Decalogo 3 - Film (1990)

Decalogo 3
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Titolo originale: Dekalog, trzy
Anno: 1990
Genere: drammatico (colore)
Note: Aka "Il Decalogo 3". Film ispirato al terzo Comandamento "Ricordati di santificare le feste"

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/10/07 DAL BENEMERITO RENATO
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Renato 14/10/07 22:51 - 1648 commenti

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Terzo episodio. Il patetico raggiro di un uomo sposato e con prole da parte di una sua ex amante, che lo costringe con un sotterfugio a trascorrere insieme a lei la notte della vigilia di Natale. Rimane fortemente impresso lo squallore del girovagare notturno dei due in una fredda Varsavia... un grottesco dal retrogusto amarissimo, quello presentatoci dal regista e dal co-sceneggiatore Krzysztof Piesiewicz.

Pigro 17/03/09 08:36 - 9635 commenti

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La vigilia di Natale lei chiama il suo vecchio amante per andare alla ricerca del marito scomparso. Kieslowski ci mostra la brulicante vita dei tanti che nella "notte santa" lavorano e, in parallelo, le sottigliezze di un amore che non guarda giorni feriali o festivi. Come sempre, colpisce l'umanità che il regista riesce a far emergere in tutti i personaggi, anche quelli secondari e anche le comparse: Gesù sembra nascere in un momento in cui tutti hanno altro da fare, ma tutti sono, in qualche modo, immagine del suo dolore.

Galbo 21/05/10 17:11 - 12380 commenti

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Nel Decalogo 3 (ispirato al terzo comandamento), il regista Kieslowski mette in scena una storia di ordinaria solitudine. Una donna per passare qualche ora con il suo ex amante inventa una pietosa bugia che costringe l'uomo ad un lento girovagare durante la notte di Natale. Il racconto ha il limite dell'eccessiva lentezza del ritmo ma il regista riesce a rappresentare come pochi il senso di angosciante solitudine della protagonista che sembra riflettersi anche nel contesto.

Pinhead80 17/01/10 11:59 - 4720 commenti

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La sera della vigilia di Natale due persone non rincorrono solo il loro passato ma pure il loro presente e in qualche modo segneranno anche il loro futuro. Tutta la gamma dei sentimenti viene rappresentata. Facendo molta attenzione ai particolari, il regista riesce a trasmettere allo spettatore quella sensazione di ambiguità che regna nel film. Molto bello, ma non uno dei migliori della serie.

Nando 17/05/10 14:58 - 3810 commenti

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Ispirato al III Comandamento biblico, il film narra il vagare errante nella notte nevosa di Varsavia di due ex-amanti, alla ricerca del marito di lei, scomparso. Un senso di inquietudine pervade la trama e la paura della solitudine è ben rappresentata dalle menzogne della donna che tende all'autodistruzione. La presenza dell'acqua, elemento trainante dell'intera opera del regista polacco, stavolta si materializza sottoforma di neve.

Cotola 11/08/10 00:59 - 9012 commenti

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Il terzo capitolo della grande opera di Kieswloski non è tra i migliori della "serie" ma resta nella memoria per la rappresentazione notturna di una Varsavia davvero livida, cupa e violenta e per la solita capacità del regista polacco di ritrarre personaggi dalla profonda, complessa e "disperata" umanità. Il risultato finale è quindi molto buono. Il legame col comandamento mi è sembrato più sfumato che in altre occasioni.
MEMORABILE: Il trattamento che il guardiano riserva ai poveri ubriachi, costretti a stare nudi, nel centro alcolisti.

Luchi78 13/01/11 17:45 - 1521 commenti

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Il terzo capitolo del decalogo non è dei migliori. Il protagonista corre dietro ad una ex amante per tutta la notte di Natale, mentre lei con l'inganno tramava uno stupido gioco per sfuggire ad una tremenda solitudine. Un quadro desolante ma obiettivamente scontato, salvato da un'ottima fotografia di una Varsavia desolata e bagnata dalla pioggia.

Giùan 21/08/11 11:26 - 4540 commenti

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Ricordati di santificare le feste. Il terzo capitolo del personale Decalogo Kieslowskiano si snoda nella più Santa delle notti, quella del Natale, ma a chiedere di essere onorata, dal proprio ex amante, è una donna sola, "costretta" a inventare la pietosa bugia della scomparsa (in realtà abbandono) da parte del marito. Il dolore è meno introspettivo rispetto agli altri episodi, affidato più alle immagini di una desolante Varsavia notturna e alle facce (incorniciate dai colbacchi) di Olbrychski e di Maria Pakulnis.

