Iniziatico e manieristico, piuttosto datato. Si inserisce nel filone intellettuale della gioventù ribelle, che qui raggiunge l'apice nell'incesto tra Ferreux e la madre anticonformista e giocherellona (la Massari). L'umore di fondo è quello della commedia francese, sottolineato dai vivaci dialoghi a contenuto sessuale. Ave Ninchi è la corpulenta e scandalizzata governante.
"Edipique, ça va sans dire", ma pure noiosissimo. L’imbuto che porta al fattaccio è prima forzoso e, alla fine, basato su snodi da decamerotico. Belle le ambientazioni, invece, e ottime le interpretazioni, con la sensibile Lea Massari ed un accorto Gélin, che danno vita ad un azzeccato teatrino domestico. Non mi ha convinto il fatto che si faccia parlare la Ninchi, coi francesi, in toscano (“un mangi?” “gli è l’ultimo!”). La frase “La guerra è una cosa troppo seria per lasciarla ai generali" non è di Malle, ma di Clemenceau.
MEMORABILE: Ragazzino: "Mi porti Château Laffite del '47". Cameriere: "Ma non abbiamo mezze bottiglie!" Ragazzino: "Mica ho chiesto mezza bottiglia!"
L'educazione sessuale (non sentimentale!) di un 15enne in una ricca famiglia borghese tra fratelli che vanno a puttane e genitori infedeli. La leggerezza e l'ariosità con cui si porta alla luce la questione, fino all'approdo estremo e sorprendentemente positivo dell'incesto, è stupefacente e dà un'impronta forte e importante al film. E' semmai proprio la chiusura del discorso e dei rapporti alla pura sessualità il difetto maggiore. Ben descritto il carattere del giovane protagonista e ben interpretata la madre da una splendida Massari.
Probabilmente Luis Malle, in overdose da nouvelle vague, cercava scalpore, con questa operazione pretestuosa, insolente, dai ritmi noiosissimi tanto che sembra non finire mai, zeppa di personaggi snob e momenti odiosi. Francamente credo che non ci sia nulla da salvare, a parte la professionalità degli attori. Grazie al cielo il regista francese ha fatto di meglio. Indigeribile.
Non si capisce bene se il film vuole essere solo una ricostruzione d’epoca (la Francia degli anni Cinquanta) o un’analisi sui guasti della borghesia ipocrita e perbenista. C’è anche la questione coloniale (affrontata in modo un po’ tangenziale e frettoloso). L’aspetto più riuscito è sicuramente quello che riguarda la prima parte mentre la seconda è più di maniera e tutto sommato ben poco scandalosa nonostante il tema dell’incesto che si palesa solo nell’ultima parte, in modo un po’ affrettato e gratuito. Ottima la colonna sonora jazz.
Un film in cui si mette (in parte) alla berlina la borghesia di quel periodo, ma anche un film vagamente pruriginoso perché si tenta di entrare nel merito dell'educazione sessuale di un quindicenne; ha il suo apice nell'incesto (banalotto e tirato via) con la madre interpretata da una brava e bella Lea Massari. Curiosa la presenza di una spiritosa Ave Ninchi che purtroppo ha poco spazio per dar sfogo alla sua esuberanza.
La controcultura degli anni Sessanta è presente in forze, nessuna rivendicazione esclusa: antimilitarismo, anticlericalismo, sessualità scandalosa, adolescenza inquieta, la borghese ipocrisia familiare. Il tutto, però, sa di programmatico manierismo, ideologicamente datatissimo. Louis Malle però è un grande regista: il tocco spensierato, la felice ricostruzione d'epoca e la direzione degli attori rendono comunque pregevole la sua operazione nostalgia.
I temi affrontati da Malle non sono certo nuovi: borghesia perbenista, giovani ribelli, incesto. Ciò che distingue e che fa ricordare questo film sono la leggerezza e la delicatezza con cui tratta questi argomenti (soprattutto quelli dell’iniziazione sessuale e del complesso rapporto madre-figlio). Ne risulta un quadro vivace (anche per la presenza simpatica e macchiettistica di Ave Ninchi), con toni poetici. Una delle migliori interpretazioni di Lea Massari.
Racconto iniziatico dal sapore vagamente truffautiano, fresco e scattante nel primo tempo, più stanco e dilatato nel secondo, parzialmente sostenuto dalla sola componente trasgressiva, godibile quanto si vuole ma non sempre autosufficiente. Ben interpretato (notevole e conturbante la Massari, accettabile il fortunato ragazzino) e ambientato (curiosa la scelta di Digione al posto della solita Parigi), girato con delicatezza nonostante la tematica ardita. La versione italiana perde il parziale bilinguismo.
Louis Malle HA DIRETTO ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Ii disclaimer iniziale che si trova all'inizio della versione Rai. Riporto il testo così come lo leggo, maiuscole comprese: "nel 1971, è stato concesso al film "SOFFIO AL CUORE" il permesso di proiezione in pubblico con il divieto per i minori di anni 18. Per poter trasmettere questo film si è dovuto tagliarlo ulteriormente portando il divieto dai 18 ai 14 anni."
Il film non l'ho mai visto, ma so che all'epoca la censura italiana ebbe da ridire su una scena al limiti dell'incesto tra Lea Massari e il figlio al termine di una festa. Il film in Italia venne prima sequestrato, poi rilasciato con qualche taglio e il divieto ai minori di 18 anni.
Il dvd dura 1:52:49 e il divieto riportato è quello della versione derubricata.