Note: Aka "La mano sulla culla è la mano che governa il mondo". La frase è tratta dal titolo di un poema dedicato alla maternità edito nel 1865, opera di un poeta americano di origini scozzesi: William Ross Wallace.
Ottimo thriller con ossatura prettamente drammatica, resa particolarmente efficace dalle eccellenti interpretazioni (in particolare Rebecca De Mornay). Il clima è di tipo hitchcockiano e la storia si apparenta al genere "revenge" tipo Cape Fear - Il Promontorio della Paura. Mai titolo può essere definito più nemesiaco di questo, giacché la colpa del padre qui ricade veramente sul figlio!
La figura della baby sitter non sarà mai più così minacciosa...
A prima vista, giudicando luoghi e personaggi, sembra uno dei classici film tv americani che si possono benissimo tralasciare. Invece è un family-thriller di tutto rispetto dove la figura centrale è una brava Rebecca De Mornay che si fa assumere come baby-sitter presso la famiglia Bartel per portare a termine una vendetta personale e rivelando così il suo aspetto psicopatico. Attori bravi e efficace gestione della tensione.
Discreto (ma non di più) thriller in cui si racconta dell'ennesima personalità deviata che si inserisce all'interno di una famiglia. E proprio questo è il difetto maggiore del film: la storia oramai vista e rivista troppe volte. Peccato perché gli attori se la cavano bene ed Hanson riesce a costruire una tensione degna di nota.
Buon thriller soprattutto per l'ottima interpretazione di Rebecca De Mornay e il suo personaggio vendicativo e psicopatico (siamo sui livelli, sebbene in contesti differenti, della Glenn Close di Attrazione fatale), la cui risolutezza nel porre in essere il suo folle piano è a tratti agghiacciante. Sapiente la mano del bravo regista che permette di incrementare progressivamente la tensione. Insomma, un film da vedere.
Buon thriller che si avvale della regia professionale di Curtis Hanson (LA Confidential) molto bravo (insieme agli sceneggiatori) a costruire un ottimo meccanismo filmico in cui la tensione cresce progressivamente e l'ignoto si insinua in un contesto apparentemente idilliaco. Questo nonostante la talora evidenti incongruenze della sceneggiatura. La riuscita del film è anche dovuta alle due brave protagoniste, in particolare la De Mornay che interpreta abilmente un personaggio luciferino.
Buon thriller che tratta un tema usurato come la vendetta in un'insolita cornice familiare - e non dimentichiamo l'antefatto che sconvolge la vita della sinistra baby sitter (le molestie del marito ginecologo alla Sciorra). Tutto sommato godibile, anche se ovviamente sono utilizzati tutti gli stereotipi; ma la tensione sale palpabile, fino all'inevitabile finale con il personaggio che non ti aspetti.
Thriller piuttosto riuscito che riesce a creare una bella tensione nonostante una sceneggiatura non certo di primo pelo. Merito della bella interpretazione di una cattivissima De Mornay e di un insieme di ingredienti estremamente professionali a partire dalla regia di Hanson. Merita di essere visto anche se è sconsigliato alle donne incinta e a quelle che devono scegliere la bambinaia.
Banalotto nello spunto (intruso/a che mette a repentaglio focolare domestico in modo subdolo, qual serpe in seno) ma piuttosto coinvolgente nello svolgimento, questo thrillerino è di quelli che si guardano per vedere come va a finire, pur sapendo che finiranno come poi finiscono. Pur appartenendo anche al filone "vendetta tremenda vendetta", se ne distacca essendo impossibile solidarizzare con la gelida De Mornay, qui brava come pure Sciorra e Moore (invece quello che fa il marito è un sedano).
MEMORABILE: Rebecca De Mornay che fa a pezzi il fascicolo.
Uno dei primi thriller con paranoiche-omicide (genere che avrebbe avuto buona fortuna negli Usa), molto buono. Buon cast. Oltre alla bellissima e pazza Rebecca De Mornay cito Julianne Moore e il caratterista Matt Mc Coy. Buon ritmo, pochi momenti di stanca, finale teso, buone invenzioni visive (la morte della Moore nella serra). Da vedere sicuramente.
La paura di essere molestata dal ginecologo. La paura di non essere una brava mamma, una brava moglie, una brava padrona di casa, persino di non essere una brava giardiniera! Tutte le paure della donna media si raggrumano in Claire, e fanno di lei il bersaglio ideale della vendetta di Peyton, la baby-sitter in nero. Le intenzioni di Peyton sono note dall'inizio, ci si domanda soltanto fino a che punto si spingerà... e alcune trovate sono ottime, degne di una grandiosa nemesi più che di una meschina rivalsa. Canovaccio logoro, buon ricamo.