Mickes2 8/04/14 23:01 - 1670 commenti

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Lo sfondo notturno di una Varsavia innevata accoglie un film sottile nel quale Kieslowski con sguardo solenne e ricco di umana pietas ci catapulta dentro il vissuto di due ex amanti mostrandoci il lato dolce e quello sofferente del Santo Natale. Quanto può far male la solitudine? Il passato che ritorna con forza nel presente riportando a galla amori e dissapori, scelte e rimorsi mai davvero risolti. Ma è solo il desiderio del condannato (?), un vagito d’irrequietezza che si esemplifica negli occhi rossi e saturi di lacrime dell'intensa Pakulnis.

Paulaster 10/03/16 10:36 - 4391 commenti

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La vigilia di Natale a Varsavia come un ritratto di nero pessimismo: l’amore svanito, città spoglia e deserta, ubriachi mortificati e una nenia per canto. La trama si svela nelle menzogne senza portare a un colpo di coda finale con brevi parentesi in auto a dar vivacità a una mesta solitudine. Regìa che si fa notare per l’utilizzo di luci rosse che fanno Natale ma che sono anche gli unici momenti caldi in una notte senza affetto.

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Hackett 4/01/18 08:41 - 1865 commenti

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Per questo terzo capitolo (Ricordati di santificare le feste) la vicenda si svolge la notte di Natale e seguiamo il viaggio notturno di due disperati, due amori insoddisfatti che si mentono e cercano un modo di aiutarsi a vicenda. Sullo sfondo, altrettante famiglie tradite dalla loro passata relazione clandestina. La solitudine è il sentimento imperante di questo racconto, che si svolge in una Varsavia dormiente e semi deserta. Magnetica la prova dei due protagonisti.

Lou 13/02/19 15:55 - 1119 commenti

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La solitudine durante le feste natalizie è ancora più insostenibile, così Ewa decide di coinvolgere con l'inganno l'ex amante per passare la notte della vigilia con lui. L'uomo sta al gioco, per senso di colpa o rassegnazione o debolezza e interrompe la cena in famiglia per accompagnare la donna in un improbabile tour notturno in una Varsavia gelida e deserta. Il regista polacco declina il tema della solitudine con la consueta narrazione scarna ma intensa, densa di particolari volti a evidenziare la debolezza della condizione umana.

Bubobubo 21/07/20 11:14 - 1847 commenti

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Alla vigilia di Natale Ewa (Pakulnis) chiama Janusz (Olbrychski), con cui ha avuto una relazione extraconiugale, pregandolo di aiutarla a rintracciare suo marito, apparentemente scomparso nel nulla. L'immota, tetra e innevata Varsavia è metafora sin troppo evidente del silenzioso deserto interiore in cui vagano i due protagonisti, inchiodati da un passato che non smette di tornare. Non entusiasma la realizzazione: ritmi inutilmente lenti, narrazione monodimensionale, un finale che più che aperto sembra sospeso. La sensazione è che Kieslowski avesse poche frecce nella faretra.
MEMORABILE: Scontro col tram evitato per un soffio.

Jdelarge 10/01/22 10:22 - 1000 commenti

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La viglia di Natale diventa teatro di un incontro sofferto, ma anche incredibilmente tenero, tra due ex amanti evidentemente ancora legati da un sentimento che, però, non fa più male, proprio come la lametta del rasoio con la quale i due protagonisti provano a tagliarsi. La bellissima fotografia, che gioca con i colori tipici del Natale, il rosso e il verde, contribuisce a creare un'atmosfera avvolgente e, al tempo stesso, straniante, andando a evidenziare la solitudine dei personaggi. Regia magistrale.

Daniela 2/02/22 15:22 - 12626 commenti

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La vigilia di Natale, un tassista che ha trascorso la serata con moglie figli deve allontanarsi perché l'ex amante pretende di essere aiutata nella ricerca del marito scomparso. Nelle ore seguenti, trascorse girando per la città, emerge però la verità... Meno coinvolgente di altri episodi per quanto attiene le vicende dei personaggi coinvolti, il terzo capitolo risulta invece efficace nella rappresentazione di una Varsavia emotivamente fredda ed ostile che marginalizza le persone indifese, mentre il clima festivo rende ancora più pesante da sopportare la loro solitudine.

Mattatore 12/10/23 15:48 - 79 commenti

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Ponendo magistralmente l'accento sul degno co-protagonismo della periferica desolazione polacca e di un'impassibile coltre di neve invernale, l'autore sviscera mediante sprazzi delicatamente dolorosi (l'arrangiato Babbo Natale contrapposto al lamento dell'alcolizzato, la muta apprensione della moglie/la smaniosa solitudine dell'amante) un ulteriore episodio di alienata e inguaribile perdizione cittadina, stavolta scandita dagli ultimi fuochi di un amore proibito. Inferiore ai precedenti, pare cogliere nel segno con minor efficacia, nonostante il sentito apporto interpretativo.
MEMORABILE: Il trattamento degli alcolisti dispersi; L'insaziabile sete di fuga in auto; Il muto assenso della moglie; Le bugie di Ewa; Il definitivo addio.
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