Macbeth - Film (1971)

Macbeth
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Titolo originale: The Tragedy of Macbeth
Anno: 1971
Genere: drammatico (colore)
Note: E non "McBeth"

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/05/07 DAL BENEMERITO CAESARS
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Caesars 10/05/07 16:58 - 3790 commenti

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Polanski si cimenta con la famosissima tragedia di Shakespeare ed è il suo primo film dopo la tragedia di Bel Air dove fu uccisa la moglie Sharon Tate. Il risultato è tanto bello quanto cupo e si respira aria di vera disperazione. Le musiche, affidate alla "Third ear band", sono molto particolari e assecondano perfettamente le immagini che scorrono sullo schermo. Di non grande richiamo il cast di attori (che del resto non eccelle particolarmente). Un Polanski un po' dimenticato ma da non trascurare. Molto bello.

Buiomega71 22/12/10 16:00 - 2910 commenti

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Sanguigno, feroce, crudele, non ho altri aggettivi per questo capolavoro polanskiano tra i suoi più sottovalutati. C'è ancora lo schock per la strage di Bel Air e si vede. Non vedrò mai più, in questo genere di film, sangue a zampilli, decapitazioni, luride streghe nude, corpi maciullati e sfigurati, bambini trucidati, un finale visionario e surreale. Forse solo Paul Verhoeven con L'amore e il sangue si è avvicinato a questo capolavoro. Il Polanski piu truce e violento e quello più doloroso. Dialoghi Shakespiriani e massacri alla Soldato blu.
MEMORABILE: Le visioni, date dai sensi di colpa, di Jon Finch; le ripugnanti streghe a inizio film.

Pigro 19/08/12 09:54 - 9662 commenti

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Polanski affronta la tragedia di Shakespeare come una saga barbarica, in un’atmosfera livida e un’ambientazione desolata, e con una fioritura di sequenze truci in cui abbonandano una visionarietà fantastica (con le streghe) e cruenta. Di forte e seduttivo impatto, il film però non offre particolari suggestioni oltre la superficie, attestandosi su un incongruo tentativo di realismo (monologhi ridotti a un insensato naturalismo) e concentrando tutto sullo spurgo violento di un cupo incubo. Infelice il doppiaggio (tronfiamente paludato).

Cotola 15/08/13 21:54 - 9039 commenti

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La tragedia di Shakespeare era pane per i suoi denti ed, infatti, Polanski ne trae un film interessante e riuscito, seppure in maniera discontinua. Alterna bene momenti violenti, grandguignoleschi ed onirici ad altri più tradizionali con tanto di monologhi e/o soliloqui (gli attori non sono eccezionali ma nemmeno tronfi e accademici, però in originale). C’è qualche ingenuità (alcune visioni del re) ma il risultato finale è buono. Può meritare il recupero.

Kinodrop 31/01/15 15:35 - 2946 commenti

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Trasporre un capolavoro teatrale (concepito per il chiuso della scena e per la forza delle parole) in un genere diverso è impresa assai ardua. Polanski vi si cimenta da par suo ma con risultato oscillante, anche per la sintesi che il cinema richiede e che va a scapito della chiarezza e della profondità. Si ammira soprattutto la cura per la fotografia e il tentativo di conciliare realismo all'immaginazione di tempi e luoghi remoti. Cast di mestiere senza particolari guizzi e dialoghi inautentici a causa di un doppiaggio enfatico e tragico.
MEMORABILE: La cura per la scenografia e per il paesaggio.

Il ferrini 6/11/15 01:59 - 2357 commenti

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Pellicola assai fedele al testo di Shakespeare. Costumi e scenografie d'alto prestigio. Da segnalare anche gli ottimi effetti speciali, considerando che il film ha oltre quarant'anni. L'atmosfera cupa che permea il tutto offre uno squarcio sulla condizione emotiva in cui versava il regista, fresco reduce dalla morte violenta di sua moglie. Jon Finch superbo. Da vedere.
MEMORABILE: "Macbeth ha ucciso il sonno; è l'assassino del sonno innocente".

