca, finemente offerta su uno schermo insanguinato.

    Non per tutti: anzi per pochi intimi.

    Sotto: cura di bellezza nel centro e(ste)tico Mortimer



    Sotto: è risaputo che l'alimentazione eccessiva fa ingrassare... eppure l'appetito vien mangiando!

    Ultima modifica: 19/06/09 04:45 da Undying
  • Discussione Zender • 18/06/09 10:52
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Certo che in Germania quando vogliono eccedere in cattivo gusto non li batte nessuno...