Chi conosce il De Palma più maturo resterà sorpreso davanti a questo film, ben lontano dalla perfezione tecnica delle opere che seguiranno. Quello che interessa a De Palma è chiaro: sperimentare forme di espressione cinematografica. Quindi in questa pellicola, pur molto acerba, si dedica a questa attività. Il risultato non è del tutto riuscito, tuttavia non mancano i motivi d'interesse grazie anche alla ottima prova di un quasi esordiente Robert De Niro. Opera simpatica molto legata all'epoca in cui fu girata e distante dal De Palma più famoso.
Eclettico e anti-hollywoodiano, è caratterizzato dalla suddivisione in tanti sketches dai toni grotteschi e dallo stile fumettistico, riempiti con dialoghi divertenti, sesso, ammiccamenti allo spettatore e riferimenti a fatti storici degli USA dell'epoca (la controcultura, il delitto Kennedy, il Vietnam). La musica stralunata è adeguato commento alle avventure dei tre bizzarri protagonsiti perdigiorno.
MEMORABILE: Gli appuntamenti di Warden fissati dal computer.
Film dai chiari intenti sperimentali, rappresenta il debutto del regista Brian De Palma e dell'attore De Niro (ovvero due "pezzi" importanti della storia del cinema). Attraverso brevi segmenti che non sembra abbiano molti collegamenti tra loro ma mirano tuttavia a tracciare un ritratto di una generazione (quella dei 20-30enni) sullo sfondo di un America in piena paranoia da guerra del Vietnam. Il limite del film è l'eccessiva frammentarietà. Buone le interpretazioni del cast.
Tre “tipi” della gioventù Usa anni 60: il fanatico complottista dell’omicidio Kennedy (con deliziosa presa in giro del metodo Blow up), lo pseudo-artista guardone (De Niro al debutto), e quello che cerca ragazze con il computer e vuole scampare l’arruolamento per il Vietnam. De Palma s’insinua con scanzonata ironia nei temi generazionali, usando con altrettanta ironia il linguaggio filmico sperimentale. Materia grezza (quasi semplici bozze di storie possibili) propinata in dialoghi e sequenze sconclusionate, con qualche momento incisivo.
Gradevole per l'atmosfera scanzonata e nostalgica del Greenwich Village ma non entusiasmante nella sua grezza sperimentazione linguistica, l'esordio di De Palma interessa soprattutto per l'evoluzione stilistica dell'autore, che dalla sintassi programmaticamente sovversiva di Godard passerà, senza contraddizioni, a un rinnovato classicismo d'impostazione hitchcockiana. Ricorrono già, se non gli stilemi, almeno le tematiche che diventeranno il cuore dell'opera del regista: il fondo sanguinario del sogno americano (JFK, il Vietnam), i mass media e il voyeurismo come rappresentazione della realtà.
De Palma è agli esordi e si comporta come un pittore ancora incapace di maneggiare il pennello. Imbratta la tela con furore incontrollato accumulando monologhi e scambi di battute eccessivamente carichi tra i quali si nota l’intenzione di voler dire qualcosa di importante senza riuscire, però, a dare al tutto una forma ben definita. Si tratta di rigurgiti su Kennedy, sulla guerra in Vietnam e su altri temi del periodo storico, molto sentiti ma buttati lì senza nulla a pretendere, senza un chiaro intento se non quello di far rumore.
Film acerbo sin dalle prime battute e che, se non fosse firmato De Palma e non avesse tra le sue fila un esordiente De Niro, passerebbe bellamente inosservato. Il vero punto di domanda non sta nelle carenze tecniche del regista che, come si vedrà, avrà modo di smaliziarsi dietro la macchina da presa; risiede invece nelle scelte culturali che segnano il lavoro. A cosa punta De Palma? A un film che, mascherandosi fra le righe, vuole sembrare impegnato? Il parto finale è comunque poco accattivante e non suscita il desiderio di una seconda visione.
Un giovane De Palma dirige ottimamente una commedia dai toni riflessivi, che tratta i temi che saranno caratterizzanti per il cinema della New Hollywood: Vietnam, sesso e crisi d'identità di ogni tipo. Il racconto è diviso in vari capitoli, ogni volta descritti da un poster, che ci presentano i tre personaggi clou e le loro vicende in un'America ricca di potenzialità e ipocrisia. Gli attori sono giovanissimi (c'è De Niro) e recitano molto bene. Nonostante si noti la carenza di budget e mezzi a disposizione rimane una piacevole visione.
