Goal! Il film - Film (2005)

Film che racconta la storia di un giovane messicano e della sua ascesa fino ai piani alti del calcio inglese. Per toni e qualità sembra più un film-TV piuttosto che una pellicola da gustare al cinema. Tolti i sentimentalismi, che permettono di accalappiare un numero più ampio di spettatori, va premiato lo sforzo profuso nelle scene giocate. Bella soprattutto la parte ambientata in Inghilterra. In attesa di un bel filmone su uno degli sport più diffusi al mondo ci si può accontentare. Comparse eccellenti dal mondo del calcio.

Il gioco del calcio raramente ha avuto messe in scena credibili nel cinema. Nello stesso Borgorosso le riprese agonistiche sono palesemente false. In questo film, invece, le scene in campo sono le cose migliori. Purtroppo è tutto il resta che manca. Storia incredibile, recitazione così così, personaggi o manichei o pronti alla redenzione. Disneyano (nel senso peggiore).

Il sogno americano o per meglio dire messicano. Santiago viene scoperto da un talent-scout ed ottiene un provino per una squadra inglese. Presenti eccellenti comparse del mondo del calcio. Film che oltre a caricare per i bei momenti sportivi, tende a fare leva anche sui buoni sentimenti. Meritevole di essere visto almeno una volta, soprattutto per gli appassionati di calcio.

Favolona dolciona dolciona nella quale, invece di Cenerentola, c'è un povero messicano dai piedi buoni e dal cuore grande. La storia, con tanto di conversione della star della squadra, che passa da passere e passerelle a sacrificio e dedizione, stomaca un pochetto, in particolare nel finale. La fotografia è patinata, ma bella. I dribbling plausibili, un po' meno se proposti per scartare sette giocatori di fila; le comparse di grande nome non dispiacciono, eccezion fatta per il bel David, qui inguardabile. Da preferire ad una partita alla playstation!

Perché 'sto film si chiama "Goal! Il film"? Si tratta della versione cinematografica di Goal! L'esclamazione? Una volta di più si dimostra che il calcio è poco cinegenico. La parabola del povero messicano è disarmante nel suo accumulo di trovate melodrammatiche (fugge dal Messico, è stato abbandonato dalla madre, il padre si oppone al suo sogno e, dopo aver gioito per lui, schiatta in sua assenza, è asmatico), ma la pellicola non si salva nemmeno sul campo da gioco, dove una m.d.p. telezoomata sull'azione riesce a non far capire nulla.

Fare un film che abbia come ambiente il mondo del calcio non è cosa facile: i luoghi comuni sui quali si rischia di incappare sono parecchi e questo film non fa eccezione. La trama risulta, molto prevedibilmente, la solita ascesa di un poveraccio al tempio del calcio inglese, ma banalità a parte riesce a coinvolgere in maniera accettabile lo spettatore, regalando una storia di riscatto sociale che non fa né bene né male.

Divertente e ben fatto. La storia del povero ragazzo immigrato che trova l'agognato riscatto sociale solo grazie al fùtbol è abbastanza ovvia, ma il film è ben girato, con le facce giuste al posto giusto e scene calcistiche ben realizzate, mischiando sequenze ricostruite ad azioni vere. Forse si potevano risparmiare la telefonata finale con Santiago ancora sul terreno di gioco, ma sono dettagli. Gli appassionati di calcio apprezzeranno, comunque.

Ennesimo esempio sfortunato (dal punto di vista artistico) di trasposizione cinematografica del gioco del calcio. In realtà, contrariamente ad altre occasioni, le riprese del gioco sono piuttosto riuscite e godibili; il film affonda però su tutto il resto, dalla trama scontata alla sceneggiatura ampiamente prevedibile, tanto da consigliarne la visione ad un pubblico appassionato del genere e poco esigente sul resto.

Favola per ragazzi che amano il pallone. Semplice e del tutto scontata eppure piacevole e positiva, la parabola del giovane Santiago che dalla povertà messicana insegue il sogno del calcio professionistico in Europa e con fatica e sacrifici riesce ad imporsi nel Newcastle è ben narrata e si lascia guardare. Ideale per un pomeriggio in famiglia, all'insegna dei buoni sentimenti.

