Il posto delle fragole - Film (1957)

Il posto delle fragole

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/04/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO
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Il Gobbo 26/04/07 19:47 - 3015 commenti

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L'anziano professor Borg si mette in viaggio per festeggiare il suo giubileo accademico. Le varie tappe del viaggio saranno occasione per ripercorrere l'intera vita. Mirabile, celebratissimo capolavoro bergmaniano, infarcito di richiami psicanalitici (gli incubi di Borg, visivamente magnifici e ferocemente parodiati da Woody Allen) e di alti riferimenti culturali, ma al contempo poeticissimo e godibile. Smisurata la prova di Victor Sjöström, pioniere del cinema svedese e superbo interprete di Borg. Un mega-classico.
MEMORABILE: Il sogno del funerale, che apre il film.

renato 25/06/07 00:08 - 1648 commenti

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Un film meraviglioso, che vidi per la prima volta a 19 anni e che mi fece scoprire Bergman. Emozionante e pieno di grandi attori (commovente Sjostrom), riesce a rendere tangibile il dolore morale della vecchiaia, e credo che il finale vagamente conciliante non tolga nulla allo strazio emotivo che il protagonista è in qualche modo condannato a vivere fino all'ultimo dei suoi giorni. Le scene oniriche sono realmente inquietanti, forse tra le migliori mai realizzate, e come sempre nei film del regista svedese c'è una triste rappresentazione del matrimonio, vera e propria oasi di infelicità.
MEMORABILE: Mi chiamo Everhard Isak Borg, e ho 78 anni.

Supervigno 10/08/07 11:40 - 229 commenti

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Che film! Che interpreti! Che sceneggiatura! Che meraviglia! Non si smette di ripetere questa litania per tutta la durata del film. La storia dell'anziano medico che, nel viaggio verso la cerimonia del suo giubileo professionale, rivede i momenti salienti della propria vita, tra realtà e sogno, dolore e nostalgia, potrebbe appartenere a ciascuno di noi. I ragazzi che accompagnano il viaggio del medico assieme alla nuora, di gran lunga il personaggio migliore del film, danno un tocco di leggerezza e affetto. Emozionante.
MEMORABILE: "Da qualche tempo faccio sogni strani: è come se volessi dire a me stesso qualcosa che non voglio ascoltare da sveglio. Che sono morto pur essendo vivo"

B. Legnani 4/09/07 19:32 - 5532 commenti

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Bilancio di una vita, richiamo dei momenti più importanti o di quelli che, a conti fatti, non proprio importantissimi sono stati, ma che dentro la mente restano, incancellabili. Grande talento, immagini che sembrano dipinti, che non si scordano più. Non proprio leggero, ma neppure pesante. Imperdibile, perché a noi rappresenta noi stessi (o, se siamo giovani, quelli che noi saremo).

Scarlett 10/07/08 14:00 - 307 commenti

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Un film intensamente poetico, che tocca il profondo di chi riesce ad innamorarsi dell'arte di Bergman. Attori perfetti, fotografia di altri tempi, splendida. Una storia che si lascia seguire dall'inizio alla fine con semplicità. In poche parole un capolavoro.

Cotola 12/07/08 12:31 - 9044 commenti

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Capolavoro assoluto di Bergman è, forse, il suo film più bello e riuscito. Molta più semplicità (almeno in apparenza) che in altre sue pellicole, ma anche maggiore lirismo e coinvolgimento. Splendidi ed angoscianti gli inserti onirici. Grande la prova dell'ex (grandioso) regista svedese Sjostrom che è perfetto nell'incarnare la figura del professore maturo per il quale è arrivato il tempo dei bilanci. Un gioiello di inestimabile valore nel campo dell'arte cinematografica che merita di essere conosciuto e di essere visto e rivisto. Imperdibile.