Graf 4/09/16 01:11 - 708 commenti

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Una versione della tragedia di Shakespeare per platee domenicali a caccia di sensazioni forti. Per quanto l’arcaico medioevo scozzese dell’anno mille non dovesse essere molto diverso dagli scenari, dal vestiario, dagli usi e dalle costumanze ingegnosamente ripristinati da una regia attenta e fantasiosa, l’ossessione per il particolare raccapricciante o macabro o terrificante rende questo film riuscito a metà. L’horror prevale sul sentimento doloroso della tragedia e neanche gli attori risultano al meglio della forma. Stupendi alcuni bagliori onirici.

Von Leppe 11/04/17 12:52 - 1262 commenti

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Riuscito in parte questo adattamento di una delle più belle e macabre (insieme ad Amleto) tragedie di Shakespeare. Buona l'ambientazione grigia scozzese e i suoi castelli, soprattutto negli esterni. Un po' piatta la vicenda come è recitata, forse anche perché il drammaturgo inglese non era molto cinematografico come sceneggiatore e gli attori bisognerebbe sentirli in inglese: Jon Finch, britannico (lo si può vedere anche in alcune pellicole Hammer), sembra meno espressivo dello statunitense Orson Welles, ma può darsi che azzecchi meglio gli accenti...
MEMORABILE: Il fantasma di Banquo.

Daniela 1/05/17 17:41 - 12654 commenti

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Già dalle prime sequenze è possibile intuire la chiave di lettura con cui P. ha affrontato l'opera: privilegiare l'impatto visivo rispetto a quello dei dialoghi, immergendo i personaggi in paesaggi lividi, gravidi di segni funesti, ed in interni rozzi e disadorni che restituiscono un'epoca barbarica e brutale. Attori non eccezionali, Finch e Annis funzionano però come coppia assassina, più giovane, sensuale e "moderna" rispetto alle rappresentazioni abituali. Opera non del tutto convincente in certi passaggi, ma personale, con molte sequenze di forte suggestione e indubbio fascino.
MEMORABILE: Il duello finale, privo di ogni aspetto cavalleresco, brutale come una rissa fra due ubriachi in strada

Rocchiola 28/01/20 08:30 - 965 commenti

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Va riconosciuto a Polanski l’intento di superare la matrice teatrale dell’opera shakespeariana con un’ambientazione più realistica e sanguigna fatta di esterni plumbei e fangosi. Peccato che il regista non abbia minimizzato certi monologhi interiori vivacizzando la vicenda anche sul piano narrativo. Finch e Annis non sono il massimo dell’espressività, ma sempre meglio dei soliti accademici birignao.
MEMORABILE: La predizione delle tre streghe; L’uccisione del Re Duncan; L’assassinio di Banquo.

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Bartleby 9/07/23 12:55 - 13 commenti

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La più bella delle trasposizioni cinematografiche di Macbeth. Indimenticabile la prima scena con protagoniste le streghe. L'atmosfera è perennemente cupa e l'angoscia di un destino segnato è palpabile; senza dubbio viene privilegiato il bellissimo impatto visivo, lugubre e desolato; non è forse trascurabile il fatto che, questo, sia stato il primo lavoro del regista successivo alla sua tragedia privata. È la trasposizione di un'opera teatrale e se ne avvertono tutte le complicazioni; nonostante questo, il risultato è ragguardevole.
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  • Curiosità Columbo • 2/11/10 15:13
    Pulizia ai piani - 1098 interventi
    La parte di Annis sarebbe dovuta andare a Tuesday Weld che però si rifiutò di apparire nuda (Fonte Morandini).
  • Curiosità Buiomega71 • 13/01/15 17:14
    Consigliere - 25983 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "L'ultimo spettacolo", 26 aprile 1989) di Macbeth:

