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MMJ Davinotti jr
Anno: 1967
Genere: corto/mediometraggio (bianco e nero)
Regia: Daniele D'Anza
Note: Telefilm di 50 minuti della serie "Tuttototò".
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
Differentemente dalla maggior parte degli altri episodi della stessa serie, basata in gran parte sulla riproposizione di sketch celebri che Totò aveva già abbondantemente sfruttato nella rivista e al cinema, LA SCOMMESSA si basa su un testo originale scritto dallo stesso comico napoletano assieme a Bruno Corbucci (cui spettò d’inserire Walter Chiari nella parte di se stesso per un breve e poco divertente duetto). Dopo un intro con voce fuori campo in vago stile neorealista, il telefilm racconta di una scommessa organizzata dalla moglie del principale ai danni del tuttofare dell'ufficio, Oberdan (Totò): questi, timido per natura e ancora “signorino”, non osa avvicinare le donne. Dovrà lei...Leggi tutto riuscire ad avere un appuntamento galante con lui per vincere al marito un milione di lire! I due si incontreranno in un locale di lusso (il maître è l’immancabile Mario Castellani) frequentato anche da gente di spettacolo (c’è Chiari, per l’appunto), in una saletta privata. Non si tratta di sicuro di uno dei migliori episodi di TUTTOTOTO’: troppo sottotono il grande attore, che per quanto s'inventi la consueta girandola di giochi di parole (Dom Perignon scambiato per un parroco, il violinista tzigano che diventa zio Gaetano...) non riesce a sollevare il ritmo stanco della pellicola. L'impressione di sciatteria generalizzata che contraddistingue la serie è amplificata quando (come in questo caso) Totò non riesce a scatenare la sua trascinante verve. In qualche occasione (spesso con Castellani) ancora si ride, ma la sceneggiatura e il soggetto, dispiace dirlo, sono carenti.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Quello che si dice un buon film:
Undying - Non male, dopotutto:
Smoker85, Rambo90 - Mediocre, ma con un suo perché:
Marcel MJ Davinotti jr., Panza, Pigro - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Minitina80 - Gravemente insufficiente!:
Dusso
Introdotto da voce narrante, che ci conduce all'interno di uno studio legale, nel quale avviene la scommessa del titolo: quella che intercorre tra Oberdan Lo Cascio, un timido impiegato, ed una graziosa ed intraprendente signora. Scritto da De Curtis stesso, è stato poi sceneggiato da Bruno Corbucci e vede, al fianco di Totò, l'interessante partecipazione di Walter Chiari nei panni di se stesso. L'ilarità è garantità dalla metamorfosi, inattesa, del riservato (ed inibito) impiegato in uno scatenato estimatore del "gentil sesso"...
Un episodio con alti e bassi. Totò si sforza di dare verve all'episodio, la cui trama si incentra sulla cronica timidezza del suo personaggio e la scommessa fatta alle sue spalle, dal suo datore di lavoro e dalla sua consorte per testare fino dove sia genuino questo candore. Pur con qualche spunto interessante e diversi momenti gradevoli, tuttavia, sembra che la trama non riesca mai a convincere del tutto. Riuscito solo a metà.
Pessimo episodio questo, con un Totò legato a un personaggio chiuso e timido che non riesce mai a esprimere quello a cui lo spettatore è abituato. Non si ride mai perché qualcosa che inizialmente può sembrare divertente è tirato invece troppo per le lunghe.
Episodio abbastanza debole, colpa di uno scritto non eccezionale. Lo stesso Totò per quanto ci provi non riesce a sfornare battute convincenti. C’è spazio anche per un duetto con Walter Chiari che interpreta se stesso, ma non serve a cambiare le cose. Abbastanza insipido e senza mordente; si può passare oltre.
Totò, che interpreta un personaggio antitetico rispetto a quello del precedente episodio, procede con il freno a mano tirato e senza ombra di dubbio risulta meno brillante che in altre occasioni; nonostante l'età e i problemi di salute riesce comunque a portare a casa cinquanta minuti onorevoli. Ciò accade specialmente nella scena al night quando interviene Chiari (divertente la spiegazione dell'origine delle sue doti da dongiovanni) e quando, in segito, arriva la Boni. Inutile l'introduzione con la voce narrante a mo' di documentario.
Un Totò meno aggressivo e più sommesso che negli altri episodi è la principale novità della storia. Il nostro è qui infatti un impiegato timido, che arrossisce davanti alle donne e il Principe ricopre la parte con la consueta bravura. La trama non è però frizzante come dovrebbe, regalando qualche risata con i soliti giochi di parole e nel duetto estemporaneo con un ottimo Walter Chiari. Finale incredibilmente felice.
Una scommessa dei datori di lavoro spinge il maturo “signorino” a un’avventura galante: soggetto tutto sommato carino, dato il contesto della serie televisiva che omaggia Totò. Il quale si dimostra piuttosto in forma nei duetti (da segnalare quello con Walter Chiari e la... belladonna), con qualche simpatico testo tra scioglilingua e gioco di parole. Detto questo, rimangono evidenti tutte le pecche dei film che si basano (anzi, si appoggiano) sul grande comico napoletano e sulle sue risorse classiche.
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