ecchime. ecco quanto dice la "controparte":
Ancor più strana la reazione di Dylan, che partecipa a una visione privata per la Columbia, Bob arriva, scortato da due Black Panther. A un certo punto balza sulla sedia e interrompe la proiezione sostenendo che sebbene il film sia per lui favoloso, non avrebbe mai dato il permesso di utilizzare
It’s alright ma. Anzi, per dirla tutta, non condivide il finale. Suggerisce addirittura di rifare l’ultima scena (voleva che Captain America si vendicasse dell’omicidio di Billy uccidendo i rednecks). Dopo diverse discussioni, accetta le motivazioni che Fonda gli fornisce e soprattutto acconsente all’utilizzo del pezzo. Ma senza la parte di testo, quella con “le domande senza risposta”, che Fonda e Hopper giudicavano più interessante. Continua a ripetere: “
Odio la mia parte d’armonica. Odio anche il modo in cui canto quella canzone. Non potete rifarla?”
Poi di colpo decide di farsi in qualche modo perdonare. Prende un foglio e ci scrive sopra il testo di
The ballad of easy rider, dicendo di chiamare Robert McGuinn per la musica. Proprio lo stesso McGuinn incide una cover strepitosa di
It’s alright ma con chitarra armonica e voce, nella medesima vena dylaniana.
(Ezio Guaitamacchi, Figli dei fiori, figli di Satana pg 85)
Quindi stando a quanto riportato pare che il pezzo sia 50% Dylan e 50% McGuinn...
Nell’intervista a fine libro (pag 260-61) si legge altrettanto, così raccontato dallo stesso Fonda:
“Innanzitutto Dylan non ci ha permesso di utilizzare
It’s alright ma (…) Gli ho spiegato che nel pezzo c’è una strofa sul suicidio che ha per me un significato particolare. “
Forse non lo sai, Bobby”, gli ho detto, “
mia madre si è suicidata quando avevo 10 anni; si è tagliata la gola da un orecchio all’altro… Capisci perché ho bisogno di quel pezzo? Renderebbe più realistico il racconto del film”.
Bobby è rimasto di stucco, non era affatto preparato a sentire una risposta simile.(…) Poi prende un foglio e ci scrive l’inizio di
The ballad of easy rider. Dylan appunta una frase su quel foglio: “
the river flows / it flow sto the sea / wherever that river flows that’s where I want to be”. Mi ha regalato una canzone magnifica, piena di poesia per il finale di un film che è un pugno in pieno petto. Ho chiamato Roger McGuinn e lui ha aggiunto la frase “
All that I wanted was to be free / and that’s what it tourned out to be”.
Una notte al bar io e McGuinn abbiamo fatto quadrare il pezzo la cui musica accompagna i titoli di coda lasciando un commento sonoro romantico."
pare che pià di passaggio della patata bollente, si debba parlare, almeno stando a queste dichiarazione di una triplice firma su uno stesso brano...