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TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/07/07 DAL BENEMERITO SUPERVIGNO
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Supervigno 30/07/07 17:23 - 229 commenti

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Diretto da Clint Eastwood, il film che meno gli assomiglia. Ambientato a Savannah, in Georgia, appiccicoso, caldo, sensuale, morboso, scandaloso. Sempre in bilico tra reale e sovrannaturale, tra normalità ed eccentricità, tra tragedia e farsa. Attori in grande spolvero (su tutti, il "solito", splendido Spacey, il sorprendente Cusack e l'adorabile Lady Chablis, la donna che tutte noi vorremmo essere), fotografia sublime, ambientazione perfetta. Un film da vedere nelle calde serate estive.
MEMORABILE: L'ingresso di Lady Chablis all'ospedale, scortata da Cusack e Allison Eastwood.

Galbo 2/08/07 05:59 - 12372 commenti

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Una strana commistione tra un regista (e attore) fatto per film pragmatici ed atmosfere concrete ed un film rarefatto che trasuda il calore del sud degli USA (la Georgia) dov'è ambientato, tutto atmosfere notturne e giornate assolate; denso di atmosfere barocche, è forse troppo prolisso e a volte pare perdere il filo della sceneggiatura. Alla fine però si rivela un interessante esperimento di un ottimo regista con un cast (su tutti Spacey) all'altezza della situazione.

Il Gobbo 31/07/07 21:04 - 3015 commenti

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Singolarissima digressione "sudista" del buon Clint, qui solo dietro la macchina da presa, a imbastire questo strano film immerso in atmosfere faulkneriane ma con virate grottesche, che lambiscono il cinema dei fratelli Coen, un po' thriller un po' ritratto d'ambiente. Regia sobria ma efficace, cast di volpacchioni che fanno a gara di bravura (vince ovviamente Spacey in uno dei suoi ruoli più ispirati e repellenti). Notevole colonna sonora tutta standard celeberrimi. Da vedere

Tarabas 29/12/08 01:06 - 1878 commenti

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Noto gay uccide giovane amante proletario. La storia di Pasolini? No, C. Eastwood in gita nel buon vecchio Sud, alle prese con un legal thriller dai tempi lenti come quelli delle convenzioni sociali di Savannah, descritte con ironia e qualche eccesso di colore (i riti voodoo). Tutto è rito. Ambiguità sessuali, ambiguità sociali, ambiguità legali. Forse troppa carne al fuoco e una storia (peralto vera) non abbastanza interessante di per sè, né sufficientemente emblematica. Comunque, è sempre cinema di gran classe registica e con attori in palla. Curioso.

Redeyes 30/12/08 20:09 - 2442 commenti

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Non il mio Clint preferito ma comunque sempre eccellente. Questa pellicola è sudata e magica nella sua staticità. Forse il ritratto che ne esce fuori è un po' sulle righe e strizza l'occhio, eccessivamente, all'esasperazione di certi comportamenti, ma dipinge, in tal modo, in modo impeccabile la realtà di certi ambienti. Spacey, strepitoso come sempre, è la punta di diamante di un brillante cast. Il finale agrodolce non delude affatto. Nonostante i 160 minuti si giunge alla fine senza fatica alcuna, soddisfatti, al contrario, della scelta.

Rickblaine 30/12/08 14:29 - 635 commenti

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Film sottovalutato dalla critica che invece espone più di quanto sia stato intravisto. Con un cast all'altezza e con una discreta sceneggiatura, Eastwood ha compiuto un buon lavoro, dimostrando che come regista vale più di quanto valga come attore. Clima magico e sentimentale con angoli di mistico in un film che può far piacere a chi è dotato di pazienza. Cusack e Kevin Spacey reggono il film quel che basta per renderlo soddisfacente.
MEMORABILE: Cusack e la donna di colore nel cimitero per il rito magico.