Primo lungometraggio di De Palma e De Niro, quindi una pellicola che ha già una sua valenza storica. Chiara la matrice antimilitarista e l'appartenenza a quella New Hollywood che in quegli anni stava nascendo e formando i suoi migliori autori. Il regista italo americano in questo caso usa un registro grottesco e ironico più altmaniano mentre nei lavori successivi (e migliori) troverà la sua strada nelle vie del giallo e nell'azione indagatrice della macchina da presa. Dialoghi a volte asfissianti. Curioso esperimento.
Tre amici rappresentano, ognuno a modo proprio, la controcultura di fine anni 60. Trama spezzettata quasi in stile commedia di denuncia, con punte grottesche e antimilitariste. Girato in stile sperimentale, il film funziona nei momenti degli appuntamenti al buio e quando De Niro cerca di fare il guardone. Il voyeurismo rientra negli stilemi di De Palma, anche se qui prevale la vena ironica. Divertente il finale.
MEMORABILE: L'assassinio del testimone; I vari appuntamenti al buio; La vietcong che finge di essere alla finestra.
Un Brian De Palma che non ti aspetti al suo esordio alla regia, con un Robert De Niro anch'esso al suo esordio ma che già mostra alcuni tratti che porterà avanti per tutta la carriera. Trent'anni prima di Tarantino, De Palma ci mostra personaggi logorroici che ci inondano di dialoghi geniali e di parole a vuoto, inserendoli in pieno periodo Vietnam e mostrando tutti i disagi di quella generazione. Trama fatta di tante scene sconclusionate, il che produce un piacevolissimo senso del grottesco. Non piacerà a tutti ma è un'esperienza assolutamente consigliata.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
DiscussioneZender • 12/06/18 19:02 Capo scrivano - 47782 interventi
Non capisco. La nota segna "Ciao America" (senza punto esclamativo) perché esiste anche senza. Dov'è l'errore?
Anche a me sembra che ora le cose tornino perfettamente.
Titolo in scheda: Ciao America!"
aka: "Ciao America".
Volendo sottilizzare, forse si potrebbero invertire i titoli (quello senza punto esclamativo appare nei titoli di testa del dvd; quello con, in alcune locandine), ma direi che anche come sono ora vadano più che bene.
DiscussioneZender • 13/06/18 14:29 Capo scrivano - 47782 interventi
Esatto Noncha, è quello che stiamo dicendo appunto. E' corretto. Titolo con l'esclamativo (preso dalla locandina) e aka senza esclamativo (visto che esiste pure quello).
Zender ebbe a dire: Esatto Noncha, è quello che stiamo dicendo appunto. E' corretto. Titolo con l'esclamativo (preso dalla locandina) e aka senza esclamativo (visto che esiste pure quello).
Boh?! O sono io o rincoglionito.. :)
Allora, dov'è che sta scritto AKA prima di "Ciao America"..? Io leggo E non...
Al massimo E non "Ciao, America" (con la virgola), come era prima!
Comunque, come ha ribadito Caesars, quello più giusto sarebbe senza..
DiscussioneZender • 13/06/18 14:42 Capo scrivano - 47782 interventi
Aaaah credevo ti riferissi al titolo, per quello non capivo. Sì ok, messo aka, è vero. Sul fatto di scegliere con l'esclamativo o meno sarebbe da vedere le copie dell'epoca direi. Le locandine esistono con e senza.
Ora, io non so come si vedeva ai tempi..ma, quello che ho visto io, ha questi due cartelli in Italiano subito dopo il discorso iniziale di Lyndon Johnson e prima dei titoli di testa!
I titoli di testa che ha postato Noncha17, parrebbero essere quelli originali della pellicola (anche se non posso esserne sicuro in quanto a suo tempo in sala non lo vidi). Secondo me sarebbe meglio invertire titolo in scheda e aka, poi Zender decidi tu come ritieni meglio.
DiscussioneZender • 14/06/18 14:24 Capo scrivano - 47782 interventi
Sì ma è quello che diceva Caesars e di certo non mettevo in dubbio le parole di Caesars. Fino al ritrovamento di pellicole dell'epoca lascio con l'esclamativo per una questione di confronto con la locandina scelta.