  • Homevideo Rocchiola • 24/01/20 08:59
    Call center Davinotti - 1252 interventi
    Disponibile in bluray marchiato Sony-Columbia edzione spagnola con audio italiano:
    https://www.amazon.es/Macbeth-BD-Blu-ray-Jon-Finch/dp/B07XJ4QQWL/ref=sr_1_1?__mk_es_ES=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=macbeth+bluray&qid=1579852687&sr=8-1
  • Homevideo Rocchiola • 27/01/20 08:31
    Call center Davinotti - 1252 interventi
    Visionato il suddetto bluray spagnolo della Sony-Columbia. Il video panoramico 2.35 è stato ripulito a dovere da spuntinature, macchie e graffi. Permane una certa granulosità di fondo soprattutto in alcune sequenze in esterno (ad esempio all'inizio del film), ma le immagini sono quasi sempre nitide e molto dettagliate. Quindi anche in questo caso il prodotto supera il DVD uscito a uso tempo ed ormai fuori catalogo. L'audio italiano 2.0 non è mediamente potente e decisamente pulito. I sottotitoli opzionabili sono escludibili in tutte le lingue. Assolutamente consigliato !!!!
  • Curiosità Buiomega71 • 6/03/20 19:19
    Consigliere - 25983 interventi
    Dopo l'arenamento del progetto del Giorno del delfino, la depressione dovuta all'uccisione della moglie Sharon Tate che le alterava spesso l'umore, Polanski abbandona Hollywood (tutto mi riportava a Sharon) per trasferirsi prima in Svizzera, poi in Inghilterra.

    Con la voglia di buttarsi nel lavoro per scacciare le ossessioni del massacro di Cielo Drive, e dopo l'inattività di tre anni e mezzo da Rosemary's Baby, Polanski vorrebbe tradurre in immagini il romanzo di Henri Charrière Papillon, coinvolgendo l'amico Warren Beatty. Ma il progetto risulta troppo costoso.

    Polanski si getta così sull'opera shakespeariana, giudicando sia la versione di Orson Welles, sia quella di Akira Kurosawa (Il trono di sangue) troppo teatraleggianti.

    Con lo sceneggiatore Kenneth Tynan (massimo esperto delle opere del Bardo) Polanski si chiude in un appartamento, in piena estate, e lavora duramente alla stesura della sceneggiatura e come produzione si affida a Hugh Hefner di Playboy (nessuna casa di produzione, in primis la Universal, voleva finanziare un film in costume che nessuno sarebbe andato a vedere).

    Polanski voleva che Macbeth e sua moglie fossero una coppia giovane piena di tormenti interiori e dopo aver conosciuto Jon Finch su un volo per Parigi e Francesca Annis (che Polanski scartò per Repulsion), le riprese poterono partire.

    La lavorazione, nel Galles, fu funestata da repentini cambiamenti di clima, tra pioggia torrenziale e fango ovunque; la popolazione metteva continuamente i bastoni tra le ruote a Polanski, le catapulte non funzionavano e l'effetto nebbia faceva solo un gran fumo, tanto da rendere insopportabile lo stare sul set.

    Come al solito Polanski sforò budget e tempi di lavorazione, e come al solito gli ispettori di produzione minacciarono di sostituirlo con un loro regista, Peter Collinson.

    Polanski non si dette per vinto, rinunciò a parte del suo compenso per poter finire il film alla sua maniera e Collinson non mise mai piede sul set.

    Il film venne accolto malamente dalla critica, che sottolineò le scene violente e eccessivamente cruente e collegò il tutto con la "razionalizzazione di una pulsione psichica" sul massacro compiuto dalla famiglia Manson ai danni della moglie Sharon Tate.

    Macbeth rafforzò l'idea che Polanski fosse un regista capriccioso e spendaccione, che non rispettava i tempi di lavorazione concordati e che sforara spesso i costi di produzione.

    Per lavarsi di dosso sangue, massacri, cospirazioni, ossessioni, complessi di colpa, ora, voleva fare qualcosa di leggero e sbarazzino, solare ma non troppo, dal budget contenuto, una sorta di Alice nel paese delle meraviglie per adulti.

    Da Roman by Polanski, autobiografia di Roman Polanski, Bompiani (1984).