Let's go to prison - Un principiante in prigione - Film (2006)

Let's go to prison - Un principiante in prigione

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Come conciliare una blanda denuncia del sistema carcerario statunitense con ritmi da commedia quasi-demenziale. Nel film si riprendono tutti gli stereotipi visti in centinaia di pellicole sul tema e si cerca di piegarli alle esigenze di un copione che dovrebbe avere il compito di parodiarli. E non che non ci riesca, a tratti, perché lo spirito giusto c'è, e almeno nella prima parte, con I'arrivo in cella del figlio di papà terrorizzato e poco pratico (Will Arnett) le risate non mancano. Il ritmo, sostenuto da una buona colonna sonora (si risentono in auto i vecchi Technotronic, pionieri di certa techno, per l'appunto) e da un montaggio serrato, resta piuttosto sostenuto,...Leggi tutto e se anche i protagonisti non hanno magari le facce più adatte (salvo il grasso nero dal cuore tenero, assolutamente perfetto) il film procede senza troppi intoppi. E’ dalla metà in poi che tutto si sgonfia, purtroppo, e si capisce quanto sia difficile mantenere per un'ora e mezza gli stessi standard. La sceneggiatura perde completamente di incisività, le gag riuscite si fanno sempre più sporadiche e non resta che attendere la fine senza gran speranze. Peccato, perché i presupposti per creare un'operina spassosa sembravano esserci e I'idea del criminale incallito che fa rinchiudere con sottili stratagemmi il figlio del giudice che l'aveva rovinato decidendo di rituffarsi in prigione a sua volta per godere delle angherie cui questi è sottoposto era vincente.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/08/07 DAL BENEMERITO G.GODARDI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 13/10/09
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G.Godardi 21/08/07 18:27 - 950 commenti

I gusti di G.Godardi

Per colpa di un giudice troppo zelante, John Lyshitski ha passato praticamente tutti i suoi 35 anni fuori e dentro la galera. Per vendicarsi ne incastra il figlio e se lo fa mettere in cella assieme. Divertente parodia del genere carcerario, ha il pregio di non scendere mai nella farsa più becera o nel demenziale spinto. Addirittura riesce anche nell'intento di fare critica sociale sul sistema giudiziario e carcerario. Tutto sommato vale più questo film di tanti altri seriosi, i quali affrontano l'argomento da un punto di vista realistico.

Puppigallo 9/01/10 23:46 - 5279 commenti

I gusti di Puppigallo

Qua e là si sooride in questa commedia carceraria con due protagonisti piuttosto azzeccati (il ladro vendicativo e il damerino figlio di giudice). Il livello resta sempre uguale, ovvero, non si scende troppo nella boiata, ma non si risale neanche abbastanza per provocare la vera risata di gusto. Non male il grosso nero che si innamora del figlio del giudice e lo chiama pesciolino, quasi strangolandolo nel bagno. Lo scontro finale sarebbe stato mitico, se si fosse davvero concluso come sembrava. Da segnalare, l'odiata mascotte canina e la droga fatta con saliva di piccione, guano e catrame.
MEMORABILE: Il giudice, prima di emettere la sentenza, al maldestro ladro: "Se essere un coglione fosse un crimine, lei non vedrebbe più la luce del giorno".

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  • Curiosità Puppigallo • 10/01/10 08:45
    Scrivano - 506 interventi
    Il compagno di penna

    Il protagonista, in carcere, scrive la lettera al suo misterioso compagno di penna: "Caro compagno di penna, ho deciso di farla finita. Non riesco più a vivere assieme a queste zecche da culo, froci di merda, figli di puttana bastardi".

    Poco dopo, si vede il suo compagno di penna, un bambino di 8 anni, che legge la lettera davanti ai compagni di un istituto gestito da suore.