Mimì e le ragazze della pallavolo - Serie animata (1977)

Se l’obiettivo di Mimì Ayuhara era studiare una mossa vincente, questa Mimì apocrifa deve invece mettere insieme una squadra per fare le partite di pallavolo e trovare sponsor. Le storie sono più tranquille, l’atmosfera e il disegno più rilassati e gli allenamenti privi della crudezza della prima serie. Ne risulta una cartone molto meno avvincente, ma comunque più che gradevole. La sigla è sempre affidata alla brava Georgia Lepore, oggi attivissima doppiatrice.

Insomma. La serie non è di certo originale, l'animazione è più che discreta, le sceneggiature non sempre funzionano. Se si è appassionati del genere potrebbe piacere, a me personalmente non ha convinto più di tanto... Provate la visione però, non si sa mai.

Ma com'era difficile creare un'altra Ayuhara, alla fine degli anni '70, dopo che la prima aveva smesso da un po' di giocare. Qui, più che le partite, era il come si formava la squadra di pallavolo e la ricerca di un'allenatore, quel che contava. E poi, più che Mimì Miceri, era la sua antipatica compagna di squadra Jenny che rubava la scena a tutte le giocatrici. Persino l'immancabile studente svogliato, un ragazzone esperto di judo (innamoratissimo di Mimì) riusciva a ritagliarsi il suo spazio. Serie tv minore sulla pallavolo, pre-Mila e Shiro.

Ennesimo anime sul mondo della pallavolo, tecnicamente poco convincente ma che tutto sommato si guarda con piacere. I cliché sono i consueti del genere (temi quali amicizia, rispetto, sacrificio), come i difetti (giocatrici impegnate in acrobazie poco credibili, frammenti di animazione ripetuti all'infinito). Qui da segnalare in negativo anche un doppiaggio al limite dell'assurdo. La sufficienza però la strappa: per il ritmo, i buoni valori narrati e qualche momento azzeccato, che lo fa preferire al sopravvalutato Mila e Shiro. Merita di essere riscoperto.