Pigro 26/11/09 09:47 - 9623 commenti

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Ricco gay ammazza il suo giovane amante e subisce il processo, seguito da un giornalista che compie indagini. La storia è intrigante, soprattutto per le coordinate di totale relativismo e ambiguità in cui è calata la vicenda e in cui sembra vivere l'intera città, ubicata nel profondo sud bizzarro e magico, fra trans scicchissime e cani invisibili. Eastwood mescola tutto con gusto ironico e umoristico alla fratelli Coen, ma con lui il frullato di registri non funziona: c'è la struttura ma manca l'atmosfera, e la lunghezza del film non aiuta.

Ariel 17/01/10 13:50 - 40 commenti

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Le ambientazioni sono ben caratterizzate e gli attori bravi. C'è un'immanenza a tratti perversa, una costante sensazione di immobilità "collosa", sicuramente voluta e riuscita. Ma tanti spunti sono poco sviluppati, semplicisticamente irrisolti, buttati lì e poi dimenticati, a volte inutili. Personaggi introdotti e poi lasciati andare. Digressioni e dialoghi un po' forzati. Troppo materiale e troppi generi. Troppa confusione. Non si capisce se ci è o ci fa, ma comunque non convince sino in fondo.

Stefania 3/05/10 03:15 - 1599 commenti

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Mezzanotte è l'ora delle streghe anche a Savannah: l'ora in cui terminano i riti di magia bianca e iniziano quelli vodoo di magia nera. La Savannah del film è arcana ed eccentrica, benpensante e viziosa, un privatissimo club nel quale un reporter newyorkese si aggira affascinato e intimidito, cercando una verità inafferabile. In quel giardino proibito, a mezzanotte, si confondono le fisionomie del bene e del male, dell' innocenza e della colpa. Insolito dramma giudiziario, lento e avvolgente.

Saintgifts 1/10/10 00:23 - 4098 commenti

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Da un libro di John Berendt che racconta di fatti di cronaca realmente accaduti. Una volta di più la giustizia degli uomini si dimostra fallace, ma in questo caso interviene un altro tipo di giustizia che pareggia le cose. C'è un po' di tutto nella linda cittadina di Savannah: ricchi bianchi e neri, abitudini sessuali senza troppe barriere e un trans che bello non è ma che sa rendersi interessante con eleganza e disinvoltura. Tanto materiale per chi vuole scrivere un libro. E tanto materiale per Eastwood che non riesce a ordinarlo con efficacia.

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Lupoprezzo 16/03/11 23:46 - 635 commenti

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Dramma giudiziario che parte da un classico processo per omicidio per puntare l'attenzione sulle ambiguità (memorabili in tal senso i siparietti di Lady Chablis). Il film tenta anche una velata critica ai pregiudizi e alle ipocrisie della società. Il tutto condito da una spruzzatina di mistero e voodoo. Ma c'è talmente tanto in ballo che una disarmonia nella struttura è inevitabile. Bravo Kevin Spacey, discreto John Cusack. Finale non riuscitissimo.

Nando 10/08/11 12:34 - 3806 commenti

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Un torbido assassinio maturato tra due gay dà il via ad una narrazione forse lievemente prolissa ma realizzata con solidità ed interpretata dignitosamente dai protagonisti. Nel profondo sud americano Eastwood ambienta un film incentrato sull'attività processuale che si avvale di validi dialoghi.

Dusso 19/10/11 12:05 - 1565 commenti

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Alla fine mi è rimasta una certa piacevolezza (la seconda parte è la cosa migliore del film), ma nell'insieme non è una pellicola riuscitissima: troppo lunga o comunque con troppi momenti inutili (specie nella prima parte): ci sono siparietti gustosi (straordinaria Lady Chablis), ma manca atmosfera e troppe cose non sono sviluppate bene. Finale gradevole.

Homesick 1/05/12 18:01 - 5737 commenti

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Alla ventesima regia Eastwood è un talento consolidato e dall’eterogenea materia da plasmare (folklore locale, antropologia, un delitto da cui si origina un processo, omosessualità, legge, humour e persino fughe nel fantastico) trae un’opera nelle sue corde, che vibrano sonoramente dinanzi ai problemi dell’America e ai rapporti tra individuo, verità e giustizia. Sceneggiatura sciolta e comparto interpreti solidissimo: il volto interrogativo di Cusack, l’inafferrabile Spacey, la sensuale Alison Eastwood e le esuberanti presenze “di colore” (in tutti i sensi) della Hall e di Lady Chablin.
MEMORABILE: Gli irresistibili, sboccati siparietti di Lady Chablin; l'uomo delle mosche; Spacey a Cusack: «La verità, come l’arte, è nell’occhio di guarda.».

