D'Anza, che ha all'attivo ottimi sceneggiati televisivi come il famigerato Segno del comando, ha l'ambizione e il coraggio di riportare in tv, alle porte degli anni '80, il caro buon vecchio Poe, consacrato negli anni dai mitici film di Corman (passati spesso proprio dalla RAI il sabato pomeriggio... bei tempi!). Fatti i complimenti per l'ardimento, resta però poco da lodare in questa versione niosa, scialba e davvero per nulla coinvolgente. Adattandolo al presente il racconto viene spogliato, banalizzato. Il povero Leroy è spaesato, noi pure.
Quarto e ultimo episodio di questa poco riuscita versione TV dei racconti di Poe: a “Sepolto vivo”, “Il pozzo e il pendolo” e al personaggio fisso di Roderick Usher si uniscono claustrofobie buñueliane, peraltro già sperimentate dal cosceneggiatore Proietti ne L’assassino ha riservato nove poltrone. Tutto sa di finto: le atmosfere, la narrazione piatta e confusa, la recitazione artificiosa.
D'Anza ispirato dalle tensioni di Poe si esprime con le modalità che gli sono congeniali, questa volta avvalendosi di atmosfere e tematiche fra il kafkiano e il buñueliano (la stanza dove non sembra esserci scampo per gli invitati a corte è un sospettabile elemento). Ne deriva un mix di stili che verso la fine si ammanta di una nebbia nera da fanta-tragedia ecologica. Degna fine di uno sceneggiato TV ingiustamente meno famoso di altri del passato.
Finalone della serie, nella magione che ha fatto da trait d'union, e che appunto tracolla come da titolo dopo l'ennesima crestomazia da Edgar Allan. Purtroppo, nube tossica o no, non si capisce perchè Leroy trattenga in casa quella banda di antipatici istrioni anzichè cacciarli a pedate come meriterebbero, e li lasci andar via proprio al momento della catastrofe. Vabbè, in qualche modo doveva finire. Uno degli ospiti mi sembra il marito della Grandi in Antropophagus.
Finale in calando per questo sceneggiato di D'Anza ispirato ai racconti di Poe. Stavolta si saccheggia in lungo e in largo da "La maschera della morte rossa" a "Il pozzo e il pendolo", da "Il genio della perversione" a "La sepoltura prematura". Ciò che sembra mancare è un certo mordente nei dialoghi, punto di forza delle prime 3 puntate. Philippe Leroy è comunque un grandissimo.
Degna chiusura della serie. Riprendendo le vicende direttamente dalla fine del terzo episodio, il tragico destino della casata Usher si compie nel nero fumo della nebbia omicida che invade la zona, mentre inesorabile il diabolico pendolo batte sopra la testa dei colpevoli ospiti. Leroy superbo come sempre, bravissima anche la Agren, medio il resto del cast, inquietudine ai massimi livelli. Da segnalare il corpo della Agren che viene portato giù nella cripta, la sua salita sulle scale, la nebbia nera. Degna chiusura di una bella serie.
MEMORABILE: L'ombra del pendolo sopra il quadro dell'avo omicida di Usher; La nebbia nera che entra in casa.
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Se, come scritto in Note, i 4 sceneggiati della serie "Racconti Fantastici" sono di 50 minuti l'uno, credo che vadano classificati come Corto/Mediometraggio. Inoltre da questa scheda dovrebbero essere levati i nomi dei personaggi.
DiscussioneZender • 26/04/21 14:07 Capo scrivano - 47787 interventi
Mah sì, è un caso un po' anomalo, nel senso che oggi non li metteremo ma un tempo si classificavano così.