E' un film che merita rispetto perché è un film coraggioso. Pozzetto, per il suo ritorno al cinema, invece di fare un film caciarone anni 80 opta per una commedia grottesca di sapore fantascientifico. L'assunto di base ricorda Io e Caterina (ma anche Cercasi l'uomo giusto) ma senza il maschilismo e il finto moralismo sordiano, anzi da un certo punto in poi prende la strada del femminismo. Film di estremo rigore formale, pulitissimo e freddo, spiazzerà molti. Buona la regia di Pozzetto (vera sorpresa). Finale surrealissimo. Non si ride molto...
MEMORABILE: Pozzetto che scarta il pacco gigante...
Malgrado la sceneggiatura sia di vecchio stampo e già messa in scena da Sordi nel 1980 con il film Io e Caterina, Pozzetto dirige piuttosto bene se stesso nel suo gradito ritorno al cinema. Il film ha la bontà di farci sognare e forse farci riflettere sulle sfaccettature della vita moderna di coppia e ironizzando sui comportamenti umani negli ambienti di lavoro. Seppur si abusi di una buona dose di invenzioni, il film mi pare un felice ritorno di Pozzetto. Lo salvo.
Un film sfortunato! Peccato, perché se fosse uscito in America sarebbe sicuramente diventato un successo... ma siccome è uscito in Italia... e ho detto tutto! È una storia surreale, ironica, virtuale e molto intelligente con un Pozzetto nuovo e davvero sorprendente. Come mai ha avuto scarsissimo successo? Camilla Sjoberg è davvero bella, ottima e brava. Cochi Ponzoni e Renato Scarpa meritano attenzioni. Il film gode di trama e sceneggiatura buone ed ottime inquadrature. Notevoli la regia e le musiche. Merita le tre palline.
Pena, tenerezza e tenacia. Pozzetto torna al grande schermo con una variazione sul tema di Io e Caterina. Se nel film di Sordi la donna-robot era descritta tramite un romanticismo fantastascientifico tipico degli anni '80, qui Elettra è la trasposizione fredda, cibernetica e pure squallida di una realtà virtuale. Il tema è forte e pure interessante, ma purtroppo Renato Pozzetto non è il più il grande attore che metteva a ferro e fuoco le commedie tra il 1975 e il 1988, ma solo un pallido leghista, un po' pervertito, ma che fa tenerezza.
Gradito ritorno di Renato Pozzetto con un film molto particolare e coraggioso: lo spunto iniziale è lo stesso di Io e Caterina ma lo sviluppo è decisamente migliore del prototipo sordiano. Pozzetto attore è ancora in forma, qualche battuta funziona e quando passa al registro drammatico è una vera scoperta; come regista invece lascia ancora molto a desiderare. Il film è comunque da vedere, per rivedere Pozzetto dopo tanti anni e, soprattutto, per vederlo in un ruolo diverso.
Triste flop per Pozzetto. Al ritorno dopo una vita sul grande schermo fa il passo più lungo della gamba scrivendo (assieme al sodale Sanchez e, nientemeno, a Vittorino Andreoli), interpretando e girando un film piccolo piccolo. Le imperdonabili velleità di analisi del rapporto di coppia e dell'età che avanza non colpiscono mai nel segno e le numerose scene spacciate per surreali, ma in verità deliranti, non fanno che peggiorare le cose. Renatone è irriconoscibile: invecchiato, rugoso e senza più un briciolo di inventiva e verve. Scadente pure la sua regia.
Da qualche anno Pozzetto stava cercando di abbandonare il personaggio che l'ha reso famoso a favore di ruoli diversi, forse un po' più adulti; questo film, di cui cura anche la regia, ne è l'esempio lampante. E bisogna dire che il comico riesce a sorprendere; non indugia in nessuna battuta classica del suo repertorio e anzi opta per una recitazione dimessa, quasi drammatica. La trama non sarà innovativa, ma è affrontata con gusto, senza strafare. Il film appassiona e a tratti ispira tenerezza, è una bella storia raccontata con garbo. Promosso!
Pozzetto ritorna sul grande schermo (e alla regia) in modo inaspettato, con una commedia malinconica e riflessiva che lo vede innamorato di una donna robot. Il tema fantascientifico è affrontato con tenerezza e qualche ombra di disillusione e anche se il risultato non è dei più efficaci, bisogna rendere merito a un attore che non dorme sugli allori e sperimenta vari registri. Il ritmo è calmo e non ci sono molte battute, ma i momenti di ironia non mancano.
Con tanto "corpo" in bella mostra, Pozzetto si arrabatta nel tentativo di celare la pochezza della messa in scena, riportando in primo piano la propria comicità lunare, surreale; purtroppo le stagioni d'oro sono alle spalle, non c'è più ritmo, non c'è più sorpresa, non c'è più la battuta folle e spiazzante che quel volto pacioso si lasciava scappare come nulla fosse, con l'effetto dirompente dello straniamento. Un amore su misura, doveva e poteva essere il palcoscenico per l'elogio di quella comicità.
Renato Pozzetto ce la mette tutta per realizzare un buon film e gli esiti sono altalenanti. Gli va dato atto di aver imbastito una trama piuttosto ambiziosa che comunque in alcune occasioni dà i suoi frutti, grazie alla sua bravura di consumato attore. Poi c'è qualche sfilacciamento dovuto ad alcune inevitabili melensaggini. Cast di contorno gradevole con la coppia gay Ponzoni-Scarpa, la conturbante Sjoberg, la gustosa Anna Galiena e un misterioso Kofler.
La Sjoberg è di una bellezza ipnotica e se la cava anche piuttosto bene, Pozzetto invece è decisamente sotto tono. Cochi e Scarpa hanno ruoli marginali ma gradevoli, Kofler è pessimo, la Galiena "fantasma" funziona (il suo personaggio ricorda un po' quello in Willy Signori). Il film in sé non offre grandi gag né importanti spunti di riflessione ma nell'insieme è una storiella piacevole, pur contaminata da qualche ingenuità di troppo. Il finale lascia una certa sensazione di incompiutezza.
MEMORABILE: Il bacio fra Cochi e Renato.
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HomevideoXtron • 16/06/12 21:00 Servizio caffè - 2149 interventi
Il dvd uscito in edicola (Fabbri Editori) ha una durata di 1h33m49s
Extra: interviste a Renato Pozzetto, Cochi Ponzoni, Anna Galiena e Camilla Sjoberg