Manulele81 8/09/08 13:42 - 83 commenti

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Grande dramma esistenziale di Bergman, che racconta il viaggio verso la morte e la rinascita di un professore, costretto suo malgrado a fare i conti col passato e col futuro, rappresentato dai molti giovani che incontrano sul suo cammino. Mescolando il suo stile severo e introspettivo con una mano lieve e quasi fiabesca, Bergman riesce a raggiungere una delle sue vette, mettendo in scena in 90 minuti una vita intera, le sue paure, le sue difficoltà, le speranze. Scritto incantevolmente, diretto da maestro, interpretato con passione.

Xamini 25/12/08 02:26 - 1252 commenti

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Intenso, tenero, esattamente come lasciato intendere dal titolo. Sarà che le storie di bilanci esistenziali toccano sempre le corde del cuore (specie di chi non ha più 20 anni), sarà che Bergman sa come farle suonare. Il rincorrersi di ricordi, la sovrapposizione tra il vecchio professore e le sue visioni giovanili, la tenerezza nel contrasto con la nuora e i ragazzi incontrati per caso. Non velocissimo nel ritmo, ma da vedere.

Enricottta 19/08/09 19:35 - 506 commenti

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Il mio film preferito. Visto la prima volta a nove anni, cercato per parecchio tempo in cineteche sparse per la mia città, trovato e comprato con i miei ultimi spiccioli pochi anni fa. Non ho mai speso tanto bene dei soldi, eccezion fatta per qualche donna (intendo mia figlia). Bergman in stato di grazia ci conduce nelle sue atmosfere cariche di lirismo, mai banali, misuratissime. Sublime! I tempi sono perfetti. Penso al mio amico Mimì, che disse: "Ho buttato una sigaretta ed è rimasta in piedi". A Bergman è riuscito veramente!
MEMORABILE: La sequenza del carro funebre mi fa pensare a Freud, Magritte, De Chirico, Dalì, un caledoscopio senza colori, che sprigiona tanta luce.

Pigro 22/02/10 09:29 - 9666 commenti

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Una giornata di viaggio per un anziano professore: viaggio da una città all'altra, viaggio sociale con nuovi incontri, viaggio nella memoria verso l'adolescenza, viaggio interiore. Un film straordinario che inizia con il celebre incubo in cui lui vede se stesso in una bara e si conclude con un sonno sereno. Vola alto, altissimo, Bergman in questa storia che tocca l'animo dello spettatore, obbligando pure lui a un viaggio nel senso dell'umanità e della vita in compagnia del protagonista, impersonato da un grandissimo Sjöström.

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Nando 23/04/10 23:54 - 3814 commenti

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Il film che ha fatto conoscere il talento di Bergman al mondo. La ricerca degli affetti e le difficoltà nel coltivarli rappresentano il punto centrale dell'opera. La paura della solitudine e la possibilità comunque di una possibile conversione emergono in maniera lampante. Ottimi gli attori e curatissime le riprese, un ottimo film.
MEMORABILE: Il primo sogno del professore con l'orologio senza lancette ed il freddo cozzare del carro funubre sul lampione.

Sabryna 27/05/10 18:09 - 225 commenti

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Un percorso psicanalitico intimo e introspettivo. Sjöström da oscar. Il viaggio intrapreso da Isak, metafora del suo stesso iter tra vita e morte, viene esplicitamente chiarificato fin dalla sequenza iniziale dell'incubo. Tutto torna nel film di Bergman: ogni personaggio incontrato da Isak è funzionale al recupero del suo essere, ogni meta mandata a memoria serve alla ricerca del proprio io perduto. Isak a 78 anni, in occasione del suo Giubileo, fa i conti con se stesso e con il suo passato. Nulla è mai perduto e Bergman ce lo insegna.
MEMORABILE: Il memorabile incubo iniziale; "...perché sebbene tu conosca tante cose, in realtà non sai niente... "

Didda23 8/12/10 13:04 - 2426 commenti

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Ci sono davvero poche parole da spendere per questi 90 minuti di poesia sublime, eccelsa. Regia magistrale, sceneggiatura intensa e coinvolgente, fotografia sopraffina. Film imprescindibile per chi ama davvero il cinema. Non manca niente. A tratti può risultare un po' lento, ma non è un limite insuperabile. Da vedere e rivedere all'infinito. In questo caso la parola capolavoro non è assolutamente esagerata, anzi... Perfetto!