MEMORABILE: Peyton che allatta di nascosto il bambino di Claire per disabituarlo al sapore del latte materno. Il delitto nella serra.
Entra nella vita della donna che ritiene responsabile del fallimento della sua famiglia, ne conquista la fiducia e si impadronisce del suo mondo, arrivando ad allattarne il pargolo. Appena due anni dopo L'albero del male, ecco un'altra pellicola con una baby-sitter omicida psicopatica, pronta a tutto pur di realizzare il proprio disegno criminale. Hanson riesce a rendere credibili i personaggi e questo fa acquistare forza al film che può contare anche su due brave attrici come la Moore e la De Mornay. Della serie casa dolce casa.
Vedendo il film si avvertono sapori a cui già si è abituati in quanto condimenti tipici di ogni simile pietanza appartenente agli anni '80 e '90. Tuttavia lo chef Hanson è bravo a guarnire i piatti scegliendo ottimamente gli intervalli di tempo fra una portata e l'altra e conferendo alla vivanda una forma piuttosto attraente. Sebbene nessun piatto lo abbia particolarmente colpito, alla fine lo spettatore può considerarsi soddisfatto del pasto, dagli antipasti al dessert. Fra i camerieri rimarchevole la Moore (ma non ha ricevuto la mancia).
Penalizzato da una certa sciatteria nella confezione (sembra di assistere a un prodotto televisivo) e non certo imprevedibile nel suo sviluppo, questo thriller domestico si lascia comunque seguire con un certo interesse grazie a una buona costruzione della tensione e a un cast di tutto rispetto, soprattutto sul fronte femminile: Sciorra e De Mornay perfette, la Moore è ovviamente validissima spalla. Con McCoy che interpreta il solito marito che non si accorge di nulla, ci pensa inaspettatamente Hudson a salvare l'onore maschile.
MEMORABILE: La serra trasformata in trappola mortale; Il finale, efficace nella sua prevedibilità.
Già dal titolo si intuisce la forza trainante di questo thriller: la paura che qualcuno si insinui nella nostra famiglia e faccia del male ai nostri figli. Anche se la sceneggiatura non è delle migliori, lo spunto permette a questo film di coinvolgere fino alla fine. Buona la prova del trio femminile, in particolare di una perfida ma al contempo tragica De Mornay. Delude invece il cast maschile, con l'eccezione della breve scena di De Lancie che mette in moto gli eventi della storia. Prevedibile ma professionale.
MEMORABILE: L'allattamento; L'omicidio nella serra.
Buon thriller in cui la De Mornay è la moglie di un medico denunciato dalla Sciorra perché, a suo dire, l'avrebbe visitata in un modo morboso. Il medico, preso dai sensi di colpa, si suicida e l'avvenente moglie decide di vendicarsi in modo molto sottile. La tensione c'è ed è mascherata dall'apparente senso di calma delle scene familiari. Valida su tutti la De Mornay, perfetta nel ruolo. Menzione anche per Ernie Hudson.
Thriller ansiogeno e ricco di tensione, dalla trama semplice ma che ha la buona intuizione di rendere lo spettatore "complice" della piscotica di turno facendogli capire ogni volta come agirà. Bravissima la De Mornay, perfettamente inquietante nell'ostentazione del suo viso angelico e nel cast di contorno si segnala anche un Hudson in insolite vesti. Regia buona di Hanson.
Thriller elementare nei meccanismi narrativi e assai prevedibile nell'esito finale, che però riesce a farsi attendere generando un efficace crescendo di suspense. La Sciorra è apprezzabile nel ruolo della madre di famiglia ingenua e insicura, mentre Rebecca De Mornay è diabolica nel ruolo della baby-sitter dalla mente malata in cerca di vendetta.
Quale mamma, per quanto disperata, prenderebbe mai come baby sitter tuttofare una sensuale, biondissima, magrissima De Mornay dall’occhio di ghiaccio che finisce per girare seminuda per casa davanti al marito? A parte questa ingenuità che si perdona volentieri, il thriller scorre bene e va in crescendo, come la follia (comprensibile) della protagonista con cui si finisce persino per empatizzare. Tanto è perfettina, noiosa, goffa e fredda la Sciorra, quanto, invece, è audace, impavida, efficiente e imprevedibile la De Mornay. Finale un po’ così.
