In good company - Film (2004)

In good company

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/04/07 DAL BENEMERITO MAGNETTI
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Magnetti 24/04/07 09:27 - 1103 commenti

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Certo, vedendo l'inizio si pensa di essere di fronte alla solita commedia trita e ritrita di buoni sentimenti all'americana. Dennis Quaid però, con il procedere del film, dà al suo personaggio uno spessore e una qualità (mi riferisco alla recitazione) rimarchevoli e persino il giovane Topher Grace non sfigura nell'interpretare il rampante che diventa capo di Dan/Quaid e si fidanza con la figlia (Scarlett Johansson, bellissima), per la serie: piove sempre sul bagnato. Quindi: trama esilina, attori bravi, film accettabile, finale aperto.

Galbo 17/03/08 17:59 - 12372 commenti

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Buona commedia che punta la sua attenzione sul mondo del lavoro e in particolare sugli ambienti lavorativi in cui dominano la competizione e la rivalità generazionale. Piuttosto curata la sceneggiatura, che presenta un' efficace caratterizzazione dei personaggi principali, con il sempre bravo Dennis Quaid, nei panni del cinquantenne che vede la propria vita professionale e personale insidiata dal rampante Topher Grace.

Homesick 4/10/08 17:42 - 5737 commenti

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Ambivalente. Da un lato, il potere delle multinazionali, i rapporti interpersonali sempre più astratti, i licenziamenti come drastica soluzione ai problemi di una grande azienda; dall'altro, un dispensabile taglio da soap-opera, con la moglie incinta fuori tempo massimo e i novelli Giulietta e Romeo. Tutto sommato, il film si mantiene in equilibrio grazie alla spiritosità di fondo e al mestiere degli attori: il maturo Quaid, il rampante Grace, il dimesso Paymer e - in un folgorante cameo - il pescecane McDowall.

Tarabas 15/01/09 10:46 - 1878 commenti

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Lotta di classe con complicazioni edipiche tra i rampanti del turbocapitalismo e la vecchia generazione (ossia, gli yuppies degli Anni Ottanta). I rapporti tra il "vecchio" e il "giovane" diventano subito quelli tra un padre e un figlio "virtuali" (ma senza spiegazioni) e il quadretto familiare è un cliché. Per quanto gli attori si sforzino e siano anche bravi, il film mi pare avesse ambizioni di satira sociale, onvece è solo una commedia sofisticata Anni Cinquanta riverniciata. Fosse stata proposta come prodotto d'intrattenimento, avrebbe un pallino in più.

B. Legnani 8/04/09 18:47 - 5519 commenti

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Mediocre. Gli ingredienti del cocktail stonano fra di loro: il taglio sociale e la critica alla globalizzazione fanno a pugni con la storia d'amore e con alcuni personaggi talmente macchiettistici (il ventiseienne è, nella prima metà del film, la quintessenza dell'inesistenza) al punto di diventare irritanti. Si aggiungono recitazioni non all'altezza (ma è colpa anche di alcuni ruoli disegnati col mazzuolo). Certo, qualche sorriso lo strappa, ma su tutto aleggia un che di incompiuto. Bellissima e provocante la Johansson, ma questa non è una novità. Notare che McDowell non è accreditato.
MEMORABILE: Il licenziamento simultaneo di Marty e di Lou.

Ciavazzaro 10/04/09 12:15 - 4768 commenti

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Nulla di interessante. Dennis Quaid sprecato offre un'interpretazione che si è vista già mille volte, la Johansson fa da tappezzeria, Grace inutile. Non un momento di divertimento, non uno di riflessione, situazioni stereotipate. Inutile, in sintesi; almeno per me.

Nando 8/12/10 00:47 - 3806 commenti

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Commediola di stampo americano in cui il vecchio deve sottostare al giovane rampante salvo poi ricredersi. Narrazione molto stereotipata e ricca di luoghi comuni nonostante il discreto cast e l'emozione che si cerca di suscitare nel telespettaore medio.

Stefania 12/12/10 22:00 - 1599 commenti

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Nell'arida savana aziendale, conflitto non epico (in compenso, edipico) tra vecchio leone e rampante leoncino dagli artigli apparentemente affilati, in realtà assai fragili. Abbastanza fragile è anche il film, che potrebbe, e forse vorrebbe, dire qualcosa di coraggioso sulla nuova barbarie delle regole del corporate-business, e invece soccombe ai clichés hollywoodiani della commedia sentimentale e dell'obbligatorio finale tutto sommato rassicurante. Discreto come commedia, comunque, con un'ottima performance di Quaid.

