Silk - Si può uccidere un fantasma? - Film (2006)

Silk - Si può uccidere un fantasma?
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Guisi
Anno: 2006
Genere: horror (colore)

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Grande attenzione per immagini e musica come sempre capita nei film orientali (qui siamo dalle parti di Taipei), questa volta accompagnata da un'opera ambiziosa che, per quanto rientri pienamente nel classico filone ectoplasmatico (vero punto di forza dell’horror di quelle parti), lancia suggestioni metafisiche in grado di elevarla rispetto alla media. La vicenda, al solito, non è chiara in ogni punto, ma capiamo che studiosi agenti di polizia speciale sono uniti nella caccia al fantasma (per nulla evanescente) di un bimbetto conciato come vuole la tradizione (volto pallido e occhi sbiancati). Più in generale si indaga sulle proprietà antigravitazionali dei fantasmi e sulla concentrazione di particelle...Leggi tutto presenti quando si manifestano, catturate entro un misterioso cubo hellraiseriano chiamato mengersponge. Seguire per filo e per segno ogni suggestione è arduo, mentre è molto più facile soggiacere al fascino di alcuni effetti speciali delicati e talvolta - perfino! - quasi originali. Splendido ad esempio quando l'anima si stacca bruscamente dal corpo mentre questo viene trascinato. Girato prevalentemente di notte, valorizzato dalle suadenti note di una colonna sonora molto calzante, SILK fallisce (ma è un classico) dal punto di vista del coinvolgimento e dei dialoghi, rischiando di annoiare prima del previsto e tirandola eccessivamente per le lunghe (si arriva all’ora e cinquanta). Peccato, perché lo sforzo per creare qualcosa di nuovo è evidente.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/05/07 DAL DAVINOTTI
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Fele 11/12/07 00:44 - 43 commenti

I gusti di Fele

Il confuso intreccio di fantasmi beoti, ricerca scientifica e drammi personali si trasforma quasi in farsa demenziale. Eppure alcune tematiche dovevano essere sfruttate un po' meglio, considerata la loro pregnanza: l'eutanasia di malati terminali irreversibili, l'amore materno-filiale così intenso che arriva all’infanticidio (pressoché una giustificazione di Cogne).
MEMORABILE: La scena dello strangolamento filiale: "grazie mamma", col sorriso sulle labbra. Una regia degna avrebbe partorito un capolavoro.

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