Uno slasher che slasha tanto poco non si capisce mai quale senso possa avere. D'accordo, qui si varia sul tema inserendo il killer all'interno di un college americano dominato dalla rivalità tra la solita confraternita irrequieta sempre sull'orlo dell'espulsione (chiamata BDB) e quella dei figli di papà (rappresentata a dire il vero da un unico biondino trattato a pesci in faccia dall'inizio alla fine), ma il focus resta pur sempre sulla maschera con scure a due lame e tunica che macella ragazze dalle grandi poppe in frequente evidenza. Che sia la loro prosperosità a condannarle? O magari il fatto che si concedano ai servizi fotografici sporcaccioni di un misterioso...Leggi tutto “artista” sempre in penombra? Di fatto della scomparsa delle poverette non se ne occupa nessuno; l'unica che ne nota l'assenza e non crede se ne siano semplicemente andate senza avvertire come lì spesso capita è la rossa Toni (Ludwig), da poco arrivata e subito chiamata a scrivere un reportage sulla "Settimana selvaggia" (RUSH WEEK è il titolo originale), durante la quale le regole della scuola si fanno meno rigide e scatta una sorta di “sfogo” generale. I più pronti a sfruttare i giorni di semianarchia - manco a dirlo - sono quelli del BDB, che organizzano feste a ripetizione inneggiando alla distruzione di ogni regola. Non è che poi in realtà facciano molto (al massimo esibiscono le natiche scoperte dai finestrini del bus), ma il clima è quello goliardico che Landis ha portato al successo, nel quale il nostro bravo killer sguazza a meraviglia confondendosi facilmente nel marasma. Ma Toni ha capito che qualcosa non quadra e cerca di convincere il leader dei BDB (Hamilton) a darle una mano. Questi pare stranamente più maturo dei suoi amici: passa dal ghigno complice a momenti di riflessione o di astrazione dalla realtà e Toni gli piace, eccome! Ci si aspetterebbe che il film - come da tradizione a stelle e strisce negli Ottanta - ci deliziasse con ammazzamenti multipli e sanguinari, invece tenta piuttosto la via della suspense (fallendo miseramente) cercando di imbastire uno di quei whodunit elementari in cui chi ha dimestichezza col genere arriva alla soluzione un'ora prima e che in ogni caso non forniscono indizi utili a sviluppare un minimo di indagine. Si punta al clima da teen thriller spensierato e talvolta becero, si carica il ritmo con qualche esibizione musicale rock, si riempie la scena con giovani che straparlano rimbalzandosi frasi sciocche mentre belle ragazze esibiscono le loro grazie, si contiene curiosamente la volgarità e si affida a Pamela Ludwig il compito di seriosa studentessa che ha il compito di risolvere il mistero. Delitti quasi sempre fuori campo (l'unico che non lo è - finale a parte - si risolve con un banale colpo d'ascia in pancia), personaggi prevedibilmente insulsi – per quanto valorizzati da una recitazione superiore alla media del genere - e giusto un po' di qualità nella tecnica registica e nella fotografia. Insomma, non così terribile ma ampiamente trascurabile.
Non dispiace, questo slasher universitario che parla di un tizio mascherato da morte nera con ascia bipenne che uccide alcune studentesse di un college Californiano che hanno a che fare con un misterioso giro di foto erotiche. La storia un minimo di interesse la crea, di sangue quasi zero mentre non mancano le ragazze tutte ben dotate fisicamente... La confezione invece non è il massimo.
Slasher con whodunit ambientato in un campus universitario. Tra confraternite e scherzacci, per buona parte sembra più Animal house che un horror, anche perché lo splatter viene totalmente bandito (solo un omicidio visibile, il resto tutto rigorosamente fuori campo); tra indagini e red herrings, in realtà è facile individuare il colpevole e quindi il finale risulta prevedibile. Tensione assente a favore di un clima da teen-movie 80s; buona la confezione, generosi i topless, peculiare l'atmosfera festaiola d'epoca ma l'orrore sta decisamente da tutt'altra parte. Inoffensivo.
