Intenso dramma con un grande George Sanders conteso tra l’amore per una donna e l’attaccamento alla propria famiglia di origine. Bei dialoghi e grandi interpretazioni, soprattutto da parte di Geraldine Fitzgerald, la sorella possessiva e gelosa; riuscito anche come ritratto di una provincia pettegola e ipocrita. Il lieto fine imposto dalla censura rompe purtroppo l’angosciosa impronta thriller originariamente voluta dal regista.
Un dramma-thriller che mi ha deluso per la sua mediocrità. Girato da un buon regista come Siodmak, poteva essere un film alla Hitchcock, ma ha troppi alti e bassi, scene mielose ed un finale (anche se imposto) che è tutt'altro che memorabile. La Fitzgerald è la migliore.
Siodmak riesce in questo film a scorporare il nucleo familiare in maniera particolare. Prima appare come un insieme forte e robusto capace di superare ogni cosa e dopo invece lo divide con un taglio netto e profondissimo. Difficile rimanere indifferenti di fronte a questa dicotomia lacerante. Il finale può far giustamente storcere il naso, ma al sottoscritto è sembrata una meritata boccata d'ossigeno.
Vicenda della provincia americana con traccia incestuosa. La conturbante e psichicamente instabile Geraldine Fitzgerald (doppiata da Lady Oscar in persona) si direbbe fisicamente attratta da suo fratello, un George Sanders che da certi comportamenti sembra un po' un mammalucco. Il tutto è condito dalla risoluta personalità di un'altra donna, una scafata newyorkese interpretata dalla felina Ella Raines. Melodramma psicologico di valore discutibile che tuttavia ha diverse parti irresistibili tutte concentrate sul personaggio della Fitzgerald.
Un uomo è diviso fra l'amore morboso di una sorella e la necessità di esprimere se stesso in tutti i sensi, ma non gli sarà semplice. Interessante dramma-thriller in cui è facile rintracciare la vena psicologica dei personaggi e del contesto, sviluppata in un racconto ben disegnato e dal finale che accontenta tutti, pubblico compreso. Bel contrasto fisico fra le due protagoniste "dirimpettaie".
Uomo mite e remissivo vive con la sorella maggiore vedova e la minore morbosamente attratta da lui, tanto da ricorrere a tutti i mezzi per impedirgli il matrimonio... Nella filmografia del regista, film minore ma non privo di pregi, a partire dalla prova di Fitzgerald, infida e febbrile quanto è schietta Raines. Meno convincente Sanders in un ruolo molto diverso da quelli a cui è legata la sua fama: qui appare mansueto fino alla dabbenaggine, il che rende poco credibile una certa svolta nella trama. Il vero problema è però un epilogo imposto dalla produzione che pare appiccicato con lo sputo.
Dramma tinto di nero che, pur non risultando tra i lavori migliori di Siodmak, si lascia comunque apprezzare per la scorrevolezza del racconto (complice la breve durata), il buon livello dei dialoghi e alcune ottime interpretazioni, con un Sanders vagamente babbeo stretto tra l'incudine di una Fitzgerald (bravissima) dalle pulsioni incestuose e il martello di una Raines sinuosa e spigliata. Molto meno apprezzabile è invece il finale imposto dalla produzione, forzatamente conciliante e svolto in modo troppo repentino.
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