Nadir 19/02/13 18:23 - 56 commenti

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Un Eastwood regista non al massimo delle sue possibilità per un film tutto sommato interessante e ben recitato nel complesso, con punte di quasi eccellenza per Spacey. Pur con qualche riserva sul finale e per la parte di Lady Chablis, rimane godibile pur nella sua lunghezza (quasi 160 minuti), non sempre giustificabile.
MEMORABILE: Il tizio con le mosche attaccate con lo spago...

Il Dandi 7/08/13 00:52 - 1917 commenti

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Eastwood regista "puro" (ovvero non presente anche davanti all'obiettivo) per un film lungo (e se vogliamo pure lento) il cui fascino sta tutto nel non-detto, nel ritardo, nell'atmosfera misteriosa nella quale siamo catapultati attraverso gli occhi del forestiero protagonista: il finale che sancisce la sua integrazione nella follia locale è in realtà tristissimo. Forse la miglior interpretazione di sempre per la maschera ambigua e ineffabile di John Cusack. Forse qualche tocco di retorica folklorica di troppo.
MEMORABILE: Lo scambio di battute sul quadro sovrapposto: "Non vuole sapere cosa c'è sotto?" -"Preferisco restare nell'ignoranza".

Delpiero89 2/10/13 23:55 - 263 commenti

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Film di Clint Eastwood, lontano anni luce dal cinema del regista di Carmel. È ambientato nella cittá di Savannah, forse la vera protagonista della vicenda (definita "una Via col vento sotto mescalina"...). Di durata eccessiva, seppur non noioso, risulta un miscuglio di generi tra commedia, dramma, giallo processuale e fantastico dove a perdere però è solo la resa finale. Anche John Cusack appare spaesato. In definitiva non è il Clint Eastwood che si ama, forse perché non è proprio un suo film, pur essendolo.

Caesars 5/03/14 09:14 - 3772 commenti

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Non mi ha convinto pienamente, questa pellicola di Eastwood. Oltre al fatto di essere troppo lunga (circa 2ore e mezza), quello che manca veramente in essa è il coinvolgimento emotivo da parte dello spettatore, che assiste a quanto avviene sullo schermo senza provare neanche troppa curiosità riguardo al versante giallo. L'unica vera sorpresa, che dona vivacità alla narrazione, è la spumeggiante performance di Lady Chablis. John Cusack e Kevin Spacey forniscono prove oneste ma non indimenticabili. **!

Rigoletto 12/04/15 16:29 - 1785 commenti

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L'Eastwood regista è capace di sorprenderti sempre e in questo film, raccogliendo a mani basse nel torbido, nel morboso ma anche nel folklore vudù, crea un bel prisma lasciando lo spettatore al bivio. Ma è abile anche a scegliersi gli interpreti: Spacey è un genio e Cusak è un ottimo attore (secondo me sottovalutato) che ogni volta che c'è lo si nota. Lascio i preconcetti a chi ha voglia di cavalcarli, ma da un soggetto difficile il Nostro ci tira fuori un dipinto cinematografico mai banale, sebbene dilatato (eccessivamente) in 2h e mezzo.