MEMORABILE: L'apparizione di Gregg Allman degli Allmann Brothers nei panni di un guru.
L'inizio anticipa i disgraziati teen-horror che faranno (purtroppo) faville negli anni 90. Non si vedono scene di violenza (e non è un male), in compenso abbondano parentesi da commedia giovanile stile primi anni 80. Nel finale si cambia registro in tutti i sensi. Nel complesso il film è ben riuscito e si lascia vedere, anche se ha qualche difetto. Buona la prova del cast.
Nella prima parte sembra di vedere più che altro un versione di serie B di Animal house (c'è perfino un attore grassoltello che imita Belushi o almeno ci prova) o di Porky's, con le confraternite, gli scherzacci e tipe da copertina generosamente esposte (tra cui una maestosa Kinmont). La parte thriller/horror appare più macchinosa e scontata, con poco sangue e un ridicolo mietitore che si aggira con un'ascia bipenne. Cast poco espressivi o legnoso, fatta eccezione per la Ludwig, rossa grintosetta che non farà molta carriera. Non fa male, si dimentica in fretta...
Misconosciuta opera che si attesta su di un discreto livello in ambito slasher. In realtà, pur inserito certamente in tale sottofilone, la contaminazione con la commediaccia (Porky's e La rivincita dei nerds sono gli esempi che segue) ed il whodunit; la nostra protagonista infatti deve cercare di dipanare la matassa, mentre i collegiali fanno bagordi, risulta tutto sommato piacevole. Non scorrono fiumi di sangue, ma non manca l'atmosfera e i nudi sono garantiti. Final girl ottimamente interpretata e tutto sommato carino anche il look del killer.
Qualche fanciulla popporuta, tante monellerie da confraternita tra villosi sederi al vento e allegre burle con i cadaveri, un bombardamento di sciocchezze senza il minimo sindacale di logica: alla fin fine e se accompagnato da alcool potrebbe anche strappare mezzo sorriso, ma come slasher lasciate perdere (cinque omicidi di numero, quasi tutti fastidiosamente fuori campo) e lo stesso vale se cercate fremiti da whodunit, visto che già al quarto d’ora ci sono pochi dubbi su chi possa essere l’assassino. Interpretazioni e regia sotto il livello di guardia. Una birra calda e sgasata.
MEMORABILE: La starlette che posa per un servizio fotografico in reggiseno e mentre si riveste non appena ha terminato è invece magicamente in topless...
Aspirante reporter in un college americano indaga sulla sparizione di studentesse coinvolte in un giro losco. Tardo tentativo di fondere lo slasher con la commedia giovanile post-Animal house. Poiché gli omicidi sono quasi tutti off-screen (solo la dipartita del killer si fa scappare un singulto splatter) e l'intreccio mystery è quanto di più scontato si possa supporre (impossibile non indovinare l'identità del colpevole), sono proprio gli slanci umoristici a funzionare meglio, fra scherzi idioti e party pazzi. Sia come sia, i nudi soddisfano, la OST appaga e la fotografia sorprende.
MEMORABILE: Sessioni fotografiche sexy-necrofile; Dito negli spaghetti; La prostituta e la salma; Il killer mascherato con ascia bipenne; I concerti studenteschi.
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Morto Dominick Brascia, meglio conosciuto come il ciccione minorato Joey che veniva ammazzato per primo in Venerdì 13: Il terrore continua, dando il via al massacro successivo.
Nel cast è presente il musicista Gregg Allman, alla sua prima prova cinematografica (avrà una parte più corposa in Effetto allucinante, due anni dopo):
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Audio italiano e inglese Sottotitoli - Formato video 1.85:1 anamorfico Durata 1h31m53s Extra: Trailer, "L'assassino dell'aula accanto" a cura di Horror Dipendenza