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Anno: 1969
Genere: giallo (colore)
Regia: Gianfranco Baldanello
Note: Aka "Yellow: Le cugine" o "Yellow Le cugine"
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/05/07 DAL BENEMERITO UOMOOCCHIO
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- Grande esempio di cinema:
Fauno - Davvero notevole!:
Lucius - Quello che si dice un buon film:
Homesick, Victorvega, Nicola81 - Non male, dopotutto:
Ciavazzaro, Ira72, Maik271, Faggi, Myvincent - Mediocre, ma con un suo perché:
Uomoocchio, Dusso, Deepred89, Cotola, Il Dandi
Proiettato al Joe D'amato Horror Festival dopo 35 anni, deve la propria leggenda appunto all'invisibilità, ma è un tipico gialletto dell'epoca, a sfondo testamentario. Ambientato in Toscana vede la rivalità e lo scontro tra due richissime cugine: l'una è una rigida conservatrice del buon nome familiare, l'altra una sfavillante hippie, finché non avviene un delitto nella villa. Forse migliore, ad esempio, di Vergogna schifosi, ma certo lontanissimo dai livelli dei Lenzi. Una testimonianza del clima dell'epoca, ma come giallo è risibile.
Unico neo: un piccolo calo d'intensità fra il recupero della salma e l'entrata in scena di De Carmine. L'omicidio non è così goffo, ma discretamente congegnato e c'è anche un notevole crescendo erotico, fantasia e creatività a pacchi sia nell'ambientazione che nell'erotismo stesso; inoltre ben cinque attori che recitano al meglio. Vi dirò di più... se siete osservatori non ci metterete molto a capire perché è stato murato. La Barbero cattura per il suo modo di fare la bambola, ma anche la Seagram si dereprime niente male. Un film da rieditare a tutti i costi...
MEMORABILE: "Il profumo di vergine ai giorni nostri è preziosamente raro"; l'assolo di piano; il sitar; il particolare del maglione; l'ironia finale di Bonuglia.
Paradossalmente funziona molto meglio la parte pre-delitto (con atmosfera fine anni sessanta buona, belle musiche, erotismo velato) che quella successiva (fin troppo sbrigativa) con De Carmine che accumula indizi alla velocità della luce e che si basa su su una trama gialla che definire debolissima è un eufemismo. Neppure l'inaspettato colpo di scena finale che stravolge i punti di vista non riesce a far guadagnare punti al film.
MEMORABILE: La festa hippie.
L'estetica pura degli anni settanta immortalata in un gioiellino di film che farebbe trasalire Tarantino. Un giallo testamentario intrigante e imperdibile per gli amanti del genere. Due cugine con differenti stili di vita si ritrovano a convivere causa forza maggiore (un testamento trappola) in una magione-territorio di caccia che vedrà la più debole soccombere. Sentimenti fortissimi di amore e odio in un connubio micidiale. Una miscela esplosiva, musicata egregiamente. Bellissimo.
Gialletto leggero e spensierato che senza troppe ambizioni arriva a intrattenere per tutta la durata. Intreccio piuttosto scontato e nel secondo tempo ripetitivo, con soluzione ben poco sorprendente ma dalla gravedole postilla cinica (che si ferma un attimo prima di trasformare il film nell'ennesimo clone di Orgasmo). Bella ambientazione nelle campagne toscane, musiche orecchiabili e confezione gradevole, nonostante nel master da me visionato la fotografia risulti difficilmente giudicabile. Nulla di che, ma all'appassionato potrebbe piacere.
Thrillerino testamentario come ne giravano tanti all'epoca, il cui problema principale è un meccanismo giallo molto blando. Le sorprese, infatti, mancano così come la suspence ed anche il colpo di scena finale (se così vogliamo chiamarlo) non risolleva di molto la baracca. Tra l'altro lo scioglimento della vicenda è un po'
troppo veloce ed approssimativa. Gli appassionati del genere possono dargli un'occhiata.
Simpatico. Non un capolavoro, ma questo gialletto stile lenziano presenta un buon cast, con la sempre piacevole presenza del buon Bonuglia e di De Carmine ispettore; notevole il cast femminile. Le sorprese non sono da strapparsi i capelli, ma il flashback rivelatore è ben realizzato, belle le musiche. Per gli amanti dell'epoca è l'ideale.
MEMORABILE: Il flashback; La scoperta del corpo; Bonuglia seduce la protagonista stile Orgasmo.
Si pone all'incrocio tra il dramma familiare d'alta società e il giallo. Del primo coglie l'ozio, l'avidità e le tensioni erotiche; del secondo, la sceneggiatura geometrica e l'attenzione al dettaglio. Altrove mediocre, la regia di Baldanello veste qui di sobria eleganza - merito anche dell'ambientazione nella villa con giardino e delle musiche di un Lallo Gori particolarmente ispirato - e trae il meglio dagli attori: l'austera Seagram implode nella sua sessualità repressa, De Carmine è un commissario paziente e Bonuglia sempre inimitabile nei panni di playboy vizioso e sgradevole.
MEMORABILE: Lo strombazzante arrivo di Bonuglia e della Barbero al funerale; l'esibizione al sitar; lo scambio di battute finale tra Bonuglia e De Carmine.
Giallo para-lenziano contenente: eredità contesa, adulterio fra cognati, curiosità per la voglia di trasgressione tipica dell'epoca che a un certo punto porta anche un gruppo di arrapati fumatori di marijuana e suonatori di sitar a far visita al mono-set/villone di famiglia. Baldanello gira con pochi mezzi e mostra saltuariamente soluzioni che fanno di necessità virtù (la conversazione disturbata dalla mosca); Bonuglia se la cava incredibilmente bene. Il limite è quello di una gran prevedibilità, per chi ha già visto un paio di film del genere.
MEMORABILE: La sequenza iniziale (l'arrivo al funerale) e quella finale (la partenza con rimorchio), delle quali la spider rossa è una sorta di cornice.
Giallo lenziano e testamentario. L'azione narrata fila dritta, mancando di soluzioni complesse e di personaggi che svolgano azioni in parallelo a quella principale. Un bel quadro d'insieme del cinema dell'epoca la prima parte (bella l'ambientazione) mentre la seconda (dopo il delitto) appare un po' frettolosa nello svolgimento. Ovviamente il consiglio alla visione è limitato agli appassionati del genere e dell'epoca.
Gianfranco Baldanello HA DIRETTO ANCHE...
È proprio il caso di dire: "Morta una cugina, se ne fa un'altra!". Più erotico che giallo, francamente: metà del film verte solo sul triangolo amoroso. Su tutto ho apprezzato, essenzialmente, la parte estetica: le atmosfere anni 70 i cui costumi e ambientazioni sono particolarmente curati, ben accompagnati anche dalla musica. La parte riservata, invece, all'omicidio, alle indagini, alla tensione e ai colpi di scena (tipici dei gialli) è appena sufficiente. Bella e algida (quasi) la Seagram, perfetto Bonuglia nei panni (pochi) dell'arrivista insolente e senza scrupoli.
Una pellicola basata su un intreccio familiare per accedere all'eredità del nonno passato a miglior vita. Questo si racconta in questo film caratterizzato da un cast ben amalgamato, con l'affascinante e a tratti algida Seagram, il belloccio Bonuglia e la giovane e materialista Barbero. Le caratteristiche del giallo mancano, c'è poca suspense, ma la storia, pur abusata nel cinema di genere dell'epoca funziona piuttosto bene. Tutto sommato un film dignitoso.
I primi minuti sono fulminanti: alla scena del funerale segue, dopo un intermezzo esplorativo sui tre personaggi principali, una scena di sesso orale (audace per l'epoca): una strana chimica emotiva si è materializzata e si manterrà, nitida e scorrevole, in questo giallo-erotico ben condotto (regia pulita, attori funzionanti), con passaggi che marcano il territorio liberando quell'irripetibile aura d'epoca da crimine lounge, incensando l'atmosfera di ambiguità e morbosità. Se il pensiero va a Lenzi è normale: lo spirito del tempo è quello.
MEMORABILE: Tutto il primo rullo e mezzo; Il contrasto figurativo tra le due cugine.
Uno di quei gialli ereditari che andavano di moda in Italia prima che sulla scena irrompesse Argento. Rispetto a quelli di Lenzi abbiamo un erotismo più marcato e uno scioglimento abbastanza veloce, ma Baldanello, regista altrove mediocre, dirige qui con mano sicura, sfruttando bene l'ambientazione nella campagna toscana e le musiche di Lallo Gori. Bel cast, con Bonuglia amorale playboy che si destreggia tra una Seagram dalla sessualità repressa (ma fino a un certo punto...) e una trasgressiva Barbero e De Carmine convincente commissario.
Due cugine sono le eredi testamentarie di una tenuta di gran valore, con tanto di vecchio mulino annesso, ma fra di loro non scatterà un gran feeling. Giallo che percorre strade già tracciate, si sviluppa soprattutto sul contrasto caratteriale delle due donne, l'una così repressa l'altra libera in tutti i sensi. Nel film però prevale il buon gusto, senza che l'erotismo e la volgarità confondano le acque, terminando, comunque, in una maniera tutto sommato indovinabile. Per i più appassionati del genere.
MEMORABILE: Il look elegante e molto fine anni '60 di Maurizio Bonuglia.
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- Un pò come la scena in "Come una crisalide", un vero peccato.Paese bigotto!!
- Ho visionato il film nella copia da 1:18:11, aperta dal quadro "Centro sperimentale di cinematografia - Cineteca nazionale".
E' vero che il film è pieno di cadute di fotogramma (specialmente nel secondo tempo), ma mi è parso di notare dei salti a mio parere riconducibili ad interventi censori. Ovvero:
7m46s: stacco su Bonuglia. Nell'inquadratura successiva la Seagram, che si stava spogliando a letto, la ritroviamo già nuda.
9.09: slip strappati, con la pellicola che salta per qualche frame proprio nel momento clou.
13.51: la Barbero spia Bonuglia e la Seagram. Stacco e si passa ai due nudi in campo lungo. Così ad occhio penso manchino una soggettiva (magari coi due più ravvicinati) e un'oggettiva.
13:54: altro stacco subito dopo. In questo caso potrebbero mancare parecchi secondi.
Qualche dubbio anche sulle scene a 29m31s e 46m59s, entrambe a carattere erotico, anche se dopo lo stacco si rimane sempre nella solita inquadratura senza che possano intuirsi elementi che giustifichino il taglio.
Altro elemento sospetto: il fatto che il cartello di fine primo tempo arrivi solo a 28m37s (si tenga conto che è il secondo tempo quello con più salti di frame).
Vorrei far anche notare che il film, per quanto passato in censura nel 1969, in realtà (questo si deduce dagli archivi online) cominciò a circolare nel 1971. Bisognerebbe scoprire quali traversie passò il film durante questo arco di tempo. - Quidtum ebbe a dire:
Magari!
"Ci vorrebbe un amico", cantava Venditti, ma ci vorrebbe anche una copia italiana più lunga di 10 minuti almeno di quelle che circolano, il film in tedesco dura 88'.
E vabbè, in quei dieci minuti ci si piazzano i sub forzati. Basta poco che ce vò. - Mux eseguito. Temo che la presunta versione unct italiana non esista. Semplicemente, come in altri film, hanno approntato modifiche per renderlo più o meno piccante. Si veda a tal proposito la scena della copulazione tra la biondina e Maurizio Bonuglia: nel blu-ray tedesco la tipa ha le "zinne" di fuori, nel telecinema la suddetta è parzialmente coperta..
- Dunque la versione tedesca contiene scene alternative rispetto all'italiana. In ogni caso, dubito fortemente che il film sia passato nelle sale nostrane nella versione da 78 minuti che conosciamo (probabilmente ad essere più lunghe erano la scene in versione "vestita", un po' come nel caso di Top Sensation). In ogni caso me ne approfitto per farti i complimenti per i tuoi mux. Hai tutta la mia stima.