Didda23 28/10/11 16:11 - 2424 commenti

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La lotta fra la spavalda e arrogante gioventù e la saggezza della maturità, viene rappresentata con uno script poco incisivo nella critica sociale ma pregnante nel dinamismo dei rapporti sociali. Nel complesso il reparto recitazione fornisce una prova convincente; la regia, purtroppo, è defilata e poco espressiva. Nulla di fenomenale, ma una visione la merita.

Daniela 13/02/12 16:33 - 12606 commenti

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Direttore del settore pubblicità di una importante rivista sportiva "mangiata" da una multinazionale, viene soppiantato da bastardello tagliateste, che per giunta gli corteggia la figliola... Anticipa per temi e situazioni il più serio Company men, mescolando la rappresentazione della giungla aziendale, i quadretti family life e la storiella sentimentale, grazie alla quale scopriamo che il bastardo è in realtà un ragazzo solo e bisognoso di affetto. Si guadagna la sufficienza grazie a Quaid ed un finale conciliante ma non del tutto sbracato.

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Giùan 16/04/12 15:21 - 4528 commenti

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Affabile tentativo di aggiornar la zuccherosa commedia americana all'epoca della crisi globale, con le varie propaggini che questa si porta dietro (scarti generazionali, paradossali equivoci che traslano dal piano delle competenze professionali a quello degli affetti personali). L'architettura dell'intreccio è plausibile ed accattivante, quanto scostante ed irritante l'annacquato scioglimento della vicenda. Il salto nel cinema "adulto" del Weitz di American pie manca di nerbo e si ferma sulla soglia del carino. Eccellente ma leccato poker d'interpreti.
MEMORABILE: La sensualità tutta tra le righe di Scarlett Johansson.

Pigro 1/05/12 12:09 - 9623 commenti

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Un quasi-ragazzino diventa “capo” nonché futuro genero del maturo quadro di una grande impresa: scene di scontro fra vecchi leoni e nuovi rampanti, ma soprattutto scene di incontri sentimentali in stile zuccheroso. Proprio il giovane Grace rende piacevole il film, di cui sa interpretare la chiave più leggera con un personaggio che sembra uscito da un teen movie: dribblando gli spunti più angolosi della storia (il cui sfondo “sindacale” è intercambiabile con altri), punta decisamente verso la commedia, banalizzando ma perlomeno divertendo.

Saintgifts 26/11/15 00:10 - 4098 commenti

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America paese delle opportunità e della libertà. Le opportunità nel campo del lavoro che vanno e vengono alla velocità della luce; la libertà di una diciottenne con il cuore di un ventiseienne rampante che gioca con la testa di maturi impiegati. Sembra ci sia sinergia, altra parola magica vista come ancora di salvataggio per compagnie che affondano, tra il lavoro e la famiglia. Tutto questo in una commedia che fa un grande loop per disfare e rimettere a posto, cercando di convincere di non cedere alla disperazione; basta aspettare...

Lou 23/03/16 23:53 - 1119 commenti

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La sceneggiatura non è male e ci sarebbero gli ingredienti giusti per una commedia acuta e ironica sui meccanismi perversi, spietati, irrispettosi e anche ridicoli che contraddistinguono la gestione delle risorse umane nelle corporations americane. Peccato che i dialoghi siano piuttosto banali e i cliché si sprechino. Comunque a tratti ci si diverte, il ritmo è buono e i personaggi generano simpatia e tenerezza.

Rambo90 27/02/19 02:09 - 7660 commenti

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Banalotto, soprattutto per quanto riguarda le vicende sentimentali dei protagonisti, mentre la satira sul mondo del lavoro pieno di squali e cinismo sa di già visto. Se non altro il ritmo è decente e non ci si annoia, anche grazie a un buon Quaid, mentre Grace e la Johansson non colpiscono più di tanto. Qualche dialogo qui e là non è male, altri sono piuttosto fiacchi e prevedibili. Mediocre.

Noodles 26/03/21 16:25 - 2196 commenti

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Non c'era bisogno di un altro film che sottolineasse la competitività della società americana e quanto il mondo del lavoro sia pieno di squali. Aggiungi la velata e ipocrita critica alla globalizzazione e al profitto ad ogni costo e ne viene fuori la solita minestra riscaldata. Il film scorre, non è noioso, ma ha veramente poco di nuovo da dire. Dialoghi altalenanti, alcuni arguti, altri di una banalità sconcertante. Sprecato Dennis Quaid. Breve apparizione per Malcolm McDowell: il suo consueto ghigno è la cosa migliore del film. Mediocre.
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