Gli industriosi abitanti di Alba Longobarda entrano in rotta di collisione con Roma. La soluzione della guerra è affidata a una disfida... Farsaccia di spunto vagamente proto-leghista con cast terrificante, realizzata decisamente fuori tempo massimo. Gli attori (specie le seconde linee, con in evidenza i valorosi Mazzarella e Mulè) fanno quel che possono, ma si ride davvero poco; certo, c'è Gloria Guida....
Farsa da avanspettacolo, imbastita sulla parodia di icone popolari dell'epoca. La storia è mal scritta e, confusamente, cerca di mettere al centro della narrazione una improbabile guerra tra Roma e l'inesistente città Albalongobarda, a metàfora di un ideale contrasto Roma/Milano dei giorni nostri. Memorabili, tuttavia, certi personaggi, in forza dei caratteristi chiamati in campo: dall'arrogante (nel film) e indimenticabile Agus a Francesco Mulè (il centurione Anco Marzio); Elio Pandolfi è strepitoso, moltiplicato in 4 ruoli: nei panni dell'omosessuale Tullo Ostilio e nelle di lui tre figlie.
MEMORABILE: Gloria Guida nella canzone finale: "Son la più meravigliosa / ogni uomo mi vuol sposa / però al mondo ho detto addio / e mi son fatta un Dio!"
Roma contro Alba Longa (anzi: Longobarda): ossia, alla faccia di ogni credibilità storica e geografica, Roma contro Milano... Una farsa grossolana sul passato per colpire il presente, resa commestibile - e talora pure appetitosa - dalla partecipazione di impagabili interpreti come Agus, Mazzarella, Pandolfi, Banfi e Mulè. Brambilla, in uno dei suoi rarissimi ruoli da protagonista, si gode la Guida e la Gonella in boccaccesche scenette.
Farsaccia d'ambiente latino di poco posteriore ai due analoghi tentativi del duo Castellacci-Pingitore (Nerone e Remo e Romolo) che fa ampio uso dell'anacronismo e del gioco di parole. Umorismo abbastanza banale ripartito in scenette unite da una flebile trama che affossa il livello generale provocando notevole tedio nella parte centrale. Qualche tiepido sussulto grazie a qualche finezza, come gli interventi del giornalista Ruggerus Orlandus e i due cartelli della stazione della metro. Grande parata di caratteristi, tra cui Franco Bracardi.
Divertente film (nonostante il testo sia poco sotto la sufficienza) perché salvato dagli interpreti, in particolare da Elio Pandolfi che si fa letteralmente in quattro e riesce a domninare la scena ogni volta che tocca a lui. Per il resto siamo ai luoghi comuni più triti e ritriti, però ogni tanto si ride e in fin dei conti questo il film ha promesso, fin dal titolo davvero geniale.
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con lo pseudonimo di George Mc Roots, Mariuzzo firmò due pellicole datate 1976: Mondo porno oggi (una tardiva pseudo inchiesta sullo stile dei mondo, commentata da Ferruccio Amendola) e Una donna chiamata Apache.
Curiosamente, per questo ben peggiore Oriazi Curiazi 3-2 non utilizzò un nick, apportando il visto in regia con il suo vero nome.
Toni Ucci imita Alighiero Noschese ed il film, in generale, è ricolmo di parodie che non saranno sfuggite a chi ha una certa età e che potrà così riconoscere, nelle macchiette profferte, il democristiano Amintore Fanfani, il commentatore televisivo Ruggero Orlando e il cronista sportivo Sandro Ciotti.