Breach - L'infiltrato - Film (2007)

Breach - L'infiltrato
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Nel raccontare la storia vera della più grande spia russa infiltrata negli Stati Uniti, il film lavora soprattutto sulla dimensione privata riducendo in sostanza la caccia a una sfida a due: da una parte il giovane impiegato Eric O'Neill (Phillippe), che sogna di diventare agente, dall'altra la spia Robert Hanssen (Cooper), analista del Bureau in forza da venticinque anni all'FBI e a capo in passato di molte importanti operazioni. Sulle prime l'agente Kate Borroughs (Linney) incarica O'Neill di sorvegliare e controllare Hanssen perché, gli dice, hanno scoperto che carica online filmati hard girati con la moglie (Quinlan), ma non ci vorrà molto prima che lo stesso...Leggi tutto O'Neill si accorga che è stato in realtà chiamato perché quell'uomo è una spia e va incastrata. Il giovane, che aveva cominciato a conoscere piuttosto a fondo Hanssen e ad ammirarne l'apparente dirittura morale, stenta a credere di avere a che fare con la famigerata talpa che in FBI cercano da anni, ma non può che continuare a seguire gli ordini, riportare i movimenti di Hannsen, cercare di capire cosa nasconda nei suoi hard disk o se trasmetta ad altri documenti segreti.

Nel frattempo deve occuparsi di contenere l'irritazione della propria moglie (Dhavernas), alla quale nulla può riferire di una missione tanto delicata. Che il regista Billy Ray sia prima di tutto uno sceneggiatore è evidentissimo: è negli scambi tra i due, e ancor prima nelle risposte spiazzanti di Hannsen, che il film trova la sua forza maggiore. L'acutezza delle stesse, supportata al meglio da un Chris Cooper assolutamente perfetto nella parte, permette immediatamente di notare il valore di dialoghi nettamente superiori alla media, che in un film tanto centrato sul rapporto esclusivo tra i due protagonisti è qualità fondamentale. Si avverte semmai un po' di fumosità nei momenti in cui va spiegato il procedere delle operazioni, come se si preferisse non chiarire ogni cosa elementarmente, il che va a discapito talvolta della piena comprensione. E' un prezzo che si paga volentieri ma che diffonde un po' di ambiguità in certi passaggi, se non li si segue con molta attenzione.

Nulla di trascendentale comunque, perché ciò che davvero conta si capisce e a una regia non virtuosistica ma solida si aggiunge una notevole dose di tensione (non si sa mai cosa realmente Hannsen sappia o abbia intuito osservando l'analisi dei comportamenti di O'Neill), costantemente presente e che permette di sorvolare sul'assenza quasi totale di azione tradizionalmente intesa. Una fotografia poco intensa scolora e tinge di un rigore governativo gli scarni interni entro cui si muovono per la gran parte del tempo i personaggi, mentre il sesso resta contenuto e del tutto ai margini. Così come poco pregnanti e accessorie (tipico, in film del genere) sono le parentesi legate alla vita matrimoniale di O'Neill, comunque utili a ispessire la figura del giovane ambizioso talvolta titubante (come si vedrà nell'imprevedibile epilogo). Ottima l'interpretazione di Laura Linney, credibile nel ruolo di chi sa sempre cosa dire e come farlo, fredda come si conviene ma senza rinunciare a sprazzi di umanità. Non sembra esserci una sola scena di troppo, e l'efficacia ne guadagna.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/05/07 DAL BENEMERITO GALBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 14/04/22
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Galbo 27/05/07 07:24 - 12399 commenti

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Il film è la vera storia del giovane agente dell'FBI O'Neill che riceve l'incarico di spiare il suo superiore Hanssen, sospettato di tradire l'agenzia. Un'efficace spy story molto ben scenggiata e diretta, senza clamorosi colpi di scena ma condotta attraverso l'introspezione psicologica e lo studio dei caratteri dei protagonisti (con il giovane agente che subisce il fascino del superiore ma ne comprende la pericolosità), ben interpretati da Chris Cooper e Ryan Philippe con l'apporto della brava Laura Linney.

Daniela 13/02/10 22:56 - 12670 commenti

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Un film di spionaggio che privilegia il confronto psicologico rispetto all'azione, tutta risolta fra le pareti degli uffici dell'FBI e quasi priva di forzature spettacolari. Ryan Philippe è il giovane infiltrato che instaura un rapporto forzatamente ambiguo col suo capo, un uomo religiosissimo, severo moralista, ultranazionalista, sospettato di essere una spia al soldo dei sovietici. L'interesse maggiore del film si concentra proprio sulla figura di quest'ultimo, interpretato con grande intensità da Chris Cooper.

Cotola 27/09/10 22:49 - 9052 commenti

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Tratto, incredibile a dirsi, da una storia vera, è un gran bel thriller che ha il merito (di regista e sceneggiatori) di riuscire a creare una buona tensione che tende a mantenersi elevata sebbene lo spettatore sappia molte più cose dei personaggi. Gran bella prova degli attori. Ogni tanto anche il cinema contemporaneo riesce a fornire qualche solido e bel film di genere. Promosso a pieni voti.

Nando 16/05/11 16:48 - 3816 commenti

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Ispirato da eventi realmente accaduti, il film si dipana con una valida narrazione ed un discreto intreccio in cui sorge tensione ma mai vero e proprio senso di pericolo. Il rapporto tra il giovane che deve smascherare il vecchio agente corrotto viene analizzato con attenzione valutando il lato psicologico. Cast appropriato.

