Debole sexy-thriller che si richiama sia Omicidio a luci rosse sia a China Blue (la scena dell'inseguimento notturno è ripresa in modo identico) e ripropone situazioni e soluzioni già abbondantemente viste in tanti gialli italiani Anni Settanta, da Argento a Lenzi e a Bazzoni. Tensione a livelli minimi, sceneggiatura approssimativa, omicidi poco inventivi. Interessante il tema della vendetta multipla e suggestive le luci a neon della scenografia. La Guérin è bellissima e Hess recita nel ruolo per lui insolito del "buono".
Thriller abbastanza indigesto di Alfonso Brescia; attori scarsissimi (a parte i due principali che però non convincono pienamente, la Guérin nel ruolo di una "finta" prostitua, Hess addirittura nel ruolo di commissario!). Ambientazioni e sceneggiatura da dimenticare, salvo una sola cosa in questo film: i nudi della Guérin, semplicemente stupenda.
Alfonso Brescia si affaccia nei televisivi Anni Novanta con un prodotto che dire scadente è fargli un complimento. Vedere David Hess nel ruolo del buono che gira per le strade americane è una stranezza cinematografica, comunque non sta qui il punto debole del film. Purtroppo la storia non va avanti e non si riesce a sbadigliare, anche per il fatto che Brescia non vuole fare Brescia, ma si monta la testa nel tentativo di fare il De Palma della situazione. Va bene montarsi la testa negli Anni Ottanta (tanti riuscivano), ma nei Novanta (cioè con due spiccioli) no.
Pessimo thrillerino, che non riesce neppure ad essere un thrillerino, visto che abbonda in mediocri situazioni che vorrebbero essere morbose e fanno invece sorridere. Tensione zero. Dialoghi, recitazioni e doppiaggio sarebbero accettabili in un hard USA di importazione, ma sono totalmente ridicoli in un film cui si cerca di dare un'impronta stilistica di classe (innumerevoli i richiami a film alti). Su tutto domina una sconcertante povertà d'insieme. C'è la tettonissima Wendy Windham. Da evitare con cura (il film, non la Windham).
MEMORABILE: Perquisizione post-delitto. Un poliziotto trova un accendino, lo palpa con un sacco di ditate e poi lo mette in un sacchetto per la Scientifica!
Spunti presi da Sotto il vestito niente, Mystere e China blu per un thriller debole nella sua essenza e con dialoghi approssimativi. Il titolo invece è spudoratamente "ispirato" da Omicidio a luci rosse. Una pellicola senza alcuna originalità. Il peggio degli anni novanta.
Pietoso, poiché regista e sceneggiatori non hanno la minima conoscenza del termine tensione. Non funziona quindi sul versante thrilling né tanto meno su quello erotico. I modelli sono medio(China Blue)-alti(Omicidio a luci rosse) per non dire titanici (nel finale ci si rifa indecentemente addirittura ad M di Lang); i risultati sono sconfortanti. Lentissimo, con dei siparietti (quelli tra prostituta e clienti) che causano risate involontarie tanto sono ridicoli. C’è un David Hess molto invecchiato che fa il commissario.
Boiata di notevoli proporzioni; un po' si ride (ma è un thriller, quindi trattasi di comico involontario), un po' si sbadiglia (causa l'accumulo di banalità e tensione sotto lo zero). Imperizia registica evidente, tanto da farlo sembrare il prodotto di un dilettante aiutato da una cricca di amici e amiche. Musiche ora infantili ora snervanti. Finale da sbellicarsi. Unica nota positiva la presenza (fisica) della Guérin, gran sventola. Solo per studiosi del trash e delle stramberie in celluloide.
Giallo di minimo interesse d'ambientazione statunitense con venature erotiche (ovvia l'influenza depalmiana) ma soprattutto con una marea di momenti inutili. Per il killer di turno ci si è pure inventati un movente fantasioso, ma l'indagine non coinvolge mai (i più acuti capiranno facilmente chi è il colpevole). Peterson imbambolato, mentre almeno la Guérin concede qualche nudo (ma il suo personaggio è di poco conto). E dire che il primo omicidio aveva un certo fascino e sembrava promettere qualcosa di interessante...
Penultimo film di Brescia, cerca d'inserirsi nel filone thriller/giallo erotico di moda a cavallo tra '80 e '90 prendendo ispirazione qua e là; dai Vanzina a De Palma, passando per vari classici del genere e chiamando qualche faccia nota del cinemabis a fine carriera, si cerca di portare a casa un low-budget che ha poco o nulla da offrire sia sul versante softcore che su quello della tensione, anche a causa di siparietti pseudo-comici e di un'atmosfera mai minacciosa. Resta una discreta fotografia con qualche bel gioco di luce, ma la noia regna.
Brutto thriller di Brescia in cui i cinefili si divertiranno a indovinare le citazioni prese a man bassa da pellicole di ben altra levatura. Ne viene fuori un film dalla trama scomposta e caotica con dialoghi approssimativi e prevedibilissimi. Esterni posticci in una New York fintissima che ne accrescono il valore trash. Uniche note positive la Guérin che sembra crederci più degli altri e i costumi non dozzinali. Forse nel genere si è visto addirittura di peggio, ma qui si procede davvero rasoterra. Si può tranquillamente passare oltre.
MEMORABILE: Hess con parrucca e vestaglia nella scena finale.
La trama nel suo complesso non sarebbe male, con un serial-killer che si vendica per torti subiti nel passato e i rimandi a pellicole "colte", senonché il risultato è piatto in varie direzioni: dialoghi, attori, fotografia, tensione. Florence Guérin, protagonista luccicante e capace, si staglia su questo mare di mediocrità impegnandosi in un doppio ruolo. Salvabile solo in parte.
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Sia in tv che in vhs, sembra che esistano due diverse versioni italiane di questo film, con montaggio e colonne sonore differenti.
Nei titoli di testa, una attribuisce la colonna sonora a Stefano Curti e Gianluca Bacconi (edizione musicale Strag), mentre l'altra riporta le "musiche del maestro" Dino Siani (edizione musicale Strag e Monna Lisa).
Il primo, dopo i titoli di testa, va al commissario che parla al telefono nella stazione di polizia, mentre il secondo va al servizio fotografico del gelato. E in molti altri esempi, il montaggio è completamente diverso.
Qualcuno sa perché due versioni diverse, e quale è l'originale?