Il piccolo caos - Corto (1966)

Il piccolo caos
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Titolo originale: Das kleine Chaos
Anno: 1966
Genere: corto/mediometraggio (bianco e nero)
Note: Cortometraggio (9m.19s.)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/11/07 DAL BENEMERITO HOMESICK
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Homesick 5/11/07 11:39 - 5737 commenti

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Secondo corto di Fassbinder, questa volta avvicinabile al noir che svilupperà nell’esordio ‘L’amore è più freddo della morte’: qui troviamo infatti tre rapinatori (due uomini e una donna) e una vittima tra i quali si instaurano già quei rapporti di potere e sopraffazione spesso narrati dal cineasta tedesco. Ricco di dialoghi e azione, vira verso un frenetico finale musicale. Domina la scena un giovanissimo Fassbinder, con la sua recitazione naturale, incisiva e impeccabile.

Pigro 23/07/10 09:50 - 9635 commenti

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La vendita porta a porta non funziona e allora tre giovani decidono di rapinare un appartamento. Favoletta morale più che tranche de vie: Fassbinder registra qui, nel momento di slancio economico del paese, le sottili degenerazioni del sistema che si impiantano sull'innata crudeltà dei rapporti umani. I teppistelli che seviziano blandamente la loro vittima prima di prendere soldi per comprarsi qualche sciocchezza sono il segnale di una deriva di patetica crudeltà che l'autore racconterà splendidamente nei film a venire.

Pinhead80 21/03/16 18:46 - 4719 commenti

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Due ragazzi e una ragazza cercano di guadagnare qualcosa con le vendite porta a porta senza successo. Decidono allora di passare alle maniere forti. In questo cortometraggio Fassbinder (anche attore) dimostra subito di avere le idee chiare rispetto ai rapporti di forza che si vengono a creare tra le persone. Non importa quali siano le ragioni per cui si esercita questa forza (in questo caso futili), ciò che conta è poterla esercitare ai danni dei più deboli (i quali oppongono una resistenza passiva: quella di chi si sente già sconfitto).

Giùan 15/11/16 10:37 - 4539 commenti

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Secondo corto di Fassbinder, nel quale piuttosto che ritrovar le radici della futura poetica melò del fagocitante autore tedesco è curioso rilevare la plateale ma fresca matrice godardiana (i richiami a A bout de souffle). Così a colpire è soprattutto l'accostamento tra la vitalità tipica del primo Godard e il latente pessimismo di fondo del film (il cinismo sprezzante, malcelato da un distacco solo apparentemente disincantato). Nella squallida camera dove avviene il dialogo tra i tre protagonisti campeggiano poster della Greco e foto di James Cagney.
MEMORABILE: L'apparizione di Lilo Pempeit, unico feticcio fassbinderiano presente nel film.

Alex75 17/02/20 18:41 - 878 commenti

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Al suo secondo “corto” Fassbinder mostra già, sia pure in modo incompiuto, la sua personale visione dei rapporti umani: qui la sopraffazione si mescola alla meschinità (l’obiettivo, i mezzi, le violenze e i risultati dei tre protagonisti sono quasi ridicoli). Nonostante il ridotto minutaggio e il minimalismo del racconto, si notano i risultati del talento e degli studi del giovane cineasta bavarese.
MEMORABILE: “Voglio vedere un film di gangsters che finisca bene, per una volta”; Le intenzioni dei tre protagonisti riguardo al bottino.

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