La regina dei vampiri - Film (1972)

Produzione vampirica hammeriana che si distacca dalle saghe di Dracula e Carmilla, molto interessante. Ottime le scene acrobatiche durante gli spettacoli del circo, ottimi interpreti, e nel film sono presenti massice dosi di gore. Il finale lascia la vicenda in sospeso.

La Hammer, sul finire del periodo "gotico", tenta di condire con l'erotismo i temi identificativi (per la casa) ovverosia la presenza dei vampiri, il paese composto da abitanti arretrati ed arroccato su posizioni medievali, la collusione con donne di "malaffare" (leggasi streghe). Il titolo è passato, nel bene o nel male, alla storia grazie alla presenza di nudi (insistiti per il 1972) e per un incipit sado-maso dove una fedifraga (assai graziosa per la verità) viene flagellata quando colta in compagnia del vampiro. Il circo è affascinante.

Molto bello il breve prologo dove un nobile vampiro - il conte Mitterhouse - tiene in scacco il villaggio nei pressi del suo castello; affascinante la sua figura perversa, diversa da quella tipica dei vampiri classici del cinema come il Dracula di Christopher Lee. Poi subentra il circo, baracconesco e zingaresco. Purtroppo se l'idea e i vari spettacoli proposti dai circensi erano piacevoli, andando avanti si perde qualche colpo negli sviluppi della trama. Alcuni effetti comunque sono riusciti e c'è una certa dose di sangue.

A partire dai '70 la Hammer cerca di aggiornare le proprie produzioni svecchiando le classiche vicende gotico-vampiriche con l'aggiunta di un po' di nudi e sangue; a parte questi elementi la storia è abbastanza nello stile consolidato della casa di produzione, essendo altresì ambientata in un'altra epoca e basandosi fondamentalmente sugli usuali cliché del cinema para-draculiano. Scarsi gli SPFX, compensati da una discreta atmosfera e dalla curiosa idea del circo notturno; si lascia vedere, ma ho rischiato il colpo di sonno un paio di volte.

Il prologo pare una sorta di dichiarazione degli intenti che sosterranno l'intera pellicola: il vampirismo nelle sue tensioni erotiche e sessuali e nella sua sensualità perversa che subentra al romanticismo dei predecessori - da notare lo sguardo lascivo di Domini Blythe durante le vampirizzazioni - e una spiccata tendenza al visionario, in special modo durante i numeri del circo gitano con le metamorfosi in diretta e nel gioco degli specchi divinatori. Curate le scenografie, che immettono nel mondo cupo e retrivo del villaggio in cui si svolge la vicenda.

Vampiri "uccisori di bambini" che (pare) si accoppiano carnalmente (e come i vivi) con compagne umane piene di lussuria. Lo sguardo dei non morti è più perverso che cattivo e la storia celebra i 70s, in una visione parzialmente alternativa della sfera del vampirismo classico. Originale è l'elemento circense, anche se, dopo un prologo così "importante" ci si poteva aspettare qualche cosa in più; ma la Hammer non trascende e non trasforma un film di vampiri in un "gore/sexploitation", non era quello il suo stile e il suo pubblico (forse) non avrebbe gradito.

Tarda produzione Hammer che tenta di svecchiare i canoni gotici ambientandoli nel mondo del circo. Il risultato è più goffo che divertente: pedestri i raccordi narrativi, potente il miscating e incombente il ridicolo involuto. Restano i picchi visionari delle performance acrobatiche, la sessualità sovraesposta (che ha un culmine plastico nella celebre danza della donna-felino) e gli inattesi affondi splatter. Ricorda "Il popolo dell'autunno" di Ray Bradbury: ma qui "Il Circo della Notte" è apportatore di una forza eversiva più carnale e allo stesso tempo più banale, quella dell'erotismo.

Divertente, riuscita e originale questa produzione Hammer. Visionaria e d'atmosfera sottilmente erotica, con attori interessanti (ricordo la languida Lynne Frederick). Belle le esibizioni con metamorfosi (e l'apparato circense); anche la colorazione fotografica contribuisce a farne un buon prodotto di genere, girato con solido mestiere e invenzione. Finale aperto ed evocativo, con un pipistrello che vola via libero nella notte.

Ma quanto è gore, questo film sui vampiri che in puro stile Hammer si lascia ammirare per i vividi colori e le cupe atmosfere gotiche... Tutto si sviluppa a partire da una maledizione che un sanguinario conte lancia su un intero paese e che prenderà corpo attraverso gli eclettici componenti di un circo vagante. La trama erompe più strana e imprevedibile che mai, rendendosi ipnotica al punto che è impossibile distoglierne l'attenzione.

Consueto racconto di vampiri ambientato in un villaggio sperduto di qualche secolo addietro, afflitto da una maledizione tra le più prevedibili che si possano immaginare. Il film, però, funziona e il valore aggiunto risiede nell’aver sfruttato bene il Circo della Notte, creandovi attorno un alone di ambiguità e mistero, enfatizzato da colori vividi e scenografie che garantiscono un discreto impatto visivo. Specchi magici e acrobati trasformisti donano quel tocco a metà tra surreale e stregato, dandogli quella parvenza di fiaba dell’orrore.

Se tutto il film si fosse mantenuto sul livello dei primi venti notevoli minuti parleremmo di un gioiellino. In realtà nel prosieguo si registra un leggero calo, ma siamo comunque in presenza di un buon prodotto in cui si apprezza l'intenzione da parte della Hammer di rinnovare le trite tematiche connesse al vampirismo (il circo della notte è una bella trovata) e di rinnovare anche sé stessa puntando maggiormente sull'erotismo e sulla violenza. Riusciti il comparto scenografico e la ricostruzione d'epoca (veri e propri marchi di fabbrica della casa), adeguati gli interpreti.

Buon horror targato Hammer che declina con efficacia il classico tema vampirico introducendo la fantasiosa variante del circo notturno e aggiornandolo con un'inedita dose di erotismo e di sangue. Curato come da tradizione nella colorita pittura di antichi ambienti rurali impregnati di maledizioni e di superstizioni, il film è ben fotografato e diretto da Young con ritmo serrato fino all'inevitabile finale, anche se l'ultima inquadratura suggerisce che, come sempre, con i vampiri non è mai detta l'ultima parola. Cast professionale con un ricco comparto di sensuali presenze muliebri.