Paul Schrader non è certo regista da facili operazioni commerciali; ne è conferma questo "Mishima", operazione coraggiosa, purtroppo soltanto parzialmente riuscita. Si narrano le ultime ore di vita del celebre scrittore, prima del suo clamoroso suicidio, intervallate da scene prese da suoi romanzi. Il film risulta un po' freddo e pesante ma è comunque interessante e ben interpretato. Gli estimatori di Philip Glass saranno coinvolti dalla sua splendida colonna sonora che altri potranno trovare invece piuttosto noiosa. Comunque da vedere.
Le ultime ore di vita di Mishima si alternano a racconti usciti dalla sua penna. Per chi non conosce il grande scrittore può essere un'occasione di avvicinamento: il film è tecnicamente impeccabile e le storie che racconta (compresa la morte stessa di Mishima) sono potenti e ben fatte. Ma per chi lo conosce è inevitabile la sensazione della banalizzazione: la scelta di fare un minestrone tra realtà e fantasia, alla fine non aiuta né a godersi la narrazione né a imparare qualcosa. Né carne né pesce, è un film né bello né brutto...
Pezzi della vita del grande scrittore giapponese Mishima, inframezzati da tre episodi
tratti da altrettante opere e non solo quelle. Non conoscendo bene la figura e gli scritti di Mishima, l'ho trovato bello e coinvolgente, soprattutto poichè trascinato
da una forma visiva smagliante, corroborata da una fotografia eccellente e dalle musiche notevoli e magnetiche di Philip Glass. Schrader non gira film banali e questo
ne è la conferma. Probabilmente da sconsigliare agli amanti dello scrittore e in ogni
caso non proprio per tutti.
Film il cui giudizio, lo premetto, non può non esser inficiato dalla personale avversione per l'opera (non meno che per "l'umanità") del personaggio Mishima. Schrader, col suo caratteristico stile "trascendente", ha l'originale intuizione di alternare racconto del "teatrale" estremo atto finale e letterale messa in scena di alcuni lavori dell'artista, col risultato di una mise en abyme che, straniando il protagonista, ce ne restituisce paradossalmente la spocchiosa autoreferenzialità. Pellicola sfuggente ed urtante: non si rischia di restar indifferenti.
MEMORABILE: Il lungo dialogo in cui Kiyomi Akita "compra" Asamu; La " visione" del martirio di San Sebastiano; Il penoso comizio sul tetto, sotto fischi ed urla.
Per chi conosce ed ama approfondire la figura di Mishima e le sue opere, questa sintesi proposta da Schrader non può che apparire fredda e riduttiva, sebbene si riveli utile come introduzione per il neofita o il semplice curioso. A livello filmico, si plaude all'elevata cura soprattutto sul piano scenografico, facendo convivere Oriente e Occidente come di solito avveniva nei romanzi - e nella vita - dello scrittore giapponese, mentre l'atto clou del seppuku, epurato dei dettagli più sanguinosi ed insostenibili, si sublima liricamente.
MEMORABILE: Le scenografie di cartone per "Il padiglione d'oro"; L'atto finale.
Grande scrittore, ma anche uomo controverso, un nazionalista "mistico" fanatico dei valori tradizionali che, volendo trasformare se stesso in un'opera d'arte, mise in scena uno spettacolare suicidio pubblico. Schrader racconta episodi della sua vita frammezzati da scene ispirate ad alcune delle opere più famose, con un effetto intrigante nella sua stilizzazione ma anche molto freddo e distaccato. Il risultato è un biopic certo originale nell'approccio, ma forse meno provocatorio di quel che ambiva ad essere: un elegante esercizio di stile, ammalia lo sguardo ma non turba.
MEMORABILE: Le sequenze ispirate a "Il Padiglione d'oro".
Lavoro piuttosto ambizioso in cui le ultime ore di vita di Mishima, prima del celeberrimo suicidio, vengono alternate ad episodi della sua vita e a scene ispirate ai suoi scritti; ne esce un quadro piuttosto confuso, anche se visivamente affascinante nel ricreare certe suggestioni pop di cui lo scrittore era amante, che contrastano con i segmenti quasi monocromatici del tragico epilogo. Più che un biopic, un tentativo di estrarre l'essenza dell'immaginario e della personalità di Mishima che può dirsi solo parzialmente riuscito, con un protagonista forse non perfetto per il ruolo.
Paul Schrader HA DIRETTO ANCHE...
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Nel 1966, Mishima diresse (insieme a Masaki Dômoto) ed interpretò un film (Yûkoku)che parla di un tenente dell'esercito che si suicida mediante seppuku. Notizie di tale opera si trovano qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Patriottismo_(film)
Caesars ebbe a dire: Nel 1966, Mishima diresse (insieme a Masaki Dômoto) ed interpretò un film (Yûkoku)che parla di un tenente dell'esercito che si suicida mediante seppuku. Notizie di tale opera si trovano qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Patriottismo_(film)
CuriositàDaniela • 17/12/20 14:05 Gran Burattinaio - 5927 interventi
IL QUADRO GALEOTTO Nel film si vede Mishima bambino che prova il primo turbamento sessuale guardando la riproduzione di un dipinto raffigurante il martirio di San Sebastiano. Si tratta di uno degli otto dipinti che Guido Reni (1575–1642) dedicò alla figura del martire cristiano, attualmente conservato a Genova in Palazzo Rosso (notizie qui). Mishima descrive l'effetto suscitato dalla vista del quadro in un passo del suo libro autobiografico Confessioni di una maschera. Lo stesso Mishima si fece ritrarre nel 1963 dal fotografo Eikoh Hosoe nella stessa posa del santo. Per un confronto tra quadro e fotografia, e per leggere il passaggio in questione in Confessioni di una maschera, vedere qui.
DiscussioneZender • 17/12/20 14:20 Capo scrivano - 47787 interventi