Da più parti lo massacrano senza pietà, e il sior Mereghetti lo definisce "ignobile"
In realtà non mi e affatto dispiaciuto questo
Tart, spacciato , alla sua fugace uscita estiva nei cinema, come una specie di sotto "American Pie"
Un dramma intinto nella fotografia autunnale di Stephen Kazmerski, dove Christina Wayne sottolinea inconfutabilmente la sua vena femminile
Femmineo fino al midollo, dove la Wayne sonda spietatamente il mondo delle ragazze "bene" newyorkesi (tra invidie, gelosie, speteguless, cattiverie, amicizia, amore e odio), riprendendole con naturalezza (che siano in palestra o in classe, a bighellonare o a rubare in una profumeria) accentuando il verismo e raccontandole come pochi hanno saputo fare
Dona attimi fiabeschi occulti (la Swain triste e ferita, davanti alla statua di Alice nel Paese delle Meraviglie) citazioni lievi (la gonna della Swain che si alza alla
Quando La Moglie e in Vacanza), immersa in una New York autunnale e grigia, come il suo stato d'animo
Vabbè, vero che la solita solfa della sfigatella (pure ebrea) che vuole farsi accettare dai coetanei ricconi, antisemiti, snob e stronzetti viene a noia, così come le "depravazioni" dell'upple class newyorkese (furti, party con giri di coca, smarchettamenti, sesso facile-nemmeno tanto, a dire il vero-) non racconta nulla di nuovo
Però, la Wayne, tira bordate poco sospette sotto la cintola (accenna alla zoofilia di Bijou Phillips con la sua cagnetta, la Swain che si vomita addosso dopo una ciucca, sempre la Phillips che defeca nel secchiello del ghiaccio al party, Renfro che se lo fa succhiare da un ricettatore, il prefinale notturno boschivo violento inaspettatto e piuttosto feroce) regala momenti grotteschi (Renfro e il suo socio che tentano di occultare il corpo della Swain che sembra morta, nell'appartamento di lusso) e narra bene la discesa nell'umiliazione di una ragazza "pronta a tutto" pur di entrare nel giro di "chi conta"
Dalle parti di
Cruel Intentions, ma senza strafare
Ottimi alcuni dialoghi e situazioni (dove serpeggia un cinismo che, a volte, lascia il segno)
Bellissime le musiche di Jeehun Hwang e davvero intensa Dominique Swain
Cameo di una sfattona Melanie Griffith
Sicuramente non indispensabile, ma nemmeno "ignobile" come lo dipingono