Riletto col senno di poi in prospettiva odierna, è a tutti gli effetti un rape and revenge a doppia percorrenza, marchiato dalla trasversale intercambiabilità di vittime e carnefici, agenti e pazienti di violenze tanto dipendenti quanto indipendenti dalle rispettive volontà. Intestatario e promoter di tanti impostori filmici, Hanson innalza la De Mornay sul piedistallo più alto delle psicositter cinematografiche, consacrandola icona viperea di mellifluità e frenesia vendicativa, energivora sconvolgitrice di armonie coniugali, "sostituta procuratrice" di sfasci e disamoramenti coatti.
MEMORABILE: La macchinazione escogitata per far passare il giardiniere come un molestatore di bambini; La fine truculenta della Moore all'interno della serra...
Buon thriller psicologico nel quale spicca la prova di Rebecca De Mornay, algida e implacabile nel suo progetto di vendetta (basti pensare al malvagio piano per far allontanare il custode nero - disabile mentale - facendolo accusare di pedofilia). La regia non sbalordisce ma è corretta e funzionale, soprattutto nella direzione degli attori. Alcuni passaggi appaiono un po' forzati (il sonaglio cinese dal quale la protagonista riconosce la casa della falsa bambinaia), ma nel complesso la sceneggiatura è solida. Un buon film.
L'albero del male epurato dal sovrannaturale: un grande classico dei thriller domestici con bambinaia family-wrecker, che trova in Rebecca De Mornay, tanto angelica e sexy quanto subdola e feroce, una scelta di casting ideale. La tormentata Sciorra e la risoluta Moore completano un tris al femminile particolarmente indovinato. Sorprendente constatare che anche a distanza di anni un plot dalla struttura ormai resa archetipica da sfilze di prodotti similari (specialmente televisivi) riesca a tenere incollati fino all'ultima concitata sequenza (merito anche della mano sicura di Hanson).
MEMORABILE: Il dottore porcellone; Le mutandine della bimba della cassetta dell'operaio; La trappola nella serra; Attacco d'asma; La De Mornay in abiti bagnati.
Come altri "hitchcockismi" di Hanson, precedenti e a venire, il meccanismo narrativo soffre ad un certo punto di uno sbracamento che perdendo ogni riferimento congruente si fa quasi grottesco invece che iperrealistico. Proprio da questi sbandamenti tuttavia emana un incerto fascino malsano, che qui raggiunge probabilmente l'acme del suo cinema, catalizzandosi non solo sul personaggio iconico della De Mornay ma anche sule altre due alternative femminili (la quieta Sciorra e la perturbante Moore, ma ci sarebbe da metter dentro anche la piccola Zima). Irritante l'espediente risolutivo.
MEMORABILE: La morte della Moore in serra; L'allattamento "lumato" da Hudson alla finestra; L'incedere della De Mornay; La De Mornay alla luce del frigo.
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DiscussioneMagnetti • 12/11/09 14:24 Call center Davinotti - 210 interventi
Non sorprende più di tanto la qualità, narrativa e - in senso lato - cinematografica, di cui gode questo "abuse-movie" raffinato e piuttosto intrigante.
Non sorprende se si conosce, anche solo vagamente, qualche dettaglio sulla figura di Curtis Hanson, cineasta già attivo dietro la m.d.p qualche anno prima, quando dirige Cattive compagnie (1989).
Per anni è stato impegnato come sceneggiatore (White Dog, Mai gridare al lupo) e direttore della rivista Cinema, prima di esordire come regista (La finestra della camera da letto, 1987).
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (martedì 15 novembre 1994) di La mano sulla culla:
Bello il flanetto di Sorrisi, Buio.
Ricordo che vidi il film al cinema e non mi lasciò chissà quali emozioni. Rivisto ed archiviato anni dopo, al contrario, non mi è dispiaciuto.
DiscussioneDaniela • 8/02/17 15:30 Gran Burattinaio - 5925 interventi
Zender,
il titolo con cui il film è presente in IMDB è La mano sulla culla, che è anche quello con cui viene passato in tv.
Il resto, che completa una battuta del film (la pronuncia Moore parlando con la sua amica Sciorra per metterla in guardia dalla baby sitter), viene riportato nella scheda IMDB fra gli aka come "long title".
DiscussioneZender • 8/02/17 17:42 Capo scrivano - 47698 interventi
Sì è vero, ma in locandina si legge tutto. All'epoca scelsi di lasciarlo intero
CuriositàDaniela • 8/02/17 18:03 Gran Burattinaio - 5925 interventi
La frase è tratta dal titolo di un poema dedicato alla maternità edito nel 1865, opera di un poeta americano di origini scozzesi: William Ross Wallace.
Il titolo esatto del poema è "The Hand That Rocks The Cradle Is The Hand That Rules The World", ossia letteralmente "La mano che dondola la culla è la mano che governa il mondo".