Belfagor 18/12/10 11:42 - 2690 commenti

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Un bilancio esistenziale fra nostalgie, rimpianti, successi e delusioni. Sjöström interpreta un uomo qualunque con una sensibilità unica, che trasforma ogni sequenza in poesia. Ogni tappa del percorso, ogni persona incontrata, ogni sogno tumultuoso aggiunge un tassello al grande enigma della vita e della morte. Meraviglioso anche il personaggio la nuora, forse l'unico elemento di speranza rimasto al protagonista. In poche parole perfetto, un autentico capolavoro.
MEMORABILE: L'incubo iniziale, probabilmente la miglior scena onirica della storia del cinema.

Saintgifts 15/04/11 23:30 - 4098 commenti

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Ognuno di noi ha il suo posto delle fragole e, se ancora non lo sa, lo scoprirà prima o poi, è solo questione di tempo. Si parla di vita, di morte e, naturalmente, dell'essere umano. Non c'è argomento esistenziale che non venga toccato, attraverso personaggi rappresentativi e in modo apparentemente semplice (perché chiaro e universale) ma in realtà profondo, tanto da lasciare il segno. Grandi interpreti (Ingrid Thulin la mia preferita), somma regia. Onore anche al doppiaggio. Non arrivo ai 5 pallini solo per l'accapigliarsi tra i due studenti.

Mickes2 16/05/11 16:02 - 1670 commenti

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Un viaggio introspettivo straordinario caratterizzato da un’affascinante unione tra passato e presente, sogno e realtà. Il posto delle fragole per meditare, riflettere, rendersi conto che la vita non è solo fatta di severità e formalismi. Un viaggio di grande stile narrativo visivamente magnifico. L’anziano medico sprofonderà nei suoi ricordi infantili più belli permettendogli di guardare alla vita con quella serenità che non aveva mai avuto prima. Poetico, splendidamente angoscianti le sequenze oniriche e meravigliosa la figura della nuora.
MEMORABILE: L'interpretazione di Victor Sjöström. La sequenza del primo incubo.

Myvincent 23/09/11 08:55 - 3741 commenti

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Un lungo, articolato viaggio nella memoria viene compiuto da un anziano dottore assieme a vari personaggi lungo la via verso il riconoscimento finale dei meriti per la sua professione. Una catarsi psicoanalitica attraverso sogni, incubi, ricordi che hanno dolorosamente segnato la sua vita. E come alla fine di un vero percorso analitico il suo grande, sereno sorriso verso le antiche figure genitoriali e la conciliazione con sè stesso. Capolavoro di Ingmar Bergman, colpisce per la fredda, spietata discesa verso l'inconscio umano.

Mtine 9/12/11 18:29 - 224 commenti

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Un viaggio spaziale e temporale di un anziano professore. In quello spaziale per recarsi a Lund per il suo "giubileo professionale" farà la conoscenza di tre ragazzi e instaurerà un rapporto con la sua nuora; in quello temporale avrà modo di rivivere la sua infanzia. La storia è quindi molto semplice, ma un'intensa introspezione dei personaggi, inquietanti scene oniriche e l'inconfondibile direzione di Bergman lo rendono uno dei capisaldi del cinema europeo. Qua e là il film è forse un po' troppo lento e "pesante", ma d'altronde Bergman è così.
MEMORABILE: L'appagante finale.

Enzus79 3/11/13 10:45 - 2896 commenti

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Capolavoro di Ingmar Bergman. Film esistenzialista, che si può considerare una sorta di parabola sull'uomo. Scene magistrali, come i sogni e i flashback del professore, che veramente coinvolgono. Bravi gli attori. Doppiaggio italiano però influenzato dalla censura, perciò meglio vederlo in lingua originale.

