I due eroi (Heroes two) - Film (1974)

Il primo film del regista riguardante il monastero di Shaolin (qui per la verità subito dopo la distruzione). Le splendide coreografie marzialistiche del maestro d'armi Liu Chia Liang impreziosiscono di molto la pellicola, oltre all'apporto dei due grandi caratteristi Alexander Fu Sheng e Chen Kwan Tai. Qualche difetto nella storia c'è ma passa sicuramente in secondo piano. Infatti il film si lascia vedere e rivedere.

Pur essendo un ammiratore dei film di Chang Cheh lo trovo un prodotto mediocre con molte ingenuità e cose inverosimili (vedi lo scavo del tunnel! Possibile che nessuno dei nemici senta i rumori?): riuscire a schiodare Hung si kuan in quel modo è assurdo e impossibile, l'eroe appena si libera sprizza energia e potenza (cosa impossibile per uno che è da giorni inchiodato a un muro forse anche con carenze alimentari)! i combattimenti sono monotoni e senza fantasia, tra il gruppo dei cattivi mancano i carismatici Wang Lung Wei, o Ku Feng.

Divertente film d'arti marziali, dal ritmo godibile e pieno di combattimenti che piaceranno agli amanti del genere. La trama è prevedibile nei suoi sviluppi e nei personaggi impregnati di "manicheismo", ma sono difficilmente perdonabili certe inverosimiglianze della sceneggiatura che sono più vicino a falle che ingenuità. Più che vedibile: quasi un buon film.

Sceneggiatura inesistente (tizi che saltano fuori in continuazione a menar le mani) e un senso del ridicolo assai poco sviluppato (strepitosa l'evasione d'uno degli eroi con galleria del Frejus scavata in due giorni). I caratteri sono intercambiabili, a parte l'opposizione buoni-cattivi; discrete, invece, le coreografie, che anche se riproposte con iterazione parossistica riescono a sfinire il più bendisposto degli spettatori. Scazzottatona finale con occhio da pennica.

Pellicola di arti marziali viste come vere e proprie armi letali, ma dove, se proprio non si è maestri, non si disdegnano anche lance e spade. È la solita storia di vendetta, con i buoni da una parte e il super cattivo dall'altra, anche se all'inizio c'è un grosso equivoco. Ma se non altro, il ritmo è discreto, i morti non si contano; e i due eroi, uno monoespressivo e l'altro più umano negli atteggiamenti, fanno ciò che ci si aspetta da loro, ovvero menare come fabbri, ma in maniera elegante, pur uccidendo quando è il caso (la strage finale). Meritevole di un'occhiata senza impegno.