Daniela 23/07/15 11:02 - 12606 commenti

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In una cittadina della Georgia, un "nuovo ricco" mal sopportato dall'aristocrazia locale uccide un noto marchettaro: legittima difesa? delitto passionale? omicidio a sangue freddo? Rispetto alle sue tematiche abituali, uno dei film più eccentrici di Eastwood: può contare su una bella ricostruzione ambientale nella prima parte ma risulta pesante e poco coinvolgente nella seconda, quella dedicata alla fase processuale. Fra il perplesso giornalista di Cusack e l'ambiguo miliardario di Spacey, il personaggio che resta più impresso è quello di Lady Chablis nella parte di se stesso/stessa.
MEMORABILE: La passeggiata del cane defunto

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Il ferrini 18/09/16 23:59 - 2337 commenti

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Da vedere anche soltanto per la straordinaria performance della compianta Lady Chablis, questa pellicola può vantare un cast di alto livello e dialoghi veramente brillanti. Curiosamente Eastwood, che nella vita è un repubblicano conservatore, mette in scena gay, trans e prostituzione con grande disinvoltura, sottolineando a più riprese il provincialismo e la vacuità di certi pregiudizi. La componente "magica" del film è piacevole e mai invasiva. Spacey un gigante, come sempre; molto bravo anche il caratterista Thompson, qui avvocato.

Capannelle 10/10/16 23:48 - 4394 commenti

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Un'introduzione lenta che fa temere il peggio, poi si entra in sintonia con alcuni personaggi e la trama si fa più interessante con lo svolgimento del processo. Quest'opera di Eastwood è un lavorone degno di attenzione ma anche abbastanza prolisso, che rischierebbe di non lasciare traccia se non fosse per l'entrata in scena di lady Chablin e di altri bravi caratteristi.

Minitina80 28/09/18 08:02 - 2976 commenti

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Formalmente ineccepibile, a tratti anche piacevole, ma penalizzato da una lunghezza esagerata e ingiustificata che condiziona il giudizio complessivo. Come se non bastasse, ad appesantirlo ulteriormente ci pensa una lentezza di fondo esasperante che rischia di far perdere la pazienza. Nella seconda parte, in particolare, è narcolettico e soffre alcune parentesi che potevano essere elise senza compromettere il susseguirsi degli eventi narrati. Sembra che Eastwood abbia voluto spingersi oltre, senza tenere a mente il senso della misura.
MEMORABILE: La verità, come l’arte, è nell’occhio di chi guarda.

Atticus81 8/07/19 17:14 - 10 commenti

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Un thriller che coinvolge per i suoi discorsi filosofici e mistici. Un giallo che gira intorno a un contesto dove tutti sono colpevoli e tutti innocenti. Clint Eastwood racconta questa novella tratta da un romanzo con una capacità unica. Un intreccio di situazioni che si confonde con storie personali fatte di malinconie e melanconie vissute. Forse un po' lungo, ma comunque godibile.
MEMORABILE: Il canto iniziale e finale.

Buiomega71 27/07/19 01:27 - 2899 commenti

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All'inizio si fatica a entrare nel film (troppi personaggi, troppi dialoghi, troppe festicciole alla Grande Gatsby) e la mano di Gunny si avverte assai poco. Poi una strana malia misticheggiante avvolge il film (gli strampalati riti voodoo di Minerva, Lewis e i tafani, l'ambiguo dandy di Spacey dalle mille sfaccettature) e nel "borgataro" violento e parolacciaro di Law salta fuori il miglior Eastwood. Inusuali derive da commedia per Clint (il ballo delle debuttanti di colore che manco Porky's 2, le pantomime all'obitorio) per uno dei suoi film più bizzarri e imperfetti.
MEMORABILE: Cusack che ascolta, su musicassetta, il traffico di New York per addormentarsi; Gli scoppiettanti dialoghi di Chablis; La scenata violenta di Billy.

Enzus79 18/01/20 13:37 - 2863 commenti

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Non male dopotutto. La trama, va detto, sfiora l'originalità, con la prima parte che risulta coinvolgente e a tratti divertente; nella seconda, in cui la fase processuale la fa da padrona, la storia sembra appiattirsi, viaggiando verso una fine che scontata è dire poco. Il cast non delude, anzi. Belle le musiche. Consigliabile sicuramente, ma Eastwood ha fatto di meglio.