Erreesse 24/12/14 00:41 - 63 commenti

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Capolavoro assoluto, senza tempo. Magica, mistica unione d'idea semplice e umanissima (il bilancio d'una vita), sceneggiatura profonda e autentica, immagini indimenticabili, interpreti in stato di grazia fra cui spicca Sjostrom, con la nobile voce italiana di Amilcare Pettinelli. Da rivedere e commuoversi ogni volta, per capire che cosa è il cinema.

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Pinhead80 3/04/15 12:04 - 4760 commenti

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Un anziano dottore intraprende un viaggio in auto per andare a ricevere un prestigioso premio alla carriera, ma lungo il percorso troverà qualcosa di molto più importante. Presente e passato del protagonista si mescolano facendo emergere i rimpianti in forma onirica. Difficile non commuoversi vedendo tanta bellezza. Il posto delle fragole esiste nella realtà di chiunque, magari sotto altre spoglie ma esiste, ed è impressionante con quale intensità Bergman riesca a mostrarcelo. Victor Sjöström è un mostro di bravura. Capolavoro.

Papele82 13/12/15 10:17 - 7 commenti

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Secondo film di Bergman che ho visto, dopo Il settimo sigillo che non mi ha fatto gridare al capolavoro assoluto (forse perché visto fuori tempo massimo, forse perché non hanno tutti i torti quelli che pensano di non poter affrontare Bergman perché autore difficile, criptico, intellettuale, ecc.). Ecco, questo già l'ho amato di più, mi ha anche commosso (quando i ragazzi lo salutano prima del finale). E la vicenda di un uomo tormentato dagli incubi non poteva che farmi immedesimare fin dalle prime scene, anche se non ho 80 anni.

Kinodrop 11/12/15 16:27 - 2950 commenti

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Una straordinaria icona di un regista e di un'altissima stagione della cinematografia. Un viaggio-riflessione alla riscoperta di un sé autentico nascosto da tanti anni di convenzioni e di affetti inespressi; attraverso lo specchio degli altri, parenti o incontri occasionali, l'anziano professore rivede man mano i suoi limiti e i suoi meriti, riacquistando una pace interiore e una visione pacata della realtà. Indimenticabile l'incubo iniziale e l'alternanza tra onirico e reale che punteggia il racconto fino alla serena contemplazione del finale.
MEMORABILE: Tutta la parte onirica; La forte espressività di Sjostrom e della Thulin.

Fauno 13/03/16 17:04 - 2212 commenti

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Anche qui c'è una mosca bianca (Marianne) fra il marciume più putrido: dai sogni deliranti (specie il primo con carrozza e bara e l'orologio senza lancette), ai ricordi edulcorati col fiele (non plus ultra le gemelline), ai due autostoppisti tonti che si mettono pure a litigare su spirito e materia (sob!), agli altri due coniugi pazzi isterici e incidentati. E infine la magistrale rivelazione che nella vita un solo compagno o una sola compagna non bastano a colmarci e allora ci teniamo quello più carnale o ne troviamo altri a go-go. Grazie, lo sapevo già.
MEMORABILE: L'incubo dell'esame di abilitazione con la solitudine come esito (in negativo); I discorsi di Marianne sui rapporti con lui e col marito (in positivo).

Fedeerra 6/02/18 03:53 - 770 commenti

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Che Bergman sia uno di registi più straordinari della storia del cinema è indubbio, ma come è ben noto purtroppo anche i geni possono compiere un passo falso. Il posto delle fragole risente di una lentezza farraginosa, asfissiante e, inevitabilmente, viene da chiedersi perché tutto quell'agognato viaggio trasognante non potesse essere addomesticato con più tempra. Dialoghi noiosi e accadimenti senza avvenimenti. Aria fritta d'autore.

