A proposito di tutte queste... signore - Film (1964)

Commedia bergmaniana e primo film a colori del maestro, racconta di un critico musicale che si reca nella residenza estiva di un famoso violoncellista (che non vedremo mai) per raccogliere materiale per la sua biografia, che è in procinto di scrivere. Il tono è leggero, quasi frivolo (non piacque a tutti nemmeno all'epoca della sua uscita, e tutt'oggi è considerato universalmente "opera minore") ma certe zampate lasciano il segno e il rigore geometrico di certe riprese ha ben poco della pochade.

Presunto divertissement di Bergman, che ha in realtà come bersagli grossi (e personali) la critica con la conseguente necessità "artistica" di essere riconosciuti (la figura del biografo), insieme alle lusinghe erotiche che sempre circondano il Genio (le Signore del titolo). Freddo nei toni della solita straordinaria fotografia di Nykwist, barocco nelle scenografie della villa dell'"invisibile" Felix, il film prova a lanciarsi nel territorio della satira, del grottesco, fino a lambire lo slapstick. Per la commedia tuttavia ci vuol sostanza, oltre alla forma.

Un critico musicale, pomposo e vanesio, si reca in visita da un famoso violoncellista con lo scopo di intervistarlo per completarne la biografia. Non riesce a vedere il maestro ma in compenso viene travolto dal turbinio di donne che gli ruotano attorno... Uno dei pochi excursus di B.nella commedia, non elegante ed in punta di penna come i sorrisi notturni, ma sarcastico, quasi feroce: se Kulle è umiliato e sbeffeggiato con accelerazioni da comica muta, non meglio se la cava l'artista invisibile, sultano dell'harem. Film minore, non del tutto riuscito, ma curioso, interessante.

Divagazione di Bergman nella commedia apparentemente disimpegnata che nasconde dietro la cortina di risa una satira pungente alla figura del critico d'arte. Cornelius è un abbietto e sciocco individuo, dall’immagine assai caricaturale, invadente e posticcio, che purtroppo non riesce mai a bucare lo schermo. Dà l’idea di essere spento, nonostante corra a perdifiato ammiccando a più riprese al cinema comico dei primi del novecento. Tuttavia ha dalla sua un’eleganza stilistica molto raffinata, con inquadrature cesellate con occhio sopraffino.

Biografo va a casa di un violinista per concludere i suoi scritti. Commedia che sbeffeggia certi ambienti artistici, anche se sembra in alcuni frangenti una comica d'epoca. Bergman si fa notare nella preparazione delle scene, molto dettagliate, che in più occasioni testimoniano dell'occhio del grande regista. Anche la fotografia ha una certa importanza e nelle scene d'interni si esalta. Durata contenuta con qualche momento decisamente leggero, oltre il dovuto.