Decalogo 7 - Film (1990)

Decalogo 7
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Titolo originale: Dekalog, siedem
Anno: 1990
Genere: drammatico (colore)
Note: Aka "Il Decalogo 7". Film ispirato al settimo Comandamento "Non rubare"

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/10/07 DAL BENEMERITO RENATO
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Renato 15/10/07 11:22 - 1648 commenti

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Settimo episodio. Generamente considerato uno dei meno riusciti, è effettivamente meno sincero nel trattare una materia scabrosa... Due sorelle scappano dai genitori, Majka e la piccola Anja, ed una volta rimaste sole la più grande rivela alla piccola di essere in realtà la sua vera madre, cosa tenuta nascosta per anni in modo da evitare un possibile scandalo. È tutto vero, ma cambiare certe cose non è facile come potrebbe apparire... Molto ben recitato e con solo un vago riferimento al comandamento (il "furto" è quello della bambina).

Pigro 18/03/09 08:56 - 9666 commenti

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La sua sorellina è in realtà sua figlia e lei, ottenuto il visto per espatriare, la rapisce per diventare la madre finora negata. Un film costruito su un asse matrilineare, femminile, dove i due padri sono esseri più o meno pallidi, incapaci di responsabilità. Costruito sul comandamento del Decalogo "non rubare" l'opera pone l'interrogativo sulle qualità del furto: chi ha rubato la bambina, ma soprattutto chi ha rubato l'identità di chi. Magistrale nella sua semplicità la storia ben descritta da Kieslowski.

Nando 24/05/10 00:25 - 3814 commenti

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Ispirato al VII comandamento biblico, il film interpreta il termine "Non rubare" in maniera diversa dal solito. Attualissimo nella trama che sciorina una nonna madre che per il buon nome della famiglia si arreca il diritto di diventare madre del figlio generato dalla propria figlia. Un'inquietudine costante pervade la narrazione, che evidenzia le varie difficoltà dei protagonisti nel cercare la risoluzione della vicenda. Tuttavia emerge una sana lucidità che lascia dubbi nel finale. Il tema dell'acqua emerge nel ramo che galleggia nel ruscello.

Pinhead80 29/05/10 12:18 - 4759 commenti

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Si può rubare quello che è nostro? Questa è la domanda esistenziale che si pone una giovane mamma, alle prese con una figlia che non le è riconosciuta come tale. Altro grande esempio di cinema, dove la sofferenza umana viene trattata con estrema delicatezza ma, allo stesso tempo, in maniera asciutta. La solitudine della protagonista, incompresa e frustrata, buca lo schermo.

Luchi78 14/01/11 16:45 - 1521 commenti

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Il settimo episodio del decalogo è uno squarcio nel mondo degli affetti familiari, dove la gelosia, l'invidia e la vergogna cancellano anche i legami più forti (quello tra madre e figlia) e culminano con il "furto" della bambina (ma chi è il vero ladro e soprattutto si può rubare ciò che è già nostro?). Kieslowski traccia un ritratto di dolore e disperazione, autentico e senza soluzione.

Giùan 22/08/11 16:07 - 4559 commenti

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Non rubare! Ancora una volta nel Decalogo (eccezion fatta per l'inequivocabile Non uccidere), lo spunto morale da cui Kieslowski e Piesiewicz prendon l'abbrivio per la "rappresentazione" del comandamento biblico è originale quanto complesso. Per una volta però, la rovente materia trattata (il conflitto tra due genitrici che paiono usurpare entrambe in realta il titolo di madre) pare svolta di malavoglia, anodinamente. Non a caso più che mai a restar impressi son i tipici dettagli significanti di cui il film è disseminato (gli orsetti di pezza tra tutti).