Il primo di una trilogia, segno (mi godo il doppiosenso) che qualcuno credeva nel progetto. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: si tratta di uno spericolato tentativo di narrare una storia di calcio con un taglio diverso. Non male l'interprretazione del "messicano", anche in virtù della proverbiale inespessività dei giocatori veri. Le scene del tifo nel pub e tra gli spalti sono comunque coinvolgenti, come le sequenze dal vivo. Morale finale garantita e tutti a dormire.

Una fesseria immane. Ragazzo messicano fugge in UK per coronare il sogno di diventare calciatore, il resto è talmente ovvio che non vale la pena di proseguire. Stereotipi e luoghi comuni sul mondo del calcio costituiscono l'asse portante di una storia che neppure un gorilla rintronato avrebbe partorito. Orribile (e ne hanno messi in scena altri due!)

Un film sul giuoco del calcio, incentrato sulle vicende di un giovane messicano che viene ingaggiato dalla squadra inglese del Newcastle. Didascalico al punto giusto con punte di passione calcistica. D'altronde non è mai stato facile narrare storie sul calcio senza scadere nell'enfasi più comune. Le scene sportive si rifanno all'annata memorabile che ebbe il team inglese, si qualificò per i preliminari di Champions League. Presenza di affermati calciatori nella trama. Non disprezzabile.

Mi sono sempre chiesto come mai sia così difficile realizzare film veramente coinvolgenti sul mondo del calcio, che offre invece spunti infiniti. Anche questo Goal!, ben fatto per quel che riguarda le scene di gioco (spesso tallone d'Achille del genere), riesce a tratti ad alzare un sipario su un mondo fatto di speranze ed eccessi per poi sconfinare nel sentimentalismo bieco o in situazioni da cartone animato, tipo il padre che non vuole che il figlio giochi a pallone e rimanga a pulire piscine (ma quando mai?). Migliorabile.

Con un taglio da favola moderna, sdolcinata e buonista, Goal è sicuramente uno dei peggiori film di sempre che hanno per oggetto il gioco del calcio. Con una sceneggiatura scialba e prevedibilissima e una regia incerta il film non riesce ad essere mai né veritiero né convincente, soprattutto nelle immagini delle partite. Malissimo il cast. E non tanto le seconde linee, che possono contare su un paio di caratteristi discreti, quanto gli interpreti principali, Becker e Nivola, mai credibili e con un espressione recitativa presuntuosa e pari allo zero.

Di tanti film che hanno come tema principale o come sfondo il gioco del calcio solo pochi possono dirsi riusciti e questa favola assolutamente inverosimile non è una di queste rare eccezioni. Una storia banalissima e in cui tutto va insopportabilmente come deve andare e con personaggi insipidi, interpretati da attori dalla recitazione approssimativa. Appena sufficienti le scene di calcio giocato.

Un film sportivo niente male, ove un convincente Kuno Becker intepreta un giovane ragazzo con il sogno di diventare calciatore. La pellicola decolla dall'approdo al Newcastle e, nonostante qualche forzatura di troppo, si guarda fino in fondo. Le scene delle partite sono ben realizzate (anche se un po' romanzate...) e intrattengono lo spettatore senza alcun dubbio. Bravo Nivola nei panni di Harris, il classico esempio di talento sregolato.

Innegabile che la storia del ragazzo sfortunato che assurge agli onori della cronaca grazie al calcio faccia sempre bene, come non si può negare che le riprese calcistiche siano di ottima fattura. Ma la vicenda è davvero troppo scontata, è facilissimo indovinare qualsiasi cosa succederà alla successiva inquadratura. Inoltre il film è stracolmo di zucchero in maniera insopportabile ed è recitato piuttosto male. Il regista mostra grande passione verso il calcio, tanto che il suo film sembra un omaggio al Newcastle e alla città. Ma non era questa la sede per realizzare un documentario.