Paulaster 13/01/22 09:47 - 4373 commenti

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Cronista scrive un libro su un omicidio. Ambienti del Sud tratteggiati come oasi di libertinaggio, feste e accettata prostituzione. Non viene accentuato il pesante lato giudiziario e, a volte, richiama aspetti più leggeri. Sceneggiatura che si perde in troppi particolari inutili (soprattutto sentimentali, ma anche visionari) con il personaggio di Spacey divertito quando è alla sbarra. La scena viene quindi rubata dal travestito Chablis, che pare uscito da un film di Almodóvar. Evidenti forzature in chiusura (all’obitorio) con l’intenzione di colpire il sistema giudiziario.
MEMORABILE: Chablis al ballo; L’infermiera che ammette di aver messo i guanti al defunto; La ricostruzione in aula dell’omicidio.

Xamini 12/10/23 00:48 - 1244 commenti

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Non coglie perfettamente nel segno, questo lavoro di Eastwood del '97, ma un aspetto lo copre bene: raccontare il cuore del sud americano, quella Savannah, che riecheggia nei cuori romantici da Via col vento in poi. Cusack è l'occhio dello spettatore, elegante silhouette che si muove agilmente tra uomini d'arte viziosi, riti voodoo, cabarettisti en travesti, giovani gigolò avvezzi alle droghe, sullo sfondo di una città che sembra avere posto per tutto. C'è spazio anche per un processo che allunga un po' la durata e mette alla prova l'attenzione. Non del tutto riuscito.
MEMORABILE: Chablis; L'uomo che porta a passeggio il cane invisibile; L'uomo delle mosche; Il rito notturno.

Rambo90 5/12/23 22:58 - 7659 commenti

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Eastwood minore ma comunque molto interessante. La sua regia neoclassica si addice completamente a questo strano mix di mistero, dramma processuale e vodoo, avvolgendo con il suo ritmo lento ma mai noioso e con la perizia con cui sa introdurre personaggi e situazioni. L'ambientazione è fondamentale nel creare atmosfera e gli attori funzionano: al di là del protagonista Cusack (in parte) e del mellifluo Spacey, è azzeccata la scelta dei comprimari, tutti con facce caratteristiche e tratti che ben si addicono ai personaggi. Buono.
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  • Discussione Tarabas • 23/04/12 11:53
    Segretario - 2069 interventi
    Galbo, una curiosità: ma tu veramente nel 2007 consideravi Eastwood "un mestierante"?
  • Discussione Galbo • 23/04/12 18:15
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Oggi non lo scriverei più e diciamo che è un pò estremo, ma "mestierante" non era inteso in senso negativo anzi voleva sottolineare la versatilità dell'artista. Capisco comunque che possa dare adito a qualche perplessità.
  • Discussione Tarabas • 23/04/12 18:45
    Segretario - 2069 interventi
    Eh, in effetti sì. Tra l'altro nel 2007 Eastwood era già saldamente piazzato nell'elite del cinema USA e non solo, per questo mi aveva colpito. Ciao.
  • Curiosità Raremirko • 7/08/13 23:15
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    John Berendt, autore dell'omonimo libro realizzato in 7 anni, ha dichiarato di non avere alcuna voglia di realizzare la sceneggiatura del film, rifiutandone l'offerta.

    Fonte: extra del dvd
  • Discussione Daniela • 23/07/15 11:10
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Il soggetto è tratto dal romanzo di John Berendt "Midnight in the Garden of Good and Evil" pubblicato nel 1994, a sua volta basato su un fatto di cronaca avvenuto negli anni '80 nella città di Savannah in Georgia.
  • Discussione Buiomega71 • 27/07/19 09:55
    Consigliere - 25892 interventi
    Spiazzante film questa ventesima (per l'epoca, o ventunesima se si include il simpatico episodio di Storie incredibili Il giardino di Vanessa) opera del texano dagli occhi di ghiaccio.

    Spiazzante perchè poco nelle corde dell'Eastwood che conosco, dove il buon Clint sembra accodarsi alla moda tarantiniano/coeniana che esplose a metà degli anni 90 (più che per bizzarre scelte narrative poco consone al suo stile)

    L'inizio è terribile, e non si riesce a entrare in empatia con il film (troppi personaggi, troppi dialoghi logorroici, troppi festini alla Grande Gatsby), e la mano di Clint si fa fatica a cogliere (se non nel buffo bulldog, uguale al Polpetta di Coraggio fatti ammazzare)

    Pare una gara teatraleggiante a chi recita meglio (per me, comunque, meglio Cusack di Spacey) e alcune raffinatezze stonano con il carattere ruvido del sergente Gunny.

    Insomma un Clint che è tutto fuorchè un Clint.

    Poi una strana malia misticheggiante avvolge la pellicola (gli strampalati riti voodoo di Minerva al cimitero di notte, Lewis e i tafani, Spacey che suona l'organo da novello dottor Phibes) ibridandosi con acri sapori tennesseewilliamsiani da melodrammone anni 50 nel caldo torrido degli Stati Uniti del Sud.

    Clint mescola dramma, commedia, mistero, magia nera, legal thriller, stoccate stile Gli insospettabili (il confronto Spacey/Law) e, curiosamente, bazzica la comicità da avanspettacolo (lo show della drag queen Chablis Deveau, la divertente sequenza al ballo delle debuttanti di colore, dove Deveau dà il meglio di sè, in gag volgarotte e menar di culo che mi hanno fatto venire alla mente un momento analogo di Porky's 2-Mi hai rotto una tetta-, le pantomime ospedaliere per accedere all'obitorio, gli scoppiettanti dialoghi di Deveau sul suo "cioccolatino",la riunione delle mogli per bene che giocano a bridge, girata da Clint come fosse una parata militare con il perfetto sincronismo delle donne che escono dalle auto, Spacey che distribuisce sigarette ai galeotti in cella, con un carcerato che lo annusa mentre telefona) e tira in ballo transgenderismo, omosessualità, libertà sessuale, marchettari, temi non propio facili da trattare per un conservatore repubblicano come lui, senza scadere nel macchiettistico.

    Certo, da Clint non mi aspettavo scenette alla Porky's 2 o che lasciasse mano libera all'istronismo della trans Lady Chablis, e che si riducesse al più classico (e stantio) legal thriller ormai venuto a nausea (negli anni novanta certa stà moda di far finire tutto nelle aule di tribunale, dove i film tratti da John Grisham proliferavano, e anche il buon Clint non ha resistito al richiamo per stare al passo)

    La mano del cavaliere pallido salta fuori nel personaggio violento e poralacciaro di Jude Law, e nello scontro a pistolettate con Spacey, nonchè in alcune sonorità jazz che tanto piacciono all'autore di Bird.

    Colpo di scena finale inaspettato (l'infarto), anche se un tantinello moralisticheggiante.

    Un Clint completamente diverso, più autoriale, più bizzarro, decisamente complesso, spesso sgangherato e assolutamente imperfetto, ma a suo modo coraggioso, che tenta strade diverse dal suo cinema classico, non controllando perfettamente la troppa carne al fuoco, stonando a più riprese, ma con una certa vitalità (si nota, comunque, che il buon Clint ci ha messo anima e corpo nel progetto, e non solo la figlia)

    Durata un pò eccessiva, noiosetto nelle parti processuali, il miscuglio di generi non è ben amalgamato e il soggetto avrebbe richiesto una regia più visionaria e surreale (doti che mancano a Clint, che spesso cade nella trappola alla Tenente Colombo), ma nell'insieme rimane , forse, tra le opere più stralunate e balzane di Clint.

    Grande fotografia del fido Jack N. Green, e notevole l'inizio circolare che si ricongiunge alla chiusa finale sulla statua della ragazza degli uccelli nel parco, che simboleggia la giustizia.
    Ultima modifica: 28/07/19 22:53 da Buiomega71
  • Discussione Raremirko • 26/05/20 21:55
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Di sicuro il film più originale del buon Clint.
  • Discussione Daniela • 27/05/20 04:04
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Raremirko ebbe a dire:
    Di sicuro il film più originale del buon Clint.

    Io lo ritenevo il film più "eccentrico" rispetto al resto delle sue regie, ma dopo aver visto Heresfter è passato al secondo posto.