Paulaster 4/03/16 10:20 - 4419 commenti

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L'appiglio al comandamento del non rubare è risibile in quanto si tratta di una contrapposizione di istinti animali (che ha come fulcro la maternità). Caratteri spiegati quanto basta come l'emotività che si concentra in pochi momenti (seppur strazianti), sempre con protagonista la bambina. Avvince per una tensione emotiva crescente, anche se nella conclusione gli artigli vengono lasciati da parte e si scompensa il gesto iniziale.

Hackett 9/01/18 19:46 - 1867 commenti

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Struggente storia di amore familiare. Questo settimo capitolo, partendo dal comandamento che impone di non rubare, ci porta all'interno di una questione di furti ben più intima e delicata. Una storia di amore rubato e di giovinezza non vissuta. Un difficile rapporto madre - figlia che si ripercuote sulla nipote. Le due madri, come le due figlie, alla fine perderanno qualcosa per colpa delle cose non dette, dei rancori latenti e della voglia di essere amate.

Lou 20/02/19 10:26 - 1121 commenti

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"Si può rubare qualcosa che è già tuo?" si chiede Majka in fuga con la sua bambina concepita a 16 anni e attribuita a sua madre per coprire lo scandalo. O fu invece sua madre a rubarle la gioia della maternità? Kieslowski tratta con delicatezza i potenti interrogativi legati a un particolare caso di affetti familiari, senza offrire risposte ma concentrandosi magistralmente sul dolore e sul disorientamento della giovane madre.

Mickes2 29/04/20 18:52 - 1670 commenti

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Rubare ciò che è proprio per sentirsi madre, quel sentimento innato e primordiale che potenzialmente alberga nel cuore di Majka, ma che forse le fu stato strappato. Un tema scottante che nelle mani di Kieslowski e Piesiewicz diventa naturale e umano quanto la piccola Anka, che alla richiesta della mamma risponde solo con un nome, quello che conosce da sempre: “Majka”. Sicuramente non fra i più incisivi del Dekalog, ma senza demeriti. C’è solo tanto merito in altri episodi. Davvero notevole.
MEMORABILE: Il finale.

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Bubobubo 7/10/20 02:15 - 1847 commenti

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L'atto del rubare presuppone un trasferimento illecito di proprietà da una mano a un'altra. E se entrambe le mani appartenessero alla stessa persona? Prendendo spunto da un dramma familiare certo esasperato, ma non privo di fascino morboso (la madre della giovane protagonista, di cui non ha stima, s'intenta arbitrariamente la maternità della nipotina), Kieslowski tesse i fili di una storia che per cupezza e mancanza di prospettiva futura arriva quasi nelle vicinanze del primo, insuperabile capitolo. Maja Barelkowska, abbandonata da tutti, è tra le sue protagoniste più complesse.
MEMORABILE: Ultimatum prima dell'espatrio in Canada.

Jdelarge 27/01/22 10:04 - 1000 commenti

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Com'è consuetudine in Kieslowski, la colpa e il peccato nascondono sempre sottotesti che, in qualche maniera, assolvono parzialmente i colpevoli e portano lo spettatore a interrogarsi su svariate questioni etiche. In questo caso il furto è da considerarsi sotto molteplici aspetti che fanno di tutti i personaggi in scena, a loro modo, dei ladri. Dialoghi non sempre all'altezza dello standard al quale il regista ha abituato nei suoi primi episodi del Decalogo.

Daniela 5/02/22 12:02 - 12662 commenti

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Majka ha un pessimo rapporto con la madre che la tratta con durezza mentre il padre sembra più comprensivo ma non prende posizione. Un giorno, "rapisce" la sorellina con l'intenzione di fuggire all'estero insieme a lei... Una vicenda di maternità negata per rispetto delle convenzioni sociali è al centro di questo scontro tra le due donne a cui gli uomini assistono come spettatori inerti: un capitolo inaspettatamente meno coinvolgente del previsto considerato il soggetto, ben diretto e ben interpretato ma che non sorprende né sconvolge come invece accade con altri del Decalogo.  
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