Rufus68 22/11/18 23:32 - 3842 commenti

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Una bellissima intuizione: non si cerca di decrittare il futuro, ma di sondare e comprendere il passato, una vera terra sconosciuta. Le decisioni di un'intera esistenza e le convinzioni che hanno portato a esse sono messe in discussione da una sorta di catabasi verso la verità: al termine del viaggio il protagonista scoprirà le brevi gioie del perdono e dell'abbandono a una nuova empatia. Sjöström è perfetto in tale parabola sulla rivelazione di se stessi che evita meritoriamente ogni didascalismo.

Paulaster 3/01/19 12:54 - 4419 commenti

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Anziano professore si recherà al suo giubileo. Resoconto di una vita con leggera autoassoluzione ma senza evitare la spietatezza del giudizio terreno di chi ci è accanto. Antesignano - nell’incubo iniziale - di alcune tracce lynchane o delle due gemelline di stampo kubrickiano. Girato con maestria nel mescolare il presente e il passato e nel rimettere a posto i pensieri in un dolce e malinconico finale. Sjöström ha il viso giusto, von Sydow è sacrificato in una particina.
MEMORABILE: La mano che esce dalla bara; L’approccio nel prato delle fragole; La discussione in macchina tra i coniugi; Il rifiuto della governante a dare il tu.

Magi94 27/10/19 20:35 - 952 commenti

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Altra grande, immortale opera sulla vecchiaia filmata negli anni 50. La storia è semplice: un vecchio, scorbutico professore deve fare un viaggio in compagnia della moglie del figlio e di altri sconosciuti incontrati per la via. Riflessioni sulla solitudine, sui rapporti personali e sull'egoismo si alternano a meravigliosi sogni e incubi del protagonista. La bravura (e l'innovazione) di Bergman si vede proprio nella parte onirica, metafisica e splendidamente fotografata. Meraviglioso lo scontro e incontro tra varie generazioni.
MEMORABILE: Tutti i sogni del professore, dalla bara al posto delle fragole.

Noodles 30/03/20 23:40 - 2228 commenti

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Il parallelismo tra il viaggio in macchina e il viaggio nell'anima non è materia nuova, ma Ingmar Bergman lo tratta in maniera mai banale, insieme con poesia e splendida disperazione, inserendo numerosi elementi del suo cinema che sono riconoscibilissimi. Splendidi e struggenti tutti i flashback, colpo da maestro i sogni all'inizio e alla fine del film. Fotografia straordinaria. Lento ma mai noioso. Mentre riflette il protagonista, riflette anche lo spettatore. Indimenticabile.

Daniela 16/06/20 07:27 - 12662 commenti

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Per un anziano professore misantropo,  un viaggio è l'occasione per un bilancio esistenziale tra premonizioni di morte, rimpianto per la giovinezza con le sue infinte possibilità, amarezza per le scelte sbagliate ma anche scoperta che c'è ancora tempo per una parola gentile, un momento di pudico affetto. Capolavoro assoluto che riesce ad essere profondo con leggerezza, da rivedere periodicamente perché invecchiando diventa più naturale unirsi al protagonista nel pellegrinaggio nei luoghi della memoria alla ricerca del proprio posto delle fragole, quello in cui trovare pace. 
MEMORABILE: L'incubo iniziale; L'esame di riabilitazione; L'inquadratura finale con il padre intento alla pesca.

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Il ferrini 2/07/20 12:03 - 2358 commenti

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Un film di rara poesia, divertente (il battibecco iniziale con la domestica è meraviglioso) e al contempo malinconico. Una scrittura incredibilmente moderna, vivace, a tratti psichedelica (inquietanti le gemelline) e una regia dai meccanismi perfetti. Bergman confeziona un vero gioiello, non rinunciando ai suoi temi preferiti, come per esempio il confronto tra fede e ateismo che finisce addirittura in rissa. Il viaggio come metafora di una vita, che ispirerà molto altro cinema a venire. Importante.        

