I sogni muoiono all'alba - Film (1961)

I sogni muoiono all'alba
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Anno: 1961
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Come ricordò Montanelli, gli aspetti più propriamente tecnici della regia furono affidati ai due operatori, Mario Craveri ed Enrico Gras.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/06/07 DAL BENEMERITO HOMESICK
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Homesick 24/06/07 17:19 - 5737 commenti

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Kammerspiel giornalistico sull’occupazione sovietica a Budapest nel ’56. Lento e datato, si segnala per il buon cast costituito da personaggi di diversa estrazione politica e di indole opposta: il placido Feliciani, il pugnace Santuccio, lo stalinista Tieri, gli scalmanati Massari (molto sensuale) e Montagnani, il misurato Garrani.

Tarabas 29/12/08 21:47 - 1878 commenti

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Durante la rivoluzione ungherese del '56, quattro giornalisti italiani (un importante direttore ormai vecchio e malato, un moderato, un anticomunista e un sostenitore dell'intervento sovietico) affrontano gli avvenimenti rinchiusi nel loro hotel. Il confronto tra loro è lo specchio del confronto d'opinione in Italia sui tragici fatti di Budapest. Tratto dalle corrispondenze di Montanelli (unico cronista "non allineato" presente in città), il film è un kammerspiel, certo più importante come documento, ma è una testimonianza unica nel suo genere. Cinema civile.
MEMORABILE: Il momento in cui Anna (Lea Massari) indossa l'abito da sera della madre, ex internata nei gulag.

Galbo 1/01/13 19:19 - 12399 commenti

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La derivazione da un'opera teatrale è bene evidente dalla cura dei dialoghi che ne costituiscono l'"ossatura". Il film, la cui sceneggiatura non è disprezzabile, ha il limite di essere troppo "statico", oltre ad essere penalizzato da una regia alquanto anonima. Buona la prova del cast. Si può vedere ma non è memorabile.

Belfagor 1/01/13 12:54 - 2690 commenti

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Cinque giornalisti italiani, ciascuno con una posizione politica differente, osservano gli eventi in Ungheria del '56 chiusi nel loro hotel. Tratto da una pièce teatrale dello stesso Montanelli, è un drammone manicheo e reazionario, che sacrifica tutto alle esigenze della propaganda. La messa in scena è statica, le interazioni (nonostante qualche interessante contrasto fra i protagonisti) sono schematiche verbose, il pathos si spegne a causa della direzione impacciata.

Reeves 24/05/22 09:31 - 2228 commenti

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I fatti accaduti nell'Ungheria del 1956 hanno segnato un punto di profonda svolta per tutto il mondo intellettuale. Qui con Montanelli si mette in scena il confronto drammatico tra quattro persone che durante l'invasione russa si ritrovano a doversi rifugiare in un luogo chiuso. Cinematograficamente non c'è niente, dal punto di vista dei contenuti c'è un po' della spocchia che era tipica del buon Montanelli. Dimenticabile.

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  • Discussione Tarabas • 25/10/09 18:56
    Segretario - 2069 interventi
    Volevo segnalare ai milanesi che domani sera allo Spazio Oberdan ci sarà una serata dedicata a I. Montanelli, con la proiezione del film e di altro materiale, conclusa dal documentario "Montanelli e la TV" tratto dalle teche RAI.