Uno dei film , incentrati su un serial killer, più originali, bizzarri, grotteschi, anomali, buffi e sgangherati che ho visto in vita mia.
Non si sà bene da che parte prenderlo questo
Mr. Brooks, che spesso sembra una parodia del genere, una versione "commedia nera" di
Henry pioggia di sangue (impagabili i giri a vuoto notturni in macchina, a caccia di possibili prede, gli scoppiettanti dialoghi-che spesso sfociano nella più deliziosa comedy macabra "sofisticata"- tra Costner e la sua spettrale e inquietante "meta oscura" di William Hurt-una specie di
Harvey mefistofelico-, l'anonima alcolisti per cercare di guarire dalla sua "droga" di uccidere), bighellonando tra strade di notte e discorsi sul piacere dell'uccidere manco stessero parlando di una partita di Champions League.
Evans (già sceneggiatore di razza,
Starman,
Stand by Me) dipinge la figura di Costner come un serial killer silenzioso, organizzato, freddo e spietato, ma anche amorevole paparino e giustiziere per buone cause , che alla fine risulta un anti eroe simpaticissimo per cui non si può non tifare e provare empatia.
Lo script mette troppa carne al fuoco e infila un colpo di scena dietro l'altro (la figlia di Costner tornata dal college e il suo segreto, il serial killer Mix che fugge di prigione, il testimone oculare che vuole assistere ai suoi omicidi, l'esecuzione da giustiziere per tirare fuori la detective, Demi Mooore, dagli impicci di un ex marito viscidello e bastardello) e Evans non sempre calibra bene la regia (bruttarella la sparatoria finale tra la Moore e Mix, tamarro il suo rapimento sul furgone, sempre da parte di Mix, da puro action movie stile
L'uomo nel mirino) e l'eccesso caricaturale prende spesso il sopravvento (la figlia col suo stesso dna criminale), ma e un opus eccentrico, che non annoia e tiene bene le due ore, con il prefinale al cimitero davvero degno di nota (come si fà presto a cambiare idea).
Pochi, ma tosti, i momenti di violenza (l'esecuzione a freddo della coppietta esibizionista mentre fà l'amore a letto, il corpo appesso pieno di siringhe che manco una vittima di
Saw) e con due picchi splatter (la badilata che trancia la gola e le forbici piantate nel collo in uno dei momenti più sorprendenti e feroci del film).
Insomma, uno "psycho thriller" come lo farebbe Lawrence Kasdan, che, se pur imperfetto e non esente da scivoloni, risulta non poco originale e fuori dal comune.
Grandissimi Hurt e Costner, una Moore ritrovata e stonatissimo Dane Cook (il suo personaggio proprio non mi e andato giù per tutto il film)
Bellissima la fotografia notturna di John Lindley e almeno tre grandi momenti: Costner nudo davanti all'inceneritore che aveva un che di ritualità orientaleggiante, la telefonata di Costner, sul tetto del palazzo, alla Moore e Cook che si piscia sotto assistendo al lavoro di Mr.Brooks.
La semplicità nell'uccidere e la libertà della follia, con un ghigno stampato sulla faccia.