Le avventure "decamerotiche " di Giacomo Rizzo: parla l'attore
(Nel Decameron) c'era un attrice grassa grassa.
Io dovevo fare l'amore con lei in un forno.
Ci vollero tre ore per convincerla a spogliarsi: "
No, non me la voglio far vedere... non me la voglio far vedere!!!".
Invece poi alla fine si spogliò.
E a parte il fatto che la fece vedere a tutti, rimase spogliata anche per il tempo che non era necessario.
Io le dissi: "
Signora, lei ha finito. L'abbiamo vista tutti. Dobbiamo chiamare qualcun altro per fargliela vedere?"
Ho fatto sette decameroni.
In quello di Pier Paolo Pasolini facevo il ruolo con lui nella carrozza.
Io facevo l'avvocato forense, lui faceva Giotto che veniva a dipingere nella Chiesa di Santa Chiara.
E da lì partì poi tutto il cinema che ho fatto...
(Nel Decameron proibito) facevo il marito cornuto che aveva messo la cintura di castità con il lucchetto.
Cornuto sempre: lei mi dava la parte di sopra; la parte di sotto la dava agli altri.
Vedere tutte quelle donne...
A un certo momento ho detto basta, perché mi preoccupavo: "
Vuoi vedere che non mi interessano più le donne?".
Perché poi quando le vedevo spogliate, in giro...
I Racconti di Viterbury fatto da Mario Caiano era molto divertente.
Scimmiottava I Racconti di Canterbury di Pier Paolo Pasolini e lui mi chiamò per fare questa cosa... nel ruolo di Minchiotto.
Storie scellerate è una sceneggiatura scritta da Pier Paolo e Sergio Citti, per la regia di Sergio Citti, dove fui candidato al Nastro d'Argento, ma in una giornata molto ventilata e... il nastro volò e io non lo presi.
Il mio ruolo era un prete mandrillo che faceva del bene a un poveraccio che veniva nella Chiesa per derubare.
Lui lo fece entrare nella canonica e poi lo convinse a procurarsi delle donne.
Alla fine si traveste da donna, mi uccide e si prende tutto quello che io ho.
Fonte:
Stracult / 29 giugno 2009