American Party - Due gambe da sballo - Film (2003)

Classico nerd sfigato scopre di essere stato adottato e che i suoi veri genitori gli hanno lasciato in eredità un'impero editoriale pornografico. Passati i primi venti minuti, in cui assistiamo ad un clone di American Pie, il film sembra acquistare mordente con una brillante trovata. Purtroppo tale potenzialità non è sfruttata sino in fondo e il tutto si risolve nella solita banalità di questo genere di produzioni. Confezionato bene, nel cast c'è Atherton che fa il solito cattivo e una Patky Kensit più rifatta che mai. Solo per appassionati.

Comincia come nel più classico degli American Pie per poi trasformarsi in una commedia sul successo improvviso e sull'incapacità di gestire le responsabilità. Un po' un mezzo pasticcio che non rimarrà a lungo nella mente dello spettatore. Si cerca di far ridere attraverso rutti, peti e altre trovate volgari proprio perché di fondo mancano dialoghi che si possano chiamare tali. Davvero poca cosa.

Traduzione del titolo da querela, con l'inevitabile ammicco ad American Pie, con cui in realtà nulla ha a che fare. Un prodotto home video di rara scipitaggine, pensato più che altro per far vedere qualche appetibile squinzia più o meno svestita, purtroppo indulgendo su gag "corporali", scatologiche e rumoristiche che non vanno oltre il già visto, oltre a essere di riuscita comica quantomeno dubbia. Una palestra macchiettistica abbastanza irritante.

Giovane timido si scopre erede di una fortuna e la sua vita cambia in meglio... forse. Commedia di una pochezza disarmante, spesso volgare, che serve soltanto a mettere in mostra bei corpi femminili e un mare di luoghi comuni (non ultimo il finale nel quale il protagonista scopre che esistono cose ben più importanti del denaro e della fama). Recitazione esagitata (alla maniera americana), personaggi antipatici (esclusa la famiglia adottiva di Chris), dialoghi banali. Tanto rumore per nulla.