O Lucky man! - Film (1973)

Chilometrico e poco convincente film di Lindsay Anderson, che appare alla fine del film per scegliere, come attore di un futuro film, proprio Malcolm McDowell, in effetti protagonista dell’opera… Quest’ultima mira molto in alto, ma non funziona in troppe delle sue fasi. Cosicché l’intento, che era quello di farci capire che i novelli Candido devono cambiare idea perché il mondo è cattivo, non riesce a spezzare la lancia in favore di una tesi che è, per di più, già risaputa. A ‘sto punto è meglio il film di Jacopetti e Prosperi.

Particolare se non unico nel suo genere. Ricco di spunti, di trovate, di rimandi, è un calderone meta-cinematografico in cui McDowell passa da sé stesso a Mick Travis finanche a sovrapporsi ad Alex DeLarge, in un turbinio di situazioni (scandite da Alan Price + band al seguito che appaiono come loro stessi mentre suonano) da cui riesce sempre a cavarsela con una buona dose di fortuna e candore (ovviamente). Manca un po' di mordente e la sua lunghezza non aiuta di certo, ma rimane un grande esempio di cinema totalmente libero dagli schemi.

Nasce da un'idea dello stesso McDowell questo buon esempio di film, che attraverso le vicissitudini del protagonista, il Mick Travis della trilogia di Lindsay Anderson, traccia un ritratto della società inglese (ma delle società capitalistiche in genere) rilevandone gli aspetti più negativi. Buon esempio perché, oltre a non essere troppo convenzionale (molto british comunque) evita ogni presa di posizione idealistica, limitandosi a forzare le tappe del protagonista per arrivare a coprire il maggior numero di strati sociali e i loro ambienti.