Una goletta di pescatori salva un ragazzino ricco, indisponente e viziato, finito in mare da una nave. Manuel (Tracy), pescatore semplice ma dai sani principi, lo rieducherà preparandolo alla vita. E’ un film dalla narrazione semplice e lineare. Quello che dice lo dice bene e, nella semplicità di Manuel (allegrone ma pronto a dire la cosa giusta al momento giusto), si ritrova un personaggio vero, non inquinato dalla cattiveria del mondo e per questo indimenticabile. Bravo anche il ragazzino, che del mondo rappresenta la superficialità.
MEMORABILE: "Pesciolino". Sana competizione. Intrappolato.
Bellissimo film di "formazione" tratto dal romanzo di Kipling, che a distanza di più di settant'anni non manca di coinvolgere e di commuovere come nello struggente finale. Il merito è della sicura regia di Fleming, della bella sceneggiatura e dell'immensa prova attoriale di Spencer Tracy, che venne giustamente (per una volta) premiata con l'Oscar.
Classico indiscusso del cinema d'avventura diretto con vigore dall'ottimo Fleming e interpretato con intensità e passione da un folto gruppo di star. Spicca, su tutti, la magnifica prova di un Spencer Tracy davvero indimenticabile nel ruolo del marinaio Manuel (e infatti si aggiudicò un meritatissimo Oscar). Non gli sono da meno il vecchio Barrymore e John Carrandine. Cult.
Ragazzino ricco e viziato cade in mare durante una crociera. Recuperato da una nave di pescatori, passa alcune settimane con loro, una esperienza che cambierà la sua vita. Classico senza tempo che, nonostante ad una visione più smaliziata non sia esente da difetti e forzature, continua a commuovere in virtù di una storia di formazione che passa attraverso la conoscenza della fatica, il senso di responsabilità, la morte. Superlativo Tracy nella parte di Manuel, bravo il piccolo Bartholomew, formidabili i grandi caratteristi che completano il cast.
MEMORABILE: Manuel intrappolato nelle corde si rivolge al "Pesciolino"
Il celebre romanzo di Kipling trova la migliore trasposizione possibile in questo valido film del 1937. La grande professionalità del regista Fleming ci regala una pellicola godibile d'avventura realizzata con grande cura nella caratterizzazione ambientale e nella scelta del cast, che vede primeggiare un bravo Spencer Tracy circondato da caratteristi di ottimo livello.
Grande film di formazione (l’adolescente viziato che viene redento dall’esperienza su un peschereccio) che dà il suo meglio nella parte marina: l’aria salmastra, l’odore di pesce, il beccheggio diventano perfino palpabili per lo spettatore. Il mare è spazio dell’altrove dove ha luogo l’imprevedibile amicizia tra il rozzo pescatore e il ragazzino, che nel corpo di Tracy e Bartholomew diventano due icone efficaci e potenti. Incalzante, emozionante, commovente: un’epopea dell’avventura e del sentimento che non lascia indifferenti. Un bel classico.
Grande prova attoriale non solo di Spencer Tracy ma anche del piccolo Bartholomew, nel ruolo del ragazzino viziato che imparerà cosa sono rispetto e dolore. Nonostante duri quasi due ore, il film è talmente appassionante da non annoiare mai e il finale risulta comunque da brivido per la suspense che riesce a creare senza bisogno di ricorrere a grandi effetti speciali o a scene splatter. Ci si commuove.
MEMORABILE: La canzoncina che Manuel dedica spesso a Harvey.
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Inzialmente Tracy rifiutò il ruolo perchè si sentiva in secondo piano rispetto al bambino.
In seguito accettò pur odiando il film che stava facendo.
La nomination all'oscar dopo aver interpretato il ruolo li fece ovviamente cambiare idea.