Qed 1/08/11 00:06 - 54 commenti

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Per quanto indubbiamente abbellito (ma poi fino a che punto?) con qualche invenzione storica il film si fa apprezzare per aspetti diversi ma tutti ugualmente validi. Non si raggiunge spesso un simile livello di tensione puntando, e a ragione, quasi esclusivamente sull'efficacia dei dialoghi e sull'analisi (e conseguente sfruttamento) delle reciproche debolezze psicologiche. Asettico (quasi più da JIC britannico che da FBI) ma credibile nel descrivere luoghi, dinamiche, reazioni, rapporti personali. Un film di genere che centra l'obiettivo.
MEMORABILE: Sull'importanza del senso del dovere: «Get on the boat, do your job, get back home again».

Giùan 9/05/12 15:14 - 4562 commenti

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Dopo L'inventore di favole, Billy Ray continua a raccontarci storie di bugiardi, stavolta però la cornice è decisamente più compassata, vista pure la "serietà" della vicenda reale a cui l'opera fa riferimento. La forza del film sta in effetti nella progressiva claustrofobia della relazione tra le due "spie", contrappuntata dai toni uggiosi della fotografia e una certa tetraggine nei dialoghi. Appropriata a questo aplomb espressivo la recitazione di Cooper e Philippe (un Neeson e un Damon più umbratili si direbbe a vederli). Recuperate Operazione Cicero.

Saintgifts 24/04/14 18:54 - 4098 commenti

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L'intreccio tra la spy story vera e propria e il rapporto personale che si crea tra il giovane apprendista agente e il suo superiore, indagato e ormai a fine carriera, è ciò che rende interessante il film. Il giovane, prima di conoscere la sua vera missione (smascherare il suo superiore), è affascinato dallo stile del vecchio agente e dovrà a fatica rivedere le sue posizioni mentali. Il punto debole sta nell'aver esagerato le "qualità" dell'agente-spia, rendendo così poco credibili i suoi punti deboli, che necessariamente dovranno affiorare.

Enzus79 25/10/14 10:36 - 2901 commenti

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Film ispirato da una storia vera sulla fuga dei segreti dell'FBI. Non male dopottutto. Non ci si annoia e l'evolversi risulta abbastanza interessante. Chris Cooper ha fatto di meglio ma la differenza fra lui e Ryan Phillippe si vede. Sottotono la Linney.

Lythops 30/11/15 09:41 - 1019 commenti

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Di certo c'è la condanna all'ergastolo di Robert Hanssen, tuttora detenuto nel carcere di massima sicurezza di Florence. Altrettanto certo è che il film si basa molto sulla psicologia dei personaggi (non sono quelli principali) contestualizzandoli nel loro ambiente familiare e indagando sulle motivazioni che li spingono ad agire non solo in ambito investigativo. Chi si aspetta inseguimenti e sparatorie deve sapere, pena la delusione, che queste sono interiori, in un gioco a incastro davvero ben istruito. Piacevolmente atipico.
MEMORABILE: Non che abbiano molta importanza, in fondo, i giudizi degli altri su di te.

Kinodrop 20/08/20 19:54 - 2957 commenti

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Ultraconservatore e bigotto, forse affascinato anche dal rigore di altri regimi politici, Hanssen diventa spia al servizio del KGB per essere smascherato poi da un giovane agente, suo neosottoposto. Un dramma risolto in chiave psicologica relativa al duello verbale e comportamentale tra i due personaggi, che lascia un po' in ombra la complessità del doppio gioco e la rete dei sospetti. Pur tenendosi lontano da episodi eclatanti, la storia intriga anche per la solidissima prova di Cooper (nel suo accigliato egocentrismo) insieme a un notevole Phillippe (in una parte non facile).
MEMORABILE: L'auto di Hanssen smontata e rimontata "sul filo del rasoio"; La borsa e la preghiera di ripiego; In chiesa per forza; L'ultima consegna.

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Puppigallo 7/04/22 12:54 - 5279 commenti

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È chiaro che la pellicola si regga principalmente sull'interpretazione di Cooper, che rende il personaggio credibile e inquietante. Il tutto però è supportato anche da una valida regia, che riesce a creare una certa tensione, soprattutto durante i numerosi scambi verbali, più che con le situazioni, se si esclude la scena della borsa in ufficio. Il giovane aspirante agente finisce più per fare da contorno, nonostante sia sempre presente; e qua e là risulta eccessivamente ingenuo (la scena della videocassetta con la moglie). Ciò non toglie che il risultato finale sia decisamente buono.
MEMORABILE: "Se ti azzardi a entrare nel mio ufficio un'altra volta ti faccio pisciare marrone per un mese"; "Magari ora starete a sentire"; "Prega per me".

Minitina80 20/01/24 21:30 - 2984 commenti

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Una buona pellicola che affonda le radici nello spionaggio, per giunta all’interno della stessa FBI. Non ricorre, per fortuna, a scene d’azione folli e rumorose, né a stratagemmi ruffiani che ne avrebbero compromesso l’esito. Si muove sul gioco delle parti, puntando sulla psicologia dei personaggi ma senza approfondire molto, quasi fosse un divieto. A voler essere puntigliosi, mosso dal desiderio di portare le situazioni al limite e godere di rimando della tensione generata, non sempre riesce a essere perfettamente credibile, ma è un aspetto sul quale si può transigere.
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