Bubobubo 15/10/20 12:48 - 1847 commenti

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Meditazione sulla vita, sulla morte, sui ricordi che intrappolano e sugli infiniti vicoli ciechi dell'esistenza da cui, una volta imboccati, non si può tornare indietro. Manifesto filmico di rara (per quanto lievemente didascalica) pregnanza, girato in un bellissimo b/n che esalta contrasti e volumetrie degli spazi. Sebbene un po' troppo verboso e patetico nella prima parte, riesce nella non facile impresa di condurre protagonista e spettatore ad una pressoché totale identificazione, così che la storia dell'altro è in primo luogo storia del sé. Splendidi gli inserti onirici.
MEMORABILE: Il primo incubo; Dibattito sull'esistenza di Dio; Interrogazione fallimentare.

Jandileida 10/01/21 00:08 - 1565 commenti

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Come sabbia tra le dita, come vento tra le foglie, la vita scorre veloce e quando, chi prima chi dopo, ci si ritroverà a tirare le somme si affacceranno in noi i ricordi del passato, quelli sereni e quelli meno, che ricomporranno il nostro passaggio terreno e, si spera, ci faranno addormentare come il grandioso Sjöström: sereni, con il sorriso, accarezzati e ingannati dal calore della memoria. Bergman dipinge un film indimenticabile sospeso tra l'oggi, lo ieri e l'altrove e, dopo aver sfilettato l'esistenza con chirurgica precisione, ci lascia storditi e commossi.

Ultimo 13/01/21 14:52 - 1655 commenti

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Grande film firmato Ingmar Bergman, ove il viaggio dell'anziano professore è solo il pretesto per analizzarne i ricordi e trarre da questi la possibilità di miglioramento personale. La pellicola scorre senza intoppi e non pare nemmeno così tanto invecchiata, e piacerà a chi ama le pellicole psicologiche e riflessive. Da segnalare la visita all'anziana madre e il sogno iniziale come momenti che non si dimenticano. Grande prova dell'anziano protagonista.

Lou 29/03/21 15:17 - 1121 commenti

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Cinema d'altri tempi, a grande carica evocativa. Il viaggio in auto di un anziano medico per ritirare un premio alla carriera è l'occasione per un bilancio esistenziale, denso di nostalgia e di rimpianto. Tra immagini oniriche e flashback, incontri con giovani esuberanti e intensi dialoghi con la nuora, il protagonista riesce a recuperare una serena consapevolezza.

Thedude94 21/12/22 12:55 - 1097 commenti

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Iconico, surreale, emozionante questo film di Bergman, che altro non è che un viaggio e un racconto di una giornata d'un medico che deve ricevere il premio per i suoi cinquant'anni di carriera. La natura "on the road" dell'opera si mescola ai sogni dell'anziano protagonista, che ha vissuto una vita professionalmente buona ma affettivamente deludente, e ciò si ripercuote nei suoi incubi, messi in scena dal regista in maniera sublime e a tratti inquietante. Regia come al solito perfetta, sceneggiatura impeccabile che fa empatizzare con i personaggi, tutti molto ben caratterizzati.

Valcanna 28/12/22 12:53 - 34 commenti

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Un vecchio professore approfitta di un lungo viaggio in auto per fare i conti con la propria esistenza. Si troverà spesso davanti alle occasioni perse della vita, agli errori, ai rimpianti, alle mancanze. Messo davanti a se stesso, l'uomo si riscopre nuovo in vecchiaia cercando di appianare le divergenze familiari e smussare le molte spigolature del proprio carattere fino a trovare, forse, nella dura e amorevole governante, la pace nel cuore.
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  • Curiosità Erreesse • 3/07/12 15:00
    Galoppino - 63 interventi
    La voce italiana di V. Sjostrom è di Amilcare Pettinelli, come ci informa il sito di Antonio Genna