Feed - Film (2005)

Film australiano del regista de Il tagliaerbe. Il soggetto è piuttosto originale e vede una deviazione sessuale particolare, dove il partner viene nutrito eccessivamente dall'altro fino ad arrivare al sovrappeso e poi all'immobilità: si ha così il controllo totale sul soggetto. Un poliziotto-hacker trova uno di questi "nutritori" che sembra andare oltre... Girato con tecnica originale, molta camera a mano, grandangoli, giochi di luce e una storia che è una discesa agli inferi. Finale scioccante.

Leonard è indubbiamente un regista col pallino della realtà virtuale; così come Il tagliaerbe e Virtuality, anche questo film fa perno sulla virtualità, ma quella di Internet. È thriller dallo spunto accattivante (un sito internet ove si scommette quando una cicciona morirà a forza di essere rimpinzata) che abbina anche un fenomeno deviante sessuale degli ultimi tempi. Tutto questo però è vanificato da una sceneggiatura maldestra, che brucia colpi di scene e perde personaggi per strada e da una regia ultra-patinata. Qualche buon momento comunque c'è.

Cialtronata videoclippettoide che paga non poco pegno alle coordinate di Seven e a certe soluzioni di Taxidermia. Un unico cliché dal primo all'ultimo secondo, un riciclaggio del riciclato continuo, un ricettacolo di banalità (la manfrina calacolatamente retorica e biecamente moralista per giustificare il suo pressoché assoluto vuoto pneumatico). Cede al contenutismo e alla sociologia da bancarella napoletana con messaggi ben precisi e massaggio nessuno. Una caccola buona per la programmazione di mtv.

Tratta un tema brutale in maniera altrettanto brutale, con qualche risvolto ironico che solo la provenienza non-hollywoodiana gli permette. Al centro di tutto c'è l'ossessione del mangiare e la connessa obesità, la malattia più diffusa del nostro tempo, la calamità che probabilmente porterà la specie umana all'estinzione. Feed interpreta tutto ciò con cattiveria, in maniera anche originale e non scontata, con stile convulso e scorrevole, ed un discreto finale, benché ci si arrivi con qualche elisione di troppo a livello di sceneggiatura.

Mica male questo ultimo film del visionario Brett Leonard. Certo i titoli pubblicitari messi in copertina del dvd e il divieto ai minori di 18 anni lasciavano sperare in qualcosa di più perverso e trucido, ma comunque ci troviamo di fronte a un prodotto ben realizzato, tutto sommato innovativo e con parecchie scene di forte impatto, oltre a una sottile ironia macabra che però non sfocia nella stupidità. Bravo l'interprete del pazzoide, solida la regia e validi gli effetti speciali. Non imperdibile, ma di sicuro una visione diversa dal solito.

Sul genere di Strangeland, anche questo film cerca spunto da una delle tante perversioni di internet e si concentra sulla dipendenza che si può instaurare tra alcune donne obese e il loro nutritore, che le cura e le mette all'ingrasso. Da questa delirante realtà il film che ne esce è tecnicamente abbastanza riuscito anche se punta palesemente tutto sul senso di disgusto che questa perversione sa suscitare. Abbastanza coinvolgente verso il finale, dove lo scontro tra l'investigatore e l'assassino assume toni davvero cupi. Film che turba.

Grasso che cola... grasso che cola... grasso che cola. Sì: è tutto grasso che cola. Impostato su un'ipotetica filosofia del pensiero consumista; sviluppato come una dolorosa parabola sulla società del benessere, che si "nutre" di mortificanti sistemi (internet e la tecnologia) in grado di sopperire alla carenza di sentimenti umani, ormai, come il clima del nostro Pianeta, alla deriva totale. Non siamo più uomini, sembra dirci un maturo (confrontatelo col mediocre Il Tagliaerbe) Brett Leonard, ma animali: della specie peggiore. Il voyeurismo sostituisce la compassione. Bulimico.

Ispirato (forse) al caso di quel "cannibale" tedesco che contattò la sua vittima, consenziente, tramite internet, ecco l'ennesimo horror "malsano" degli ultimi tempi. In realtà è patinatissimo e lascia piuttosto indifferenti, almeno per chi ha visto qualcosa di più serio. La trama si sviluppa dalla scoperta di un sito internet dove donne obese vengono costrette a ingurgitare qualunque porcheria e poi si scommette sulla data della morte. Idea magari interessante, sviluppata da cani.

Un altro film che farà discutere. Consigliata la visione per pochissimi, in quanto tratta di un argomento abominevole, con scene disgustose; ma l'argomento del film, centrato su certe "umane" perversioni, per fortuna tipiche di pochi individui, può essere utile a chi vuole approfondire la cosa. Ovviamente è arricchito da un intreccio thriller. Ammetto comunque che la regia è buona e mi dispiace quasi sottolinearlo.

Il tema trattato è un pericoloso azzardo comunicativo, visto quanta problematica deriva dall'abuso della nutrizione. Ma la storia esplicita in modo diretto e non troppo articolato le origini della malattia, semplificando le motivazioni comportamentali della vittima e senza alcun riferimento introspettivo. Emerge bene il dubbio legale sulla possibilità di essere annientanti col proprio consenso, una realtà presente e discutibile come l'eutanasia o solo un suicidio assistito? La patologia diventa incurabile e si cerca la morte, per smettere di soffrire.

Un film dai contenuti potenzialmente disturbanti e repulsivi, si rivela alla fine un thriller/horror piuttosto convenzionale nella rappresentazione e nello sviluppo. L'idea è anche interessante, ma viene svolta in maniera fiacca dal punto di vista registico, con attori opachi, e senza uno sguardo capace davvero di inquietare. Fra sindromi di Stoccolma, montaggi videoclippari e un finale tirato con le pinze, tutto scorre via senza lasciar segni.

Comunque la si giri i (pochi) film australiani che arrivano da noi hanno sempre qualcosa di interessante e tale è l'aggettivo che a mio parere si addice di più a questo lavoro che, pur strizzando l'occhio ad altri, possiede comunque qualcosa di personale (anche se spiace constatare che il tema di base, quello del voyeurismo estremo e la caccia all'organizzatore del sistema, sia un po' troppo "americano"). Curiosa la fotografia, buoni gli interpreti per un film che di sicuro non si torna a rivedere.

Quando pensavo di aver esaurito il campionario di stranezze da vedere al cinema ecco che spunta Feed. L'argomento era di quelli interessanti, non c'è dubbio, ma la storia è stata sviluppata nel peggiore dei modi. Il film disgusta a sufficienza e le atmosfere (fotografia a parte) sono belle marce, ma la sceneggiatura è davvero ridicola. L'ultima mezz'ora poi stufa alla grande. Peccato, materiale ce n'era eccome e sono sicuro che se l'idea fosse finita in altre mani staremmo parlando di un film di tutto rispetto. Bocciato.

Leonard riesce a saturarci sufficientemente di marcio e spazzatura senza cadere dal gradino del cinema per "famiglie" pur con due attori che non brillano per espressività. La storia muove i passi, a prescindere dal trafiletto d'apertura, da storie successe o quasi e non spinge troppo sull'estremo restando plausibile. Interessante il tema del nutritore, ben sviluppato, molto meno il poliziotto problematico. Il finale potrebbe quasi intrigarci ma non riesce a farlo a pieno ed è un peccato (sarà forse perché ci arriviamo un po' stanchi).

Bizzarro e malato, parte come un thriller figlio del nuovo millennio (e come tanti simili in modo un po' ingenuo, ma almeno senza timore di osare in ciò che mostra) per poi sprofondare sempre più nel torbido e nell'horror vero e proprio, fra torture fisiche e mentali e morti violente. Il rapporto nemesiaco tra il poliziotto tormentato e brutale e lo psicopatico freddo e calcolatore è di maniera, ma la forza del film sta nelle sequenze fetish (buoni SFX) e nella rappresetazione dello snuff. E il montaggio da videoclip